Blog

Onlus cercasi

Di 7 Dicembre 2011 2 commenti

Da quando, anni fa, un po’ per mia informazione e un po’ per necessità, ho cominciato ad interessarmi dell’amministrazione della giustizia in Italia, confesso di non essere tranquillo.

La lettura di certi atti processuali e delle sentenze uscitene, certe archiviazioni, certi trucchi del mestiere della cui onestà non mi sento di garantire usati da più di un avvocato e accettati senza battere ciglio dai giudici come regole del gioco mi hanno lasciato a dir poco perplesso. Il dare per scontato che la “verità” uscita da un processo e su cui si sentenzia possa tranquillamente essere diversa da quella senza virgolette è cosa che per me, non addetto ai lavori e, per questo, esente da storture culturali, è intollerabile. L’accorgermi che l’onere della prova ricade di fatto sull’accusato, anche se chi accusa lo fa nell’anonimato e senza nemmeno prendersi il disturbo di darsi un minimo di credibilità mi terrorizza. L’evidente infischiarsi di prove e logica da parte di chi giudica è per me disperante.

Non sempre è un tribunale vero e proprio a giudicare. A volte può essere l’Agenzia delle Entrate come è capitato nel caso in cui l’associazione Ricerca è Vita si è vista inopinatamente cancellare il proprio status di onlus.

È vero: quell’associazione dava fastidio a qualcuno “che conta” e il fastidio era la divulgazione delle ricerche sulle nanopatologie, qualcosa che notoriamente disturba gl’interessi di chi mangia a qualunque titolo su inceneritori di ogni ordine e grado, centrali termoelettriche, cementifici, motori a scoppio con tanto di accessori di dubbia utilità e quant’altro inquini ulteriormente quella discarica planetaria in cui abbiamo trasformato la Terra e la sua atmosfera. Se si vuole lucrare tranquilli è indispensabile che la popolazione sia mantenuta nella più atarassica ignoranza. E, allora, bisognava tirare fuori il solito strumento di contenzione: il bavaglio. Come si è fatto? Semplice: si è preso il solito delinquentello cui si è garantito l’anonimato e gli si è fatta confezionare un’accusa. Quale accusa era possibile in quel caso? Nessuna, non fosse altro perché Ricerca è Vita svolgeva esattamente l’attività dichiarata in statuto, cioè la salvaguardia dell’ambiente tramite la diffusione dell’informazione, e, per di più, aveva un bilancio tanto modesto quanto facilmente controllabile. Eppure un’accusa si trovò: la onlus faceva ricerca, cosa vietatissima. L’inconsistenza della pretesa era evidentissima e le prove, evidentemente, erano zero. Al di là di tutto a Ricerca è Vita mancava non solo la volontà di ricercare ma non aveva personale, locali, apparecchiature e, soprattutto, i fondi appena minimamente necessari anche solo per iniziare la più banale delle ricerche scientifiche. Come avrebbe fatto anche solo a pensare di condurre una ricerca qualunque in quelle condizioni resta bizzarria confinata in qualche cervello di cui mi sfuggono i confini.

Burocraticamente la denuncia doveva pervenire all’Agenzia delle Entrate della Toscana e così fu. A quel punto, letto il documento, chiunque avesse un briciolo d’intendimento l’avrebbe cestinato per palese inattendibilità o, se avesse avuto tempo da perdere, avrebbe dato un’occhiata ai fatti e avrebbe chiuso lì la vicenda, magari tirando le orecchie all’imbecille che aveva fatto perdere tempo.

E, invece, così non fu. L’ente preposto provvide subito a togliere lo stato di onlus all’associazione senza nemmeno disturbarsi ad interrogarne il presidente né, tanto meno, a valutare oggettivamente entrate e uscite. Immediata opposizione da parte nostra e un altro annetto molto abbondante d’attesa, al termine del quale il caso fu “discusso” di nuovo. La sentenza fu che sì: Ricerca è Vita non è proprio che facesse ricerca, però, magari, avrebbe anche avuto voglia di farlo. È solo un’illazione fondata su intenzioni a dir poco fantasiose? Non importa: niente status di onlus. I locali? Perbacco: quelli dell’Università di Modena e quelli della Nanodiagnostics? Che c’entrino con la onlus non è dato sapere, ma tant’è. E poi, non c’è quella storia del microscopio sottratto da Grillo? Vedi mai che i soldi finiscano a comprarne uno nuovo e la cosa certo non piacerebbe all’anonimo denunciante. Prescindendo dall’obiettivo dell’associazione che era tutt’altro, una cosa del genere, anche volendola fare, non è nemmeno concepibile, disponendo di qualche migliaio di Euro contro i 400.000 necessari per quell’acquisto. E allora? Beh, meglio non rischiare. E, poi, se con quei soldi si desse una borsa di studio ad un ricercatore? Orrore! Meglio chiudere.

Ora io non voglio discutere una sentenza che a mio parere, il parere di un uomo della strada che non capisce, oltraggia non solo la giustizia ma il più comune buon senso. Chissà, forse a sbagliare sono io. Non discuto e chiudo l’associazione con motivazione “nausea incoercibile da italica giustizia”. Spero sia un mio diritto farlo.

Resta, però, un adempimento: pare che nei due anni siano arrivati all’incirca 30.000 Euro di 5 per mille, denaro mai ricevuto ma disponibile. L’obbligo è quello di girare la somma ad una onlus che abbia lo stesso obiettivo di Ricerca è Vita: salvaguardia dell’ambiente. Così, se c’è una onlus adatta che voglia quei quattrini, si faccia avanti scrivendomi. Unica richiesta inderogabile è che quel denaro sia utilizzato esclusivamente per diffondere le conoscenze sulla patogenicità delle micro- e nanopolveri. Il rischio per chi accettasse potrebbe essere che chi ha smantellato Ricerca è Vita ripeta l’impresa. Per chi, poi, in mancanza del nome dell’eroe che ha sporto la denuncia vuole conoscere i nomi di chi ha giudicato in nome del popolo italiano, eccoli: Tindari Baglione (presidente), Nicoletta Mannini (relatore), Roberto Lombardi (giudice). Con tutto il rispetto e l’ossequio che il bue porta a chi lo bastona, mi chiedo se si rendano conto di che cosa hanno fatto. Se si degneranno, in tutta umiltà vorrò incontrare ognuno di loro.

2 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
edimattioli
12 anni fa

Onlus Bortolani !!!ma … allora, anche la Onlus Bortolani faceva “ricerca”, visto che ha raccolto oltre 380.000 euro (fra bonifici e 5×1000) per acquistare il microscopio, … ma perchè alla Bortolani non è stato tolto lo status di ONLUS?… questa è proprio un’offesa all’intelligenza! RISPOSTA I misteri che avvolgono la onlus Bortolani sono impenetrabili. Perché non ha mai mostrato i conti della raccolta fondi? Perché nessuno è mai riuscito ad iscriversi alla onlus Bortolani pur avendo inviato richiesta e quota d’iscrizione, quota tranquillamente intascata dalla onlus senza risposta? Perché nessuno ha avuto nulla da ridire quando la onlus Bortolani ha… Leggi il resto »

vraso
12 anni fa

CompetenzeCaro Stefano, ma non c’è modo di costituire una nuova Onlus? Magari facendosi consigliare da qualcuno che abbia competenza in materia e ti metta al riparo da guai? dico un’eresia se penso ad una Fondazione, tipo quella di Veronesi? Se la Nanodiagnostics acquisisse lo status di Fondazione potremmo addirittura vederti appoggiato da Telethon! Ci sarà pure qualcuno in grado di darti un consiglio competente!Comunque, se non ci sono altre strade, che ne pensi dell’ISDE? RISPOSTA Fondare un’altra onlus comporta almeno tre problemi: 1) costa quattrini, 2) per sopravvivere e fare informazione avrebbe bisogno di denaro, e, se in quasi un… Leggi il resto »