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Nanopathology

 

Recensione del libro Nanopathology uscita sulla rivista scientifica Nano.

 

Il testo originale di Ottilia Saxl (http://www.nano.org.uk/aboutus/ottilia.htm), fondatrice e direttrice dell'Istitute of Nanotechnology e membro dell'Advisory Board del MIC – Department of Micro and Nanotechnology, Technical University of Denmark si trova all’indirizzo http://www.nanomagazine.co.uk/books.php 

Questo è un libro che Sir Arthur Conan Doyle avrebbe potuto invidiare, non solo per il lavoro investigativo intrapreso dalla dott.ssa Gatti e dal suo coautore, il dott. Montanari, che rivaleggia con qualsiasi storia di Sherlock Holmes, ma per il fatto che gli studi minuziosi raccontati dagli autori possiedono implicazioni reali e profonde riguardo l’origine finora inspiegabile di molte malattie. 

La “storia” comincia con la richiesta di un consiglio rivolto alla dott.ssa Gatti a proposito di  alcuni eventi medici insoliti che sembrano sfidare l’analisi “convenzionale”. Dallo studio di questi casi comincia ad emergere uno schema che ha portato gli autori ad un viaggio straordinario all’interno di un mondo nuovo di causa ed effetto patologico. Nel corso di questo viaggio i due esaminano un gran numero di campioni prelevati da individui colpiti da gravi malattie dei polmoni, del fegato o dei reni. Questi individui hanno certe cose in comune: o vivevano all’ombra di un inceneritore, o lavoravano in un teatro di guerra, o erano in qualche modo coinvolti nell’ambiente di industrie dove le alte temperature di combustione sono una caratteristica della produzione oppure dove si macinano o si fresano metalli. In alcuni casi, e il fatto è ancora più sconcertante, la malattia si manifestava in chi era venuto in contatto con una di queste attività solo in modo indiretto. 

In questa nuova patologia molte delle forme di malattia sembrano aver “nucleato” intorno a nanoparticelle di leghe metalliche insolite formatesi attraverso una combustione ad alta temperatura; particelle per le quali l’organismo umano (e magari altri organismi!) paiono non aver sviluppato alcuna risposta immunologica, proprio per la loro relativa novità. Queste particelle capaci d’indurre malattia possono essere il prodotto di processi industriali, il risultato della guerra moderna e, più di recente, di nuovissime particelle ingegnerizzate da scienziati e tecnologi. 

In modo agghiacciante,

gli autori sono indotti a concludere che le nanoparticelle di leghe metalliche prodotte da processi industriali e quelle radioattive provenienti dalla guerra possono avere effetti gravi e duraturi, a volte ben al di là di confini geografici regionali in cui sono state formate, visto che, per loro stessa natura, queste particelle sono trasportate con grande facilità. Ambedue gli autori concordano sul fatto che una considerevole ricerca ulteriore è necessaria, ma che dobbiamo prestare grande attenzione alle serie conseguenze potenziali nei riguardi della popolazione mondiale, ora ed in futuro, quando si tratta di molte attività umane. Fino a che la ricerca non sarà stata completata, i dottori Gatti e Montanari suggeriscono di assumere un atteggiamento di estrema cautela verso l’esposizione di qualsiasi lavoratore o utilizzatore di nanoparticelle metalliche, radioattive o ingegnerizzate, indipendentemente dalla fonte da cui derivino. 

A questo punto va sottolineata vigorosamente la necessità di educazione da parte della professione medica rispetto a pericoli potenziali che le nanoparticelle comportano e la possibile contaminazione della catena alimentare da parte delle attività che le generano (come gl’inceneritori). E, quel che è peggio, rispetto ai pericoli indotto dai prodotti della guerra che stanno mettendo gli abitanti innocenti del pianeta ad un rischio estremo ed irreversibile. 

L'unico nconveniente di questo libro, che, in modo deludente, può distrarre alcuni lettori da un testo altrimenti pioneristico ed innovatore è l’imperdonabile quantità di errori grammaticali e di lingua, cosa che avrebbe potuto essere facilmente ovviata da un buon revisore!