Al Ministero dell’Ambiente
Alla Commissione Europea Ambiente
Al Presidente AIPO
Al Direttore AIPOAll’Autorità di Bacino
Al Presidente della Giunta Provinciale di Reggio Emilia
Al Prefetto di Reggio Emilia
Esposto
Oggetto : Rifiuti in golena borettese –
Scadono in maggio 2008 le autorizzazioni alle attività violative . Assisteremo al ripristino della legalità o alla pantomima dei rinnovi, fondati su insostenibili pretesti ?
Da Gioanna Spigardi, consigliere comunale a Boretto dal 1995.
Carte di archivio testimoniano che alla fine degli anni ’80 i Sindaci di Boretto avallarono la scelta di sfruttare imprenditorialmente la golena borettese in modo intensivo, con riempimenti dell’invaso, ampliamento di capannoni, discariche e attività legate ai rifiuti. Si dotarono di autorizzazioni del Magistrato per il Po e di pareri favorevoli della Soprintendenza per i beni Ambientali ed Architettonici, utili a mimetizzare quelle che erano vere e proprie violazioni delle leggi in vigore : l’area era soggetta a tutela paesaggistico ambientale- Legge 431/85, l’area era soggetta a vincoli in ragione dell’art. 33 -fasce di tutela -della Legge Regionale 47/1978.
Da allora il processo di snaturamento e di degrado delle nostra golena
è stato inarrestabile : un susseguirsi di concessioni illecite da parte delle Giunte, e che fossero illecite era insospettabile dal comune cittadino, portato a credere che Istituzioni e Leggi fossero la stessa cosa. Quando le competenze sull’assetto idrogeologico furono attribuite, dopo il 1989, all’Autorità di Bacino, sembrò che si dovesse invertire la rotta e che le nuove Norme non potessero essere eludibili. Si aprirono prospettive di riassetto e riqualificazione della golena. Ma solo sulla carta…. ( Eppure le piene del Po, dal 1994 in poi, avevano dimostrato con quale irresponsabilità fosse stata gestita la fascia fluviale). Le Norme dell’Autorità di Bacino, in Attuazione del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali, furono dichiarate “immediatamente vincolanti” in data 11 dicembre 1997. E’ chiaro che esse calavano su una realtà completamente antitetica rispetto alle direttive, soprattutto nella golena borettese, votata a luogo di smaltimento di rifiuti vari, speciali e non, provenienti anche da altre regioni, nonché ad attività imprenditoriali di stoccaggio di idrocarburi e di riutilizzo dei rifiuti. Era prevedibile che non sarebbe stata immediata la riqualificazione dei luoghi, data la difficoltà di delocalizzare l’esistente. Ma non era prevedibile che tutte le attività incongrue e violative , dal ’97 in poi, continuassero ad ampliarsi fino ad esaurire gli spazi, strappati a qualche pioppeto residuo, col beneplacito di Comune e Provincia . I quali ricorrevano a criteri di legittimità fittizi, in quanto richiamavano il DLg.22/97 sui rifiuti, pareri di Arpa e USL, ma facevano ricorso ad un piccolo escamotage quanto ai pareri- fondamentali e prioritari – dell’Autorità di Bacino e del Magistrato per il PO: “ salvo pareri più restrittivi”degli Enti medesimi, pareri che non comparivano mai. Questa situazione il mio gruppo consiliare segnalò all’Autorità di Bacino nell’ottobre del 1999. Ne derivò una lettera raccomandata, firmata dal Segretario Generale dell’Autorità di Bacino, Prof. Passino, ( prot. N. 5991/PU del 5.11.99) indirizzata al Sindaco del Comune di Boretto, (e p.c. alla Regione e al Magistrato per il Po) in cui si precisava che “ In fascia A e B ( golena nella fattispecie) sono vietate tutte le attività di discarica e il deposito, ancorché provvisorio, di materiali o di rifiuti di ogni genere. (…..). Si invita pertanto l’Amministrazione Comunale ad inviare copia di tutti gli atti autorizzativi rilasciati.(…..).A tale proposito si segnala che il disposto dell’art. 16, commi 1,2,3,4,5,6 delle Norme di attuazione del Piano è stato dichiarato di carattere immediatamente vincolante per le amministrazioni ed enti pubblici, nonché per i soggetti privati, ai sensi e per gli effetti dell’art. 2 della delibera 26 in data 11 dicembre 1997 dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino”. Iniziarono allora le “verifiche” burocratiche da parte di Comune e Provincia : ma c’erano davvero quelle cose illegittime che essi stessi avevano autorizzato ?Nel gennaio 2000 il Comune scriveva alle ditte interessate : “ Sono vietati gli impianti di smaltimento dei rifiuti (…), il deposito, ancorché provvisorio, di materiali o rifiuti di qualsiasi genere. Pertanto si informano i soggetti in indirizzo che l’attività di cui all’oggetto non risulta essere conforme , sotto il profilo urbanistico, alla normativa vigente”( prot. N. 50P del 20 .01.2000). Più severa e perentoria la Provincia che il 12 febbraio 2000 ( con atto prot. N. 10279.00), rappresentava “ lo stato attuale delle attività di recupero e smaltimento rifiuti esercitate in aree soggette a tutela fluviale:Ditta Bacchi Aladino e Figli srl : -Attività di recupero rifiuti speciali R5 comprensiva di R13, autorizzata dalla Provincia il 23/9/99. ( ndr :poteva la Provincia ignorare nel settembre ’99 che dal dicembre ’97 quelle autorizzazioni non erano lecite ? ) -Attività di smaltimento rifiuti speciali D1-Discarica di 2^categoria tipo A ( per rifiuti inerti), autorizzazione rilasciata l’8 maggio 1999 quale rinnovo di precedenti atti del 1994 e del 1990.Ditta Flu.mar:-Attività di recupero rifiuti speciali R5 Riciclo /recupero di altre sostanze inorganiche , autorizzazione rilasciata il 21/7/1999.– Attività di recupero rifiuti speciali R13 esercitata a decorrere dal 18 maggio 1998. Al riguardo si segnala che la scrivente NON ha dato riscontro in quanto oggetto di verifica Arpa non ancora evasa. (ndr : attività che nel febbraio 2000 ancora procedeva senza autorizzazione dal 18 maggio del 1998!!!!!!).-Attività di smaltimento rifiuti speciali D15, autorizzazione rilasciata il 21 luglio 1999.Ditta Ateco srl : – Attività di recupero rifiuti speciali R10, Spandimento sul suolo a beneficio dell’agricoltura o dell’ecologia, esercitata a decorrere dal 4 giugno 1999 (senza autorizzazione per verifica Arpa non ancora evasa).” Un quadro che rispecchia uno stato di inusitata illegittimità della golena borettese, illegittimità imputabile proprio agli Enti, Comune e Provincia, che la legittimità dovevano garantire. A conclusione della lettera, se fossimo in un paese normale , la Provincia avrebbe dovuto proporre qualche pezza giustificativa circa il suo operato, se non un mea culpa. Invece, quasi scoprisse abusi inopinati esercitati da ignoti, sottace il suo ruolo e assume la veste censoria nei confronti delle attività violative :“ riguardo alle quali ci apprestiamo promulgare gli atti di divieto di prosecuzione e ripristino ambientale del caso.”Firmato “ Dirigente del Servizio Tutela dell’Ambiente”; curiosità tragicomica :lo stesso Dirigente che aveva firmato molte autorizzazioni.A parte questo particolare (sintomatico, però, dei metodi amministrativi che i cittadini subiscono) la virtuosa solennità della affermazione finale lasciava presagire un ripristino, seppur graduale, della legalità. Si “apprestavano” a promulgare atti di divieto”, appunto. Ma era solo “la mossa”. Gli atti di divieto di prosecuzione non li hanno mai promulgati. Contavano, evidentemente, di tirare a campare quantomeno fino alla scadenza delle autorizzazioni, valide 5 anni, mentre i prospettati divieti avrebbero per un po’ calmato le acque. Era il febbraio del 2000 e incombevano acque assai più minacciose. A seguire, infatti, la terribile piena dell’ottobre 2000, che trovava gli argini borettesi in grave dissesto, per una inspiegabile interruzione dei lavori di rinforzo, mai giustificata in modo credibile. E poi ancora la piena del 2001, ancora con gli argini non realizzati per colpe gravissime che meritano un capitolo a parte. Quali ostacoli sono stati frapposti ai rinforzi arginali a causa degli insediamenti- violativi- in golena ? Determinanti, a mio parere, con l’imperdonabile ruolo del Sindaco di Boretto, Sig.ra Gavetti.L’acqua aveva invaso i depositi di rifiuti, che sicuramente, al di là dei referti Arpa sulla loro conformità agli indici di concentrazione delle sostanze, non avevano influito positivamente sulla “qualità dell’acque”, anche in considerazione dell’enorme tonnellaggio dei materiali : sfridi da demolizioni, materiali ceramici cotti, vetri, residui di calcestruzzo armato e non, ceneri da combustione di residui di legno, contenenti : cromo, cadmio, piombo, arsenico, mercurio, calcio… Ma questo è un altro capitolo a parte : sono le ceneri della SIA ( SADEPAN ) INDUSTRIA CHIMICA di Viadana, conferite nella golena borettese, presso la Bacchi Aladino e Figli, per riciclo/recupero (dal 28.06.97). Nel frattempo, l’8 agosto 2001, era entrato in vigore il PAI, nuovo Piano dell’Autorità di Bacino, che ribadiva il divieto per le attività di smaltimento e recupero dei rifiuti in golena, nonché l’ampliamento di quelle esistenti. L’occasione era buona per riaprire un balletto burocratico e tirare a campare, mentre la popolazione ancora pensava al rischio alluvione ; sicché Comune e Provincia, invece che “ promulgare i divieti di prosecuzione e ripristino ambientale del caso” come avevano dichiarato, aprono le consultazioni con l’Autorità di Bacino per poter ….rinnovare quelle autorizzazioni.L’Autorità di Bacino, in nome del rispetto dell’esistente e “ per problemi di economicità” delle operazioni di delocalizzazione delle suddette attività, pur imponendo qualche blanda cautela, consente “ la possibilità di rinnovare le autorizzazioni”.( Lettera del 24 luglio 2003, prot. N. 5101). E la responsabilità è scaricata sull’Autorità di Bacino. A questo punto la devastazione della golena dilaga. Fra il 2003 e il 2004 non solo vengono rinnovate le autorizzazioni per il riciclo dei rifiuti, ma si ingigantiscono i mucchi neri delle scorie di alti forni e chi transita sull’argine deve attraversare e respirare nuvoloni di polvere. Richiedo parere USL. Risposta scientifica: “I Servizi di Sanità Pubblica non hanno ricevuto segnalazioni specifiche in merito da privati cittadini, lavoratori o organi istituzionali. In assenza di documentazione specifica e dettagliata, non sono quindi in grado di fornire valutazioni di rischio sanitario nel merito” ( USL- RE- prot. N. 58963 del 12-6-07). Questa si chiama “prevenzione”….(Anche su questo scenario si snoda la pista ciclabile, realizzata nel 2006/07 e costata 380.000 euro, con l’utilizzo di fondi del Progetto “ Po, fiume d’Europa” ) Sullo stato della golena borettese ( la più stretta e fragile dell’asta fluviale) non mancano richiami e denunce; il 16 agosto 2006 l’Ispettore Capo del Corpo Forestale dello Stato scrive al Sindaco e a tutte le Autorità preposte( prot. N. 792) : “ Continuano a pervenire numerose segnalazioni di privati cittadini che lamentano lo stato di degrado ambientale nonché estetico dell’area posta in Via Argine Cisa ( golena del Po). Si evidenzia che l’area dove insistono gli impianti ricade in zona di particolare interesse a scopi naturalistici, ambientali e paesaggistici(….)del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, ed è situata nella fascia soggetta a vincolo ai sensi dell’art.142, comma 1, lett.C) del DL n.42/2004, che tutela in particolare i fiumi e i torrenti(….) . Inoltre l’area rientra nella fascia A) art. 29 del PAI. L’area è situata entro i 150 m. dalla sponda orografica..” Lo stato , aggiornato, delle attività incongrue in golena viene delineato da risposta del Comune a mia interrogazione del 28 aprile 2006: -Ditta FLUMAR : messa in riserva di rifiuti( R13) “funzionale all’attività di recupero/riciclo di altre sostanze inorganiche di rifiuti speciali non pericolosi( quali ad esempio mattoni, pietrisco, terre e rocce, cemento, rifiuti misti provenienti da demolizioni, privi di amianto)valida fino al 18 maggio 2008”; – Ditta Bacchi spa, “ autorizzata dalla Provincia per la messa in riserva funzionale all’attività di recupero/riciclo di altre sostanze inorganiche di rifiuti non pericolosi( quali ad esempio mattoni, pietrisco, terre e rocce, cemento, rifiuti misti provenienti da demolizioni, privi di amianto, ed anche scorie di acciaierie, conglomerati bituminosi, fanghi e polveri da lavorazione di pietre e rocce, ceneri da combustione di biomasse e affini legno, valida fino al 18 maggio 2008.”( 717.500 t)La Discarica di 2^ categoria di tipo A è esaurita e ripristinata dal 2003”. (Per la visione panoramica della golena borettese sono utili le foto allegate.) Dunque le autorizzazioni scadono in maggio, fra un mese circa. A cosa assisteremo ? Al riprodursi a catena dei rinnovi, fra pretesti, deroghe, sotterfugi, argomenti rabberciati e burocrazie varie …..storie istituzionali ignobili e ignote alla maggior parte dei cittadini ? L’Autorità di Bacino ha comunque stabilito incontrovertibilmente che i rinnovi non sono leciti, né possibili . Lettera del 17 dicembre 2003 ( prot. N. 6529/PU)a firma del Segretario Generale Dott. Michele Presbitero, in merito ai rinnovi del 2003 : “ Tale autorizzazione potrà essere rinnovata per un periodo non superiore ai cinque anni .(…..)Scaduti i termini l’attività andrà delocalizzata in apposita area individuata al di fuori delle Fasce Fluviali”. Stanno scadendo i termini.Considerato che il Piano per l’Assetto Idrogeologico ( PAI) è sovraordinato rispetto a tutte le altre leggi urbanistiche, si chiede se si intenda riabilitare nel nostro territorio il principio di legittimità ovvero se si intenda “dismettere” l’Autorità di Bacino, con tutte le sue norme; quanto denaro pubblico vi abbiamo investito ?Alla luce delle vicende riferite, l’argomentazione (già messa avanti) che si fonda sulla mancanza di fondi per le delocalizzazioni non può che costituire l’ennesimo pretesto.Si chiede un cortese riscontro alla presente. Porgo ossequi
Gioanna Spigardi 22.04.08 Consigliere consigliere comunale di Boretto Boretto ( Reggio Emilia) Via Firenze 14- 42022
Tel. 0522-965194