Stamattina ho ricevuto diversi messaggi arrivati con i nuovi mezzi di comunicazione con i quali mi si metteva al corrente di ciò che avevo già appreso da un giornale radio dell’emittente di regime: la signora Beatrice Lorenzin, la donna più petalosa del mondo, dopo aver fondato tra una vaccinazione e l’altra un nuovo partito colmando così un vuoto nella pur luminosa politica italica, ha scelto di presentarsi a Modena. Il cuore mi ha fatto una capriola: grazie Beatrice! Lo so: l’avete fatto per me (vi do del voi come faceva la manzoniana Lucia quando si rivolgeva alla Madonna).
Dopo aver perso il professor Burioni (ma un ministero tecnico resta sempre spalancato per un luminare come lui), dopo che non è affatto certo che il dottor Antonio Tajani, lo statista di estrazione monarchica che presiede il Parlamento Europeo e che saggiamente vietò a me e a un piccolo Premio Nobel l’accesso al Parlamento di Bruxelles, si presti a rendere ancora più prestigiosa la nostra politica correndo con il dottor Berlusconi, non disperiamo: abbiamo la signora Beatrice, ora petalosamente più mia. Nel brillante sistema di alleanze, sarà il PD a garantire alla signora Beatrice l’accesso al Parlamento e, al colmo della fortuna, la troveremo a remare per noi insieme con l’altro genio della politica: il dottor Matteo Renzi. Cerchiamo di meritarceli! E, se saremo fortunati e i miei conterranei bolognesi (a Bologna ci sono nato) ce lo regaleranno, avremo ancora nientepopodimenoche Pierferdinando Casini, sopravvissuto a se stesso quando nella notte dei tempi garantì che si sarebbe ritirato dalla politica se San Vasa Vasa (al secolo Salvatore Cuffaro) fosse stato condannato (per la cronaca un giudice cattivaccio lo accompagnò a sette anni di ferie in carcere).
Beh, facendo un piccolo inventario, nell’indecisione di Tajani (il dottor Silvio lo vorrebbe presidente del consiglio ma lui non ha ancora risposto) e sapendo che il professor Burioni potremmo averlo solo se il dottor Renzi diventasse il nostro primo ministro e rinunciasse dolorosamente a ridare alla signora Beatrice il timone della nostra salute (si potrebbe, comunque, istituire un ministero apposta per i vaccini), possiamo comunque consolarci. Noi riavremo Maria Elena Boschi (se i clienti della banca del babbo non le terranno il muso), Pietro Grasso (se gli passerà il groppo alla gola che ci tiene in apprensione), Pier Carlo Padoan (se troverà gli appunti per uscire di casa)… Ma, se il miracolo di Lazzaro si ripeterà, potremmo riavere anche Massimo D’Alema e, insomma, sarà una bella rimpatriata.
Dall’altra parte avremo il Movimento 5 Stelle capeggiato dal signor Luigi Di Maio, sempre che qualcuno lo accompagni in aula, che abbia deciso in che tasca tenere la siringa piena di un numero variabile di vaccini e non abbia deciso di fare il commissario unico della Nazionale, il prete, il ballerino, il neurochirurgo, l’astronauta, Mago Zurlì, Topo Gigio…. Grazie a lui sarà una festa accendere il computer la mattina per apprendere quale sia l’opinione di giornata del Partito e quali membri siano stati epurati. Purtroppo abbiamo perso il dott. Alessandro Di Battista, troppo impegnato a ridacchiare e a scrivere capolavori senza l’aiuto di nessuno dopo essere diventato papà, ma sono certo che “la rete” provvederà a trovare un degno rimpiazzo.
Ma potremmo anche avere il dottor Vittorio Sgarbi, ora portacolori di un partito chiamato Rinascimento dopo aver cambiato più squadre di Bobo Vieri e, così, cancellare d’un colpo gli autovelox, mettere al patibolo Equitalia, aprire gratuitamente i musei in parallelo ai postriboli (temo, a pagamento) e, attraversando il centro città a cento all’ora, godere allo stesso tempo di un Raffaello e delle arti di una professionista del piacere senza rendere conto all’esattore delle tasse. Di questo l’Italia aveva davvero bisogno.
In fondo a tutti, stipata nell’angoletto buio, ci sarà la miriade di nanopartiti antivax, indispensabili al regime per conservare il potere alla siringa. Se qualcuno di loro ce la farà almeno a raccattare le firme necessarie per iscriversi alla competizione, potrebbe, vedi mai, ambire a raggiungere uno zero virgola per cento, finendo tra l’indifferenza generale nell’umido, nel caso specifico senza possibilità di riciclo o di un qualunque riuso. L’esperienza personale mi dice che i mezzi di cosiddetta informazione nazionali (e moltissimi locali), per nostra fortuna tutti saldamente legati al regime, non lasceranno ai piccolini nemmeno un secondo di tempo non dico per dire che, nella loro turpe opinione, la legge Lorenzin è un crimine, ma semplicemente per sussurrare che esistono.
Che cosa uscirà, allora, dalle elezioni prossime venture? Ma, perbacco, finirà tutto come nel famoso girotondo: tutti giù per terra!
A me il partito “petaloso” della Lorenzin fa venire in mente le impareggiabili parole scritte sul kitsch da Milan Kunder ne “L’insostenibile leggerezza dell’essere”. Il romanzo è ambientato nei giorni della “Primavera di Praga” e racconta come l’essenza più profonda di un regime totalitario sia la stupidità. Qualcosa che con noi non ha nulla a che fare, ovviamente…
Se ricordo bene il libro che lessi molti anni fa, i medici dell’allora Cecoslovacchia amavano urinare nei lavandini. I nostri non farebbero mai una cosa del genere: i nostri si limitano ad iniettare pozioni di cui preferiscono ignorare la natura su commissione dei politici illuminati.
Ops! Mi sono accorto che la “a” mi è rimasta nella penna: si scrive “Kundera” ovviamente.
Brillante e graffiante come al solito. E’ notizia dell’ultima ora che non avremo più in parlamento Denis Verdini, in più occasioni artefice della sopravvivenza dei governi Renzi e Gentiloni. Che ne dice? Pare proprio che la gratitudine non sia di questo mondo….
Sono certo che avremo modo di sostituirlo degnamente.