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Perle e porci senza ali

Sarebbe troppo facile scrivere un pezzo ironico fino al sarcasmo. L’argomento, però, mi sta troppo a cuore per farlo e starò attento a non cadere in tentazione.

L’argomento è quello delle centrali a biomasse, il nuovo business per i furbetti del quartierino, quelli che, sotto l’occhio benevolo, quasi materno e quanto mai concupiscente di una coalizione compatta di  ‘ndrine fatte di politicanti a canne mozze costituisce uno dei

modi più sicuri e più redditizi per il massacro a scopo di lucro di questo paese ormai senza barlumi di nobiltà e, temo ogni giorno di più, senza possibilità di un futuro in qualche modo dignitoso.

 

Come da programma ieri sera, in una saletta angusta e strapiena addobbata con decorazioni del partito, i grillini di turno, stavolta a San Pietro in Casale, Bassa bolognese, hanno recitato una delle varie farse ignobili di cui sono con frequenza crescente protagonisti.

Serata introdotta da un tenero presentatore etichettabile solamente con il neologismo ormai desueto di fantozziano, non una parola sull’assenza del professor Corti, promesso fino all’ultimo secondo come relatore ma non presentatosi, non gradendo di essere strumentalizzato (documento scritto disponibile e datato martedì 4 febbraio). Così, restati senza un relatore credibile, il tema della serata, vale a dire gl’impianti a biomasse che esistono e quelli che minacciano d’invadere ancor di più un territorio già martoriato, è restato lettera morta. Qualche vecchia informazioncina raffazzonata raccattata qua e là su Internet a toccare l’inquinamento dell’aria in generale e niente di più.

Sconcertante il prolisso pistolotto di un’avvocatessa: con quegli argomenti la sconfitta è certa come la morte, e mi fermo qui per non infierire.

Ma bisognava far arrivare mezzanotte e i politici grillini intervenuti dovevano avere la loro ribalta. Che importa se nessuno di loro aveva idea dell’argomento? Come insegna il rabbi Beppe, l’importante è parlare: poco o, meglio, nulla importa che diavolo si dice. L’importante è eccitare la folla e farle urlare il suo “Crucifige!”. Crocifiggi chi? Boh! Perché? Ariboh! Tu, intanto, crocifiggi. Una ragione la troveremo senz’altro a tumulazione avvenuta.

Mia moglie ed io avevamo diffidato la compagnia di giro dall’usare materiale nostro, ma, naturalmente e parlando in generale (absit iniuria verbis ed esclusi i presenti), i briganti mica si fanno intimidire, e, dunque, il piccolo assalto alla diligenza, peraltro più che prevedibile, c’è stato: non solo una foto (inizialmente era un mini-portfolio) di camomille malformate scattata da noi in laboratorio, ma l’uso indiscriminato del frutto di ricerche condotte, manco a dirlo, a nostra cura e spese. Del resto, che cosa avrebbe potuto dire una manica di sprovveduti? Il brutto, però, è che quella manica di sprovveduti è fatta, appunto, di sprovveduti e, dunque, gli sprovveduti si sono rivelati ovviamente incapaci di capire che cosa e quanto avessero portato via. Con tutte le conseguenze del caso.

Il senatore Luigi Gaetti, già eccellente anatomo-patologo (e proprio per la sua bravura sgradita a “chi conta” a corto di carriera), ha presentato materiale fotografico di autopsie e altro materiale relativo ad un caso di malformazione fetale e di leucemia mieloide acuta studiato con noi diversi anni fa. La proiezione di diapositive ha comportato l’esibizione di diverse immagini di microscopia elettronica fatte da noi e Gaetti non ha esitato a mostrare l’intestazione del nostro laboratorio e a citare i nomi di mia moglie e mio come autori dello studio, uno studio poi presentato da mia moglie ad un congresso internazionale a Vienna. Oggettivamente dieci minuti interessanti e ben illustrati ma che, ancora oggettivamente, non erano giustificati nel contesto della serata senza che qualcuno spiegasse preventivamente che c’entra quella roba con le biomasse (e c’entra eccome). Certo che, per spiegarlo, occorre cognizione di causa e, se questa non c’è, non si può inventare su due piedi.

Il resto è stato mortificante e confesso che io ho provato imbarazzo nell’assistere all’esibizione di personaggi che, in altre circostanze, avrebbero faticato a trovare attenzione in una mescita pubblica di alcolici. Per costituzione ognuno di loro rappresenta l’Italia e, in fondo, la rappresenta com’è.

Ignari dell’argomento, i politici grillini venuti a fare passerella hanno sproloquiato di varia umanità, spaziando dagl’impianti eolici del Sud alla nomina dei dirigenti portuali, da una villa nel Ravennate all’acquisto di territori africani da parte dei cinesi. In un passato ancora prossimo qualcuno avrebbe chiesto che ci azzecchi mai. Divertente il senatore campano che, coerentemente con i colleghi, non sapeva un accidente e che ha intrattenuto il pubblico (sempre plaudente) con amenità miscellanee. Peccato abbia dimenticato i rigori non concessi al Napoli, perché forse lì avrebbe mostrato competenza. E peccato che l’onorevole Paolo Bernini, atteso tra gli oratori, abbia dato buca. Ci fosse stato avremmo potuto godere, vedi mai, di rivelazioni sconvolgenti sui dischi volanti, sulle guerre puniche e sul Mostro degli Urali con tanto di chip ficcato in qualche insospettabile distretto anatomico. Commovente, invece, quando il Fantozzi stava per dare la parola al pubblico dimenticandosi di una senatrice che lo tirava insistentemente per un braccio: “E il mio show?” Non appena il maldestro presentatore si è accorto della gaffe (in odore di lesa maestà), ha recapitato il microfono alla sullodata statista la quale ha affermato che lei di biomasse ne sa zero. Ecco perché voleva la parola. Ma non per questo, per la sua dichiarata incompetenza, la gentile rappresentante del popolo ha chiuso la bocca: il suo sproloquietto, fuori tema come ci aveva avvertito e come è stata tutta la serata, ci doveva essere e c’è stato.

A numeri per il colto pubblico e per l’inclita guarnigione esauriti, ecco le domande di chi stava di là dal tavolo. Senza entrare nei particolari per non abusare della pazienza di chi è arrivato a leggermi fin qui, non posso non citare quelle poste da una spettatrice del luogo la quale – guarda un po’ la bizzarria – voleva finalmente sapere qualcosa sul tema che ci si aspettava dalla serata: le biomasse in generale e, in particolare, quelle a San Pietro in Casale. L’imbarazzo dei politici si poteva raccogliere con un mestolo ma, per fortuna, a salvare i compagni di palcoscenico è intervenuta l’avvocatessa con un crescendo di grida e sull’orlo di una crisi di nervi (si riguardi nel filmato). Il succo degli strilli è stato: “Come si permette di fare domande del genere a gente che è qui per aiutarla? Lo chieda a Montanari!” Lascio ad un insegnante di sostegno con buona esperienza il commento.

Prescindendo dall’avanspettacolo di quint’ordine, è, invece, allarmante, l’intenzione del rocambolesco consigliere regionale emiliano Defranceschi, rocambolesco in ragione della via seguita per  posare i glutei nel parlamentino di Bologna. Costui ha dichiarato che presenterà un’interrogazione regionale e altro non potrà fare se non pastrocchiare, come ha già fatto, con i dati nostri, dati che non possiede se non in minima parte e del cui significato, palesemente, non ha contezza. Aggiungo che tutti i politici grillini in qualunque modo sollecitati fino a pochi giorni fa hanno costantemente evitato d’incontrare sia mia moglie sia me e, obiettivamente, ne capisco l’imbarazzo. La tecnica casaleggina è quella d’impadronirsi dei nostri risultati per gloriarsene come inveterato costume generale del Tartarino Grillo. Il motivo d’imbarazzo è che quei risultati li abbiamo ottenuti proprio con il microscopio che il loro santone ci ha sottratto grazie anche alla loro complicità. Comunque sia, deve essere chiaro: noi ci dissociamo completamente da tutto quanto Defranceschi o qualunque altro politico presenterà, non importa in che sede, sia sulle biomasse sia su altri argomenti di cui noi ci occupiamo, dal trattamento dei rifiuti agl’inquinanti nei vaccini. Fatta salva la libertà di ognuno di comportarsi come crede, nessuno ci tiri in ballo perché noi siamo responsabili solo di ciò che diciamo di persona e di ciò che di persona firmiamo. Il resto non ci appartiene.

In conclusione, è bene essere coscienti di come stanno le cose: le biomasse interessano indistintamente tutti i partiti perché sulle biomasse tutti, in un modo o nell’altro, trovano di che godere. Che la Casaleggio Associati mandi allo sbaraglio i suoi uomini con la certezza della disfatta fino ad un ridicolo che peserà parecchio su chi poi tenterà di riparare al guaio spiega in maniera didascalicamente ineccepibile la sua posizione. A rimetterci saremo noi, popolo bue, ma da questo pianeta non si evade e, tasche piene o tasche vuote, quando si crepa male non ci sono differenze.

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Francesco Michelacci
11 anni fa

Biomasse
Da profano rammento che qualcuno scrisse ( mi pare nel ” futuro bruciato ) che le centrali a biomasse sono antieconomiche, necessitano di quantità di combustibili del tutto irreperibili in loco, producono polveri sottili pericolose e generano profitti solo in virtu’ del meccanismo perverso del cip 6.
Last but not least la tentazione di bruciarvi anche i rifiuti, sia urbani che non, è alta e talvolta effettuata.
Manca qualcosa?

RISPOSTA

Manca tutta la corruzione che viaggia come bagaglio appresso.