Per un attimo qualche giornale ha rispolverato con piccole novità una delle tante nanotragedie taciute o immediatamente dimenticate: quella dei cancri e delle malformazioni fetali intorno alla zona di Perdasdefogu dove esiste un immenso poligono di tiro militare nel quale si sperimentano armi ed altri aggeggi utili in caso di guerra.
Laggiù, in quella fetta della Sardegna meridionale tanto bella da togliere il fiato come per una vertigine, io ci sono stato per la prima volta l’estate scorsa: a vederlo è un piccolo paradiso. A conoscerlo è l’inferno. Parlare con i sopravvissuti (per quanto?) trapassa il cuore, non fosse altro che per la dignità secca e distante eppure partorita dalla carne con cui quelli raccontano. Parlare con chi ha fatto pazientemente le ricerche su uomini e animali riempie di rabbia e spalanca una finestra sull’abisso d’impotenza in cui precipitiamo accelerando ad ogni metro.
Tragedia nella tragedia è il vedere come le cosiddette “autorità”, quelle facce senza nome che noi paghiamo perché ci siano di utilità e che invece, di fatto, ci vendono al migliore offerente, trattano chi paga loro lo stipendio. Chi muore doveva morire perché nessuno è eterno. Chi si ammala simula o esagera. Chi nasce malformato si nasconda perché è osceno. Chi denuncia è un visionario.
Ora, quasi in modo carbonaro, escono dati che fanno accapponare la pelle, ma sono certo che in un lampo anche i pochi che ne avranno letto ma che vivono altrove e non sono stati toccati nella carne cancelleranno tutto come se nulla di tutto ciò fosse mai esistito.
Ma sì: i morti vanno cancellati e anche le sofferenze più atroci prima o poi passeranno come passa ogni cosa. Dunque, continuiamo ad essere saggi come siamo sempre stati: lasciamo che noi e i nostri figli siamo considerati per quello che siamo: bestie da macello. (Stefano Montanari)
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Trovandosi ad esaminare il cadavere di qualcuno cui è stato sparato addosso, ad un certo punto il medico legale estrae le pallottole che hanno causato la morte. Attraverso l’analisi di questi oggetti, infatti, si può identificare l’arma da cui sono stati sparati e, da qui, eventualmente, il suo possessore. L’identificazione di tracce organiche sulla scena del crimine e del DNA, poi, può aiutare non poco ad identificare l’assassino.
Le moderne tecniche scientifiche, infatti, possono eseguire indagine molto sofisticate, in grado di analizzare parametri ultramicroscopici che fino a pochi anni fa erano impensabili.
Nuovi approcci scientifici sono applicabili anche a casi in cui si può a buon diritto presumere che patologie tumorali umane ed animali siano correlabili con inquinamenti ambientali.
Nel caso delle malattie “misteriose” che possono anche aver portato a morte soldati di ritorno dai Balcani o dall’Afghanistan o civili presenti sia in zone di guerra sia abitanti attorno a poligoni di tiro, io ho applicato una nuova tecnica di microscopia elettronica a scansione di tipo ambientale direttamente sui tessuti patologici. Quel tipo d’indagine che mi si è data la possibilità di sviluppare grazie ad un progetto di ricerca europeo è stato presentato, tra l’altro, a due Commissioni del Senato italiano per le malattie da Uranio impoverito e alla Camera dei Lord di Londra.
In un primo momento l’indagine era stata applicata per la ricerca dell’Uranio impoverito nei tessuti patologici, ma dal momento che io non ne ho mai trovato traccia, non ho potuto che arrendermi all’evidenza: l’Uranio non è il killer ma il mandante. Semplificando un po’, le esplosioni ad alta temperatura, siano esse provocate da bombe all’Uranio, siano, invece, la conseguenza dell’uso di armi ad alta tecnologia come, ad esempio, quelle al Tungsteno, provocano la formazione di enormi quantità di polveri sottili ed ultrasottili che vengono inalate o ingerite da chi si trova in zona e, da lì, partono le patologie. È un dato di fatto che un volume molto piccolo di Uranio provoca la volatilizzazione di grandissime quantità di materia e che l’Uranio, pesante com’è (quasi 20 volte più dell’acqua) cade entro raggi limitati. Dunque, la sua presenza nelle polveri è di fatto irrilevante. Tutto questo è stato ampiamente illustrato a parecchi congressi, in numerosi articoli e anche, in dettaglio, in vari libri, tra cui Nanopathology.
Nei tessuti patologici di tanti soldati italiani e di oltre 20 civili abitanti in zone interessate da esplosioni di tipo bellico,avevo trovato la presenza di metalli pesanti in forma particolata micro- e nanodimensionata. Per un addetto ai lavori è chiaro che le particelle identificate sono da correlare per morfologia, dimensioni e composizione chimica all’inquinamento atmosferico che si crea dopo bombardamenti e non al normale inquinamento atmosferico. Pertanto il ritrovarle all’interno del corpo umano ed in tessuti patologici dimostra l’esposizione subìta inalata o ingerita dai soggetti studiati.
È evidente che non solo i militari ma anche i civili che vivono nella zona inquinata possono condividere la stessa esposizione e contrarre le stesse patologie. Come nei teatri di guerra, nei poligoni di tiro dove si provano nuove armi o dove si fanno sperimentazioni che non troverebbero ospitalità in alcun laboratorio di ricerca visti gli effetti che hanno, possono essere rilasciate polveri sottili ed ultrasottili, stanti le temperature di combustione che le armi o, comunque, gli effetti di alcune sperimentazioni comportano.
Già al tempo delle Commissioni Uranio Impoverito, quella preseduta dall’On. Franco e quella della Senatrice Menapace, mi ero interessata dei problemi di salute all’interno del Poligono interforze di Perdasdefogu (Salto di Quirra) in Sardegna.
Su richiesta dell’allora Presidente della Commissione Uranio impoverito, la Senatrice Menapace, ero andata personalmente intorno e dentro il Poligono per verificare eventuali esposizioni ambientali possibili in zona.
Già da tempo a Quirra si parlava di un aumento preoccupante di patologie tumorali fra gli abitanti e di malformazioni fetali negli animali, ma questo senza alcuna conferma ufficiale.
Il mio rapporto esitò in un’audizione che feci in parte secretare, visti i risultati di alcuni prelievi ambientali e analisi che avevo realizzato (anche su me stessa) dopo la visita. Va ricordato che dietro richiesta dell’ASL competente per territorio avevo anche analizzato i tessuti patologici di alcuni pazienti della zona ammalatisi di cancro e poi morti. L’audizione conteneva alcuni rilievi scientifici e l’espressione di certi dubbi che sentivo di dover dichiarare.
Quei dubbi hanno portato ad un monitoraggio ad ampio raggio che il Ministero della difesa ha svolto l’anno scorso nel Poligono durante le esercitazioni. A lato di questa indagine, l’ASL ha incaricato i veterinari dott. Mellis e dott. Lorrai di verificare la presenza eventuale di patologie animali nella zona.
Il rapporto da poco uscito ha evidenziato che il 65% degli abitanti di quel territorio è o è stato (è stato perché già deceduto) affetto da patologie tumorali. Non solo, ma non c’è ovile che non abbia visto agnelli malformati. Alcune vacche, inoltre, sono state abbattute, dato che ogni gravidanza finiva con un aborto.
Questo rapporto dell’anno 2010 fotografa una situazione limitata agli ultimi anni e niente si sa del passato.
Comunque, a suo tempo, l’epidemiologo cui era stato demandato il compito di uno studio per verificare se le denunce dei cittadini avessero fondamento non aveva mai evidenziato nulla di anomalo : tutto perfettamente normale. Purtroppo, però, è impossibile negare che gli agnelli malformati esistono e non sono solo fantasie. Quindi ci deve essere una spiegazione. Per quanto poi riguarda gli umani, il prete di Quirra continua a celebrare funerali. Anche per questo fatto una spiegazione ci deve essere.
È ovvio che, se si lavora chiusi nella propria stanza, magari lontano dalla zona in studio, elaborando dati non presi sul luogo ma desunti da un’anagrafica della cui completezza non si è certi o, addirittura, palesemente incompleta, si partoriscono risultati che niente hanno a che fare con la realtà. Dati che forse fanno piacere a qualche politico, ma che certo non soddisfano la popolazione e soprattutto, negando ogni evidenza, che abbandonano la popolazione a se stessa.
Se fare il medico non è “un mestiere come un altro”, un medico non può fare questo, non fosse altro per il giuramento che un giorno prestò ad Ippocrate e che lo impegna per la vita.
Non solo, ma l’anomalia dello studio mette anche in evidenza un metodo scientifico a dir poco discutibile. Come si possono paragonare dati così visibilmente incompleti con dati di patologie analoghe relative a persone che lavorano in industrie e sono esposti a polveri di processi industriali ? In un lavoro scientifico ci deve essere il controllo positivo, ma altrettanto è indispensabile quello negativo. Dire che non esiste il problema perché la media delle patologie in zone industriali è maggiore della media rilevata a Quirra è sbagliato scientificamente.
Nella zona di Quirra e per moltissimi chilometri intorno non ci sono industrie e il traffico veicolare è davvero scarso. Al di là di ogni discussione, l’unica fonte d’inquinamento è il Poligono. Inoltre la zona era nota per la presenza di centenari che testimoniavano la possibilità di vivere a lungo in quei luoghi. Una visita ai cimiteri locali ed un’occhiata alle lapidi di un tempo e di ora può essere esplicativa.
Quindi, pastori che contraggono la leucemia stridono con la realtà tradizionale del territorio.
In aggiunta e per completezza, se l’epidemiologo facesse un confronto con un’altra realtà pastorizia analoga in un altro luogo del mondo, scoprirebbe che la zona di Quirra è altamente anomala.
Non è nascondendo la testa sotto la sabbia che si affrontano i problemi e “aggiustare” i dati non ha mai risolto nulla. E’ solo conoscendo il problema e capendone cause e meccanismi che si può mettere in atto un’azione efficace di prevenzione, evitando in questo modo morti premature e sofferenze gratuite.
Applicando il metodo scientifico di cui ho accennato brevemente, ho verificato in loco l’inquinamento in aria e sull’erba anche dopo tempo dall’attività che ne era stata origine, ho esaminato i tessuti patologici di esseri umani e di agnelli e, a mio parere, i conti tornano. Le esplosioni producono nuove polveri di metalli pesanti che vengono inalate, che contaminano frutta e verdura che l’uomo mangia , ma contaminano pure l’erba di cui si ciba il bestiame. Da qui una possibile esposizione indiretta subita nutrendosi delle carni di quegli animali.
Le particelle generate e trasmesse in quel modo, direttamente o indirettamente che sia, sono assimilabili a dei proiettili che mirano a tutti gli organi e i tessuti. Non solo, ma, dopo aver superato qualsiasi barriera fisiologica, sono in grado di entrare nelle cellule e raggiungere direttamente il DNA, come le nostre ricerche hanno confermato.
Se cercati nella maniera giusta, questi minuscoli proiettili possono essere ritrovati ed identificati da tutte le persone che hanno la capacità e volontà di guardare un po’ più lontano della routine. E, con un po’ di applicazione e di studio, queste persone possono decifrarne effetti e potenzialità.
Ora, comunque sia, il rapporto dei dottori Mellis e Lorrai rappresenta un punto fermo, indiscutibile, da cui non si può più tornare indietro e che diventa addirittura ridicolo negare.
A Quirra c’è un problema che a mio avviso, credo senza peccare di ottimismo ad oltranza, potrebbe essere prevenuto in futuro se solo si lavorasse con il bene comune come obiettivo. Il resto è ingenua follia.
Antonietta Gatti
http://ambiente.liquida.it/focus/2011/01/05/gli-allevatori-di-salto-di-quirra-chiedono-la-verita-sul-poligono-interforze/
http://lanuovasardegna.gelocal.it/dettaglio/quirra-il-flagello-dei-tumori/3103084
mi ripeto..Saro’ stancante ma in un paese che si ritiene DEMOCRATICO e governato da giustizia ed equita’, certe cose andrebbero perseguite velocemente,controllate DA TERZE PARTI,per evitare “errori di parallasse”, e poi condannati i colpevoli al carcere a vita e al risarcimento dei danni.Carcere a vita perche’ qui si parla non solo di fauna e flora con malformazioni ma anche di esseri umani che CREPANO di malattie che regalano grandi sofferenze.L’errore e’ umano, ci puo’ stare, ma quando si tratta di controlli dovrebbero esserci BINARI BEN PRECISI da seguire, che non diano modo al Dottore “allegro” di turno di potersi ESIMERE… Leggi il resto »