Le vostre domande

Note Integrative alla domanda su Harold Hillman

Hillman e la cellula illusoria

Citazione da

Le bugie della scienzaDi Trocchio Federico – Mondadori

a sua volta riportato da

Carlo Baroncelli
DIDATTICA INTERCULTURALE DELLE SCIENZE
Quaderni dell'interculturalità n. 17
 

Hillman e la cellula illusoria

Il dottor Harold Hillman – laurea in medicina, perfezionamento in fisiologia, neurofisiologia, biofisica e biochimica, nominato nel 1970 direttore dello Unity Laboratory of Applied Neurobiology di Londra nonché vicedirettore del Quekett Microscopical Club (insomma uno studioso "con tutte le carte in regola") – per aver osato richiamare l'attenzione sul problema rimosso degli insuccessi della medicina, interrogandosi sui motivi che le impediscono di progredire, è stato oggetto di tutta una serie di provvedimenti di emarginazione che sono andati dal taglio dei finanziamenti alla chiusura del laboratorio e al prepensionamento.
In pratica "Hillman ha enunciato quello che potrebbe essere definito come il corrispettivo biologico del principio di Heisenberg (il principio di indeterminazione, nda): la sperimentazione biologica modifica e denatura la cellula falsando la realtà" (p. 136). A suo parere gli insuccessi della medicina sono da ricercare nel fatto che le pratiche di laboratorio fanno uso di fonti di energia, di strumenti e di tecniche di preparazione microscopica che finiscono per falsare l'esito degli esperimenti e sostiene la necessità di rivedere quasi completamente le più recenti acquisizioni della biologia, soprattutto per quanto riguarda la biologia cellulare. Il fatto di non aver tenuto in considerazione l'interferenza delle procedure sperimentali nell'alterazione delle strutture biologiche indagate avrebbe determinato, secondo Hillman, "un inutile spreco di tempo, di denaro e di risorse mentali" (p. 154).
In particolare Hillman concentrò le sue ricerche sugli effetti delle tecniche istochimiche, di frazionamento cellulare e di preparazione dei campioni per la microscopia elettronica. Sarebbe troppo lungo in questa sede riportare, anche solo sommariamente, i vari aspetti dei suoi studi e ci accontentiamo di riportare la conclusione:

Hillman sostiene che le tecniche di preparazione microscopica basate su "affettati" di cellule chimicamente e fisicamente manipolate non solo ci danno un'idea distorta (piatta e bidimensionale) di una realtà cellulare tridimensionale, ma, aggiungendovi degli artefatti che si creano sugli affettati stessi (e che sono quindi necessariamente bidimensionali e non esistono nella cellula), finiscono per imprigionare il ricercatore in una sorta di "flatlandia" biologica. La maggior parte delle cose che crediamo di vedere nella cellula sarebbero insomma degli insignificanti artefatti chimico-fisici… strutture inesistenti che ci inducono a credere in un modello geometricamente sbagliato della cellula (p. 152).

Esempi "eccellenti" di questi artefatti sarebbero la membrana cellulare (che Hillman ritiene costituita da un unico strato e non dalle tre lamine dell'oramai accreditata struttura tripartita a sandwich), il reticolo endoplasmatico, l'apparato di Golgi, i ribosomi (tutte strutture inesistenti per Hillman).
Il modello cellulare che Hillman propone è sostanzialmente quello che era stato proposto a partire dal 1840 sulla base degli studi condotti con il microscopio ottico.
Questi svarioni microscopici avrebbero messo fuori strada e rallentato in particolar modo il campo delle ricerche sulle malattie del sistema nervoso, gli studi sulla distrofia muscolare e sul cancro. A tutto questo si aggiunga l'ingente spreco di fondi per sostenere le costose ricerche di microscopia elettronica.
Il prestigioso «Journal of Molecular Biology» si rifiutò di pubblicare il lavoro di Hillman così come il direttore del «Biochemical Journal» il quale scrisse nella sua lettera di rifiuto: "supporre che gli agenti fisici possano avere effetti biochimici è rivoluzionario" (p. 140). Risultato: l'articolo di Hillman non venne mai pubblicato e nessuno si lamentò o rammaricò del fatto.
Da quel momento Hillman si ritrovò circondato (salvo rarissime eccezioni) da una rete di omertà, un silenzio, un rifiuto di discutere i particolari delle sue ricerche. Non venne attaccato frontalmente, gli venne semplicemente fatta terra bruciata intorno: "È stato ascoltato ma non gli è stato risposto; si è ostacolata il più possibile la pubblicazione delle sue idee, gli si sono chiuse progressivamente tutte le porte ed è stato emarginato, soprattutto dopo la sua morte, avventa nel 1982" (p. 154).
Solo recentemente le argomentazioni di Hillman sembrano essere state prese cautamente in considerazione perfino da alcuni dei suoi oppositori.