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Presi a schiaffi

I commenti fuori tema saranno cestinati

Magari qualcuno, hobbista di storia, ricorderà l’episodio passato agli annali come “lo schiaffo di Anagni”. Nell’occasione, che non riassumerò perché ho pietà di voi, gli abitanti di Anagni si ribellarono all’arroganza del re di Francia e si ripresero la loro dignità, cacciando a gambe levate tali Sciarra Colonna e Guglielmo di Nogaret.

Questo accadeva nel 1303.

Nel 2009 Anagni è sede di un “incidente” che non riguarda solo la dignità degli abitanti ma pure i loro quattrini e la loro salute e anche quella dei loro figli. Chi ha voglia di saperne qualcosa, entri nel sito www.cinquestelle5.com e dedichi un quarto d’ora della sua vita a guardare e a meditare. Lì c’è qualcosa che non avreste dovuto sapere. E di episodi come questo, sepolti dall’Isola dei Famosi, dalle trasmissioni “culturali” di RAI e Mediaset, dalle dichiarazioni di chi “sa” e non si fa intimidire dai soliti “catastrofisti”, quanti ce ne sono?

Sarebbe interessante sapere che cosa ne pensa tale sig. Stefano Mensurati, giornalista della televisione di regime, che tratta di “termovalorizzatori” nel più totale buio culturale, che cosa ne pensi il professor Zero, che cosa ne pensi l’ineffabile ARPA che ben si è guardata dall’intervenire, che cosa ne pensi l’assessorato all’ambiente… e potrei continuare all’infinito, accorgendomi subito, però, di aver abusato

del verbo pensare. L’Uomo pensa. L’Uomo con la U maiuscola. E qui sta l’inghippo.

Dell’“incidente” nessun mezzo d’informazione di un certo pesa ha dato notizia, sintomo inequivocabile della sua importanza e sintomo altrettanto inequivocabile dell’imbarazzo che creerebbe se la cosa diventasse di dominio pubblico.

Già che ci siamo, v’invito anche a dare un’occhiata a http://altrabrescia.ning.com/profiles/blogs/dai-suini-irlandesi-ai-polli e, ancora una volta, a meditare.

Sabato scorso a Marzabotto, sulle prime colline bolognesi, c’è stata una manifestazione popolare di persone ancora non infettate dall’imbecillità di stato che s’illudevano di attirare l’attenzione sull’ennesimo stupro nei riguardi dell’ambiente e della salute. Lì, a un tiro di schioppo da Bologna, a ridosso di un parco bellissimo, si costruirà una centrale a turbogas di cui nessuno sente la minima necessità. Nessuno, va da sé, tranne qualcuno disposto a barattare qualsiasi cosa, meglio se non sua, in cambio di denaro. A quella manifestazione c’è chi si è presentato con il mio libro Il Girone delle Polveri Sottili e c’è chi ha sfilato con il cartello che vedete nella foto appeso al collo.

“Niente campagnoli, siamo Montanari.” “Non siamo polli, siamo Gatti.” Già, ragazzi, ma chi vi ascolta? Chi ci ascolta?