Oggi vorrei toccare diversi argomenti miscellanei, e li toccherò per punti essenziali, scusandomi se l’ordine apparirà senz’altro sparso.
1. Ricevo diversi messaggi di frequentatori di questo nostro blog che si lamentano di una certa lentezza nell’inserimento dei loro commenti. Purtroppo da almeno un paio di mesi abbiamo due imbecilli che si firmano rispettivamente Mike e Nikkie che ci inondano di spam automatiche (pare non filtrabili) e quindi, per evitare la loro pubblicazione, dobbiamo fare tutto manualmente, con l’eliminazione degli spam che occupa un certo tempo, e noi di tempo ne abbiamo poco.
2. Qualcuno mi chiede perché questo blog ha un aspetto così bruttino. Non ho i soldi per farne uno esteticamente attraente e uso un software libero. Se si fatica a leggere tutto il testo, si provi a battere il tasto F5.
3. C’è ancora chi continua a chiedere quali ricerche stiamo portando avanti. Se non si vogliono proprio leggere i libri Nanopathology e Il Girone delle Polveri Sottili, ecco gli argomenti principali: malformazioni fetali da micro e nanopolveri; malattie da inquinamento particolato (abbiamo, tra l’altro, eseguito, sempre a spese nostre, indagini sul bambino di Forlì con il cancro della prostata di cui hanno parlato anche le TV omettendo il nostro nome); meccanismo di entrata delle nanopolveri nei tessuti e nelle cellule; controllo di alimenti. Naturalmente c’è anche altro, ma si tratta di filoni minori.
4. Dopo la (credo) nota vicenda del microscopio, da un po’ di tempo qualcuno che a suo tempo ci aveva dato una mano per acquisirne un altro dopo il divieto d’accesso a quello di cui disponevamo si è accorto di preferire un insabbiamento delle ricerche. Motivazioni ce ne potrebbe essere più d’una e, tra queste, la vicinanza con qualche politico che si trova intralciato dalla nostra attività. Comunque sia, al momento siamo vittime di un attacco fastidioso da parte di questi “insospettabili” mirato ad impedire la raccolta di fondi e a fare tutto ciò che fa un normale assediante: prendere per fame gli assediati.
5. La fantasia umana non ha confini. Pare che qualcuno creda che la onlus su cui facemmo confluire le donazioni per l’acquisizione del microscopio contribuisca in qualche modo (addirittura versando denaro!) al suo mantenimento o, comunque, al finanziamento delle ricerche. La cosa è destituita di qualunque fondamento.
6. L’associazione fiorentina che sta cercando di raccogliere fondi per supportare almeno in piccola parte le ricerche si chiama “I Grilli Onlus”. Come ripetuto all’infinito, la raccolta non ha nulla a che spartire con chiunque abbia un cognome che ricordi in qualunque modo qualsiasi parola contenuta nella dizione “I Grilli Onlus”. Ogni affermazione contraria con annessa pretesa di cessare la raccolta accampando stravaganti diritti sul nome o su presunte associazioni mentali che da questo nome potrebbero, chissà, scaturire è finalizzata esclusivamente ad impedire la sopravvivenza della ricerca. Sarebbe come se io strepitassi per far chiudere i cori MONTANARI.
7. Qualcuno continua ad essere convinto che il microscopio di cui noi ci serviamo (ma non è assolutamente il solo strumento) sia stato pagato da un noto comico. Il comico versò a suo tempo 36.000 Euro che erano quanto restava, detratte tutte le spese, da un suo spettacolo al Palasport di Modena. Ancora una volta, a distanza di anni, tutta la gratitudine mia e di coloro che hanno beneficiato e beneficiano delle ricerche. Poi ci furono delle associazioni di tifosi del comico – ma senza alcun legame economico con lui – che si diedero da fare per aiutarci e da queste arrivarono alcune decine di migliaia di Euro (queste organizzavano spettacoli o conferenza cui io partecipavo). Infine ci furono tante persone anonime che spedirono donazioni, e anche da lì arrivò qualche decina di migliaia di Euro. Il resto per raggiungere la somma che serviva (378.000 Euro + alcune spese che la onlus alla quale afferiva il denaro pagò con quanto arrivò dalla raccolta) venne da oltre 200 conferenze che io tenni in giro per l’Italia (a spese mie e con annessa elemosina) e da donazioni fatte a me personalmente. Ad esempio, LA220 mi diede 50.000 Euro, il che resta in assoluto la donazione più cospicua. Rendo incidentalmente noto che LA220 non chiese né ebbe nulla in cambio di questo suo atto che resta di disinteressata generosità. È stato chiaro fin dall’inizio e in ogni momento che il denaro raccolto doveva servire esclusivamente per le nostre ricerche sulle nanopatologie (bastino le registrazioni degli spettacoli del comico e quanto pubblicato sul suo blog) e ogni pretesa che lo strumento fosse o sia utilizzato in altro modo e da altre persone costituirebbe una truffa ai danni di chi, in buona fede, contribuì al suo acquisto.
8. Qualcuno mi chiede perché io non feci affluire il denaro direttamente a me ma lo feci arrivare ad una onlus la quale ora si trova ad essere la proprietaria del microscopio. Lo feci perché, se avessi preso il denaro personalmente, avrei subito trovato una manica di farisei che avrebbero asserito che facevo il furbo e che volevo mettermi in tasca un sacco di soldi. va da sé che chi è abituato a rubare o a buggerare il prossimo è convinto che tutti siano fatti della stessa pasta e i pensieri che escono da quei cervelli non può che essere di questa pur squallida portata. Così ho lavorato per pagare qualcosa che non è mio, il che non mi porrebbe problemi di sorta se mi si lasciasse lavorare in pace.
9. Qualcuno si lagna e arriva a gridare allo scandalo perché ora pretendo che, quando vado a fare conferenze, mi si paghi. E' fin troppo ovvio aspettarsi che costoro prestino la loro opera gratis (non qualche ora di volontariato: tutto.) Ho appena sentito il resoconto dell’esibizione della cantante Madonna allo Stadio Olimpico di Roma cui pare che oltre 60.000 persone abbiano assistito, arrivando persino dall’estero, e abbiano pagato un non trascurabile diritto d’ingresso. Pare anche che la suddetta signora, ormai arrivata ai cinquanta e, magari, non impeccabile con la voce, si sia prodotta in esercizi di salto della corda in scena. Benissimo: io di anni ne ho cinquantanove e, a parte il momento attuale che mi vede bloccato da un infortunio sportivo, sono convinto di fornire prestazioni fisiche almeno pari a quelle della suddetta artista. Sono altresì convinto che i miei ultimi trentasei anni di studio possano essere d’interesse paragonabile a quello delle canzoni, e la possibilità di porre domande sul’argomento aggiunga qualcosa a questo interesse. Quanto all’utilità comparata dei due “spettacoli”, ognuno valuti da sé. Da ultimo, il denaro che “pretendo” è una frazione infinitesima rispetto al cachet della signora e non finisce in un già cospicuo conto bancario ma va in toto a mantenere la ricerca sulle nanopatologie. Tutto questo sia inteso nel massimo rispetto della signora che è una lavoratrice e che, come tale, va pagata. Dunque, chi mi vuole, mi paghi. Identica cosa per tutti coloro che pretendono “un’occhiata al microscopio a questo campioncino”, “un’occhiata a questi documenti”, ecc. Costoro sappiano che non risponderò alle richieste.
10. Continuo a ricevere richieste di commenti su Antonio Di Pietro o mail in sua difesa appassionata. Ripeto che chi conserva nel suo apparato personaggi come Aurelio Misiti o come Antonio Borghesi, che afferma che lui è “contrario agl’inceneritori, ma poiché non esiste alternativa…”, che non risponde a quanto si afferma nel link riportato nel post del 7 agosto non gode delle mie simpatie. Se, poi, in aggiunta a tutto ciò, costui non muove un dito per fermare un suo vistosissimo fan impegnatissimo a cercare di imbavagliare la ricerca, per me diventa inevitabilmente qualcuno da combattere come si combatte qualsiasi agente patogeno.
11. Mi si continua a chiedere un parere su impianti come il THOR o il cosiddetto "dissociatore molecolare" entrato da tempo nel pacchetto business dei Verdi. Ripeto: fino a che non mi si darà l’opportunità di valutarli personalmente con tutti i sistemi di analisi messi a punto dal nostro laboratorio, per me non esistono.
12. Scie chimiche: se non mi si forniscono campioni della scia stessa, non so che dire.
13. Alimenti: si continua a non capire il tipo di analisi che abbiamo eseguito su centinaia di alimenti diversi. Invece di ascoltare fesserie, basterebbe andare al sito www.nanodiagnostics.it e leggersi il testo che precede la pubblicazione dei risultati. Ad ogni modo, se troverò un editore disposto a pubblicare un libro sugli alimenti e a promuoverlo in maniera degna, lo scriverò. I proventi andranno, ovviamente, alla ricerca e finalmente si smetterà di fraintendere qualcosa che, invece, è di una chiarezza cristallina. Sempre che si legga il libro.
14. Ancora a proposito di alimenti, mi si chiede perché non pubblichiamo i risultati delle analisi sul blog. Il motivo è quello spiegato nel sito menzionato sopra. Per poter fornire dati scientificamente rilevanti occorrerebbe la collaborazione dei produttori. Ad oggi, tre aziende si sono rivolte a noi per un minuscolo assaggio di analisi, ma, dopo aver constatato che quelle porcherie noi le vediamo sul serio e non si scappa, si sono date alla fuga. Dunque, si scappa. La cosa, del resto, è del tutto comprensibile: Perché occuparci di qualcosa che è ignorata dalle leggi? E se si venisse a sapere che i nostri prodotti (come, del resto, tantissimi altri) contengono inquinanti, che ne sarebbe del nostro mercato? E che cosa racconteremmo agli azionisti che ci chiederebbero perché paghiamo per analisi che ci mettono nei guai? Dopotutto, identica reazione abbiamo avuto con i cementifici. Meglio tapparsi gli occhi e chiamarci terroristi: si avrà il consenso dei politici, degli organi di controllo italianamente politicizzati, degli accademici rent-a-professor, dei consumatori tranquillizzati, dei media che vivono di pubblicità, degli azionisti salvaguardati… Del resto, nella logica imperante da Titanic il terrorista non è mica chi mette le bombe: è chi cerca di disinnescarle.