Ormai anche il Berlusconi ridens ha rinunciato a mentire spudoratamente sulla crisi che non è solo finanziaria: siamo nella cacca e lo siamo a 360 gradi.
E crisi significa altro che non avere le ricchezze che dovrebbero costituire il significato del denaro, carta comune altrimenti. Crisi significa anche traballare per quanto riguarda le rotte da prendere per arrivare ad un mare un po’ meno burrascoso e significa annegare in un malinteso morale come quello dietro cui si nascondono coloro i quali noi continuiamo pervicacemente a definire “politici”.
Così è diventato impellente smetterla di sperperare denaro (“limitare gli sprechi” ho sentito dire al giornale radio stamattina: “limitare”, non “eliminare”) e anche, magari, iniziare parallelamente una conduzione della cosa pubblica un po’ meno immorale.
Tra i tanti punti dolenti ci sta quello, in fondo non importantissimo, delle intercettazioni telefoniche: c’è chi le condanna e c’è chi le pretende a gran voce, anche se chi le pretende non sarebbe troppo felice di vedersi, per così dire, messo in piazza. Va, inoltre, sottolineato come le intercettazioni costino cifre tutt’altro che trascurabili al sempre più povero contribuente e, dunque, anche qui quattrini e morale possono trovare un terreno comune. Citando da http://blog.panorama.it/italia/2007/06/25/intercettazione-ma-quanto-mi-costi/, pare che tra il 1995 e il 2004 tre italiani su quattro di età compresa tra i 15 (!) e i 70 anni siano stati intercettati: 30 milioni in totale. Non c’è che dire: un lavoro di tutto rispetto, e un lavoro costato centinaia di milioni ogni anno.
Ma chi è intercettato? Non saprei dirlo esattamente. Certo: chi ha il telefono spiato deve essere qualcuno d’importante, altrimenti sono quattrini e tempo sprecati.
E io? Beh, è noto che io sono importante. Anzi, importantissimo come lo sono tre italiani su quattro, tanto da avere il privilegio di condividere telefono e Internet con qualche orecchio non invitato almeno dal 2005.
A dire la verità ero convinto che la cosa fosse cessata da un pezzo, e, invece, pare non sia così. Qualche giorno fa una persona di solito bene informata mi ha avvertito (non per telefono e non direttamente) che un personaggio politico sulla cui onestà non mi sentirei di giurare – e lui se ne cruccia – si è sentito toccato nei suoi interessi non propriamente esibiti ed esibibili alla luce del sole: insomma, pare che io abbia detto e scritto che certe operazioni “industriali” possono portare malattia e morte. Così, almeno a quanto mi è stato comunicato, eccomi di nuovo sotto controllo.
Ma che cosa potrei mai dire al telefono o nei miei messaggi e-mail che non si sappia? Beh, è vero che al telefono faccio nomi di politici e di faccendieri, parlo di certe porcherie perpetrate da istituzioni, menziono chi sta alle spalle del ratto del microscopio (a proposito, a tutt’oggi inutilizzato da gennaio come si desiderava), esprimo a volte in modo poco elegante le mie opinioni, ma, tutto sommato, non occorre grande fantasia per estrapolare da ciò che scrivo e da ciò che dico alle conferenze.
In fondo – lo confesso – il povero disgraziato costretto ad ascoltare le mie conversazioni e a leggere le mie mail mi fa compagnia. E anche pena. Molta. E chi sta alle spalle di questa così poco nobile e così dispendiosa operazione mi fa ancora più pena. Ma, magari, chi mi ha avvertito si è sbagliato e io sono l’italiano su quattro.
quale e’ il reale problema!?Ora michiedo se un coltello taglia e’ una cosa normale?PAre di si…lo hanno fatto apposta con questa peculiare caratteristica.Quindi il coltello E’ quell’oggetto ATTO A TAGLIARE, non certo atto a fare altre cose,anche se VOLENDO si puo’ anche usare in malomodo per altri scopi.Quindi se lo usi per tagliare, suo scopo primario, puoi usarlo BENE o puoi ammazzarci qualche parente,il problema non e’ il coltello ne il fatto che sia AFFILATO ed appuntito.LE interecettazioni sono la medesima cosa,nascono AFFILATE ED APPUNTITE proprio per poter fare bene il loro mestiere ma qualcuno le usa impropriamente o addirittura… Leggi il resto »
non ho afferrato..RISPOSTA Forse non sono stato chiaro fino in fondo. A me scoccia che m’intercettino solo perché l’operazione costa ai contribuenti (me compreso) e serve solo a proteggere i ladrocini (e mi fermo lì) di qualcuno. Non capisco, anche a me scoccia se mi intercattano perche’ so’ di non aver nulla da nascondere e so’ quindi che stanno perdendo sia soldi che tempo.Ma nel mio caso specifico, o nel suo.Ma un giudice non da’ il permesso di intercettare chiunque,chi itnercetta non emtte sotto osservazione 2000 persone per STATUTO, cerca di beccare l’informazione utile magari mettendone 50,100!Leggendo la risposta mi… Leggi il resto »
ascolti
Il bello è che, dicendo che in italia s’intercettano milioni di persone, tempo fa parlassero di Gioacchino Genchi come fosse un pericolo pubblico. Ho letto il suo libro e l’ultima cosa che Genchi fa è intercettare. Va preso sempre con le pinze quello che scrivono i giornali.
Sono d’accordo con Lei. A questo punto l’intercettazione diventa uno strumento di offesa, e non il contrario come dovrebbe essere.