Quando le stanze del potere diventano sempre più impermeabili al popolo (e mi fa sempre un certo effetto scrivere questa parola di sapore primo-novecentesco), il sintomo indica due possibili patologie: l’inizio di una dittatura o la caduta di una civiltà. Per rendersi impermeabili, le stanze del potere hanno mille modi, ma quello che prevale oggi in un mondo in cui tecniche e tecnologie sono equivocate per progresso, è di usare proprio tecniche e tecnologie come impermeabilizzante. Diffondere notizie vere ma parziali, distorte o del tutto inventate è la cosa più facile del mondo e, come è noto, una bugia ripetuta tre volte è accettata quasi universalmente e con pigra automaticità come verità. Provate, poi, a smentirla e vedrete il risultato: non vi crederà quasi nessuno. Basta prendere a mo’ d’esempio la notizia vera che riporta un calo generale dell’incidenza dei cancri polmonari e riferirla all’uso degl’inceneritori, dimostrando con un gioco di prestigio che questi trasformano l’immondizia in aria balsamica. Chiunque abbia nozioni di scienza o abbia solo un briciolo di buon senso si rende conto della bufala, ma sui grandi numeri la bufala fa l’effetto voluto. Bene, torniamo al baratro che si apre sempre più ampio tra amministratori e amministrati. A Parma, il neosindaco, eletto a dispetto delle imprese del suo mentore e predecessore, ha immediatamente avvertito che si farà quello che lui, come le tante Wanna Marchi che infestano la politica, chiama “termovalorizzatore”. Se prima delle elezioni era stato nebuloso sull’argomento (del resto, a Parma 10.000 persone, cioè altrettanti voti, si erano chiaramente espresse contro lo scempio), ora è cristallino: lo scempio si farà perché lo dico io. Fatta la festa, gabbato lo santo. Fotocopia a Canosa di Puglia, dove il sindaco, confermato da un quasi plebiscito, pregusta già il tepore del “termovalorizzatore” che butta aria pulita e denaro insieme. E in Sardegna? L’ottimo governatore farà un altro bel falò ad Ottana e per alimentarlo bisognerà che i sardi si mettano di buzzo buono a produrre porcheria, perché ora non ne fanno abbastanza. Resta sempre, comunque, la risorsa dell’importazione. A Macomer, dove c’è già un inceneritore, nel frattempo, il sindaco si batte contro questo delitto ambientale che si vuole perpetrare nella vicina Ottana. Del resto, quel sindaco è un medico: non può non aver capito quanto roba del genere attenti alla salute. E invece, no: il sindaco-dottore si batte
contro il progetto perché il “termovalorizzatore” lo vuole tutto per sé, ampliando e “migliorando” quello del paese suo. Sull’altra isola, in Sicilia, l’ineffabile governatore Cuffaro ce l’ha fatta. Approfittando di un probabile colpo di sonno di Pecoraro Scanio (ma dormiva davvero o era preda di quei suoi episodi di sonnambulismo in cui sbaciucchia il suo uomo di Ferrara che vagheggia una città incenerita e tanta elettricità prodotta con un immenso impianto a turbogas?), è riuscito (ma avrà faticato davvero?) a far approvare quattro inceneritori nel suo territorio. “Money makes the world go ‘round” dice la vecchia canzone, e traduco in italiano, ignorando tanti dei vari dialetti italiani: “il denaro fa girare il mondo.” Comunque, complimenti, Alfonso: ci hai fregati di nuovo. Risbarcando in continente, tutto il Lazio è minacciato da Marrazzo, ex fustigatore televisivo ed ora governatore con il busto di Nerone sul caminetto: inceneritori e turbogas ad ogni angolo di strada, meglio se in zone verdi e, magari, con dei bei corsi d’acqua da devastare o cui assestare il colpo di grazia. E, a proposito di acqua, a Modugno, nell’immediata periferia di Bari, si sta costruendo una centrale a turbogas che darà tanta energia alla regione (che già ne produce il 25% in eccesso rispetto ai propri consumi), e lo farà usando milioni di metri cubi d’acqua succhiati dalle falde di una regione che ha il 40% del territorio in desertificazione e che acqua non ne mai avuta. La Puglia, ad ogni modo, ha ottimi vini per chi vuol bere e, quanto a lavarsi, per chi proprio non ne sa fare a meno, c’è tanto mare. Il mare? Sì: l’Italia ha il 90% delle proprie coste perfettamente balenabili, come ci hanno annunciato in trionfo i professionisti delle verità con l’asterisco e i caratteri tanto piccoli da scoraggiare chiunque alla lettura. Che cosa ci fornisce un risultato così lusinghiero? Si è misurata la quantità d’inquinanti biologici (batteri) e basta. E i metalli pesanti? E l’inquinamento da petrolio? E l’inquinamento da pesticidi e da fertilizzanti dell’agricoltura moderna e da residui organici ed inorganici delle fabbriche che versano i loro rifiuti nei corsi d’acqua? E le scorie radioattive? Nulla di tutto ciò si è davvero considerato. Il paradosso è che un’acqua potrebbe essere talmente piena di metalli pesanti, per esempio (ma altri inquinanti non farebbero soverchia differenza), da impedire una proliferazione batterica e da diventare ipso facto legalmente pulita proprio perché lì non ci vogliono stare nemmeno i batteri. Chi ha seguito il lavoro fatto sui foraminiferi deformi, quando non estinti, nei pressi delle coste marchigiane sa di che cosa parlo. Però, consoliamoci: non è solo l’Italia ad affondare nel crepuscolo di un impero che, se, come il pesce, aveva cominciato a puzzare dalla testa, ora puzza sempre di più anche nel resto del corpo. E’ di ieri la notizia che la Comunità Europea (contro il voto una volta tanto corretto dell’Italia) ha deliberato che gli alimenti possono essere etichettati come biologici anche se contengono fino allo 0,9% di organismi geneticamente modificati (un’enormità!), senza, peraltro, che il dato debba essere denunciato in etichetta. Se aggiungiamo a questo il fatto che la Comunità non si è mai presa la briga di considerare gl’inquinanti particolati presenti in questi alimenti, non c’è dubbio che siamo al cospetto di un’azione che è difficile aggettivare diversamente da “sconsiderata” almeno nei confronti di quelle persone che sono disposte a sacrificare qualche Euro per mangiare alimenti meno sozzi di quelli che di norma ci propinano le industrie con la complicità di politici e di scienziati da strapazzo. La Monsanto si sfrega le mani e così tutti gl’inquinatori per professione. Che fare? Mandiamoli tutti a casa, suggerisce Elio Veltri, antico uomo politico deformato dal difetto dell’onestà e per questo considerato un corpo estraneo. Ma per mandarli a casa bisogna per un attimo sacrificare la pennichella ormai cronica.