Almeno da quanto appare, l’esplorazione dell’universo non ha una finalità legata al denaro. Uno degli obiettivi è sapere se, da qualche parte, esistano forme di vita e, ancor più arditamente, forme di vita intelligente. Sì: intelligente per farci compagnia. Perché noi siamo intelligenti.
Che ce ne importi, visto che gl’ipotetici extraterrestri non sembrano socievoli e desiderosi della nostra compagnia, può essere questione di dibattito ma, come è scolpito nel XXVI canto dell’Inferno dantesco, l’uomo è fatto per “seguir virtute e conoscenza.” Per favore, nessun commento su questo punto.
Qualunque sia la ragione per la quale noi cerchiamo con chi scambiare due chiacchiere fuori del Pianeta, un fatto è certo: temiamo la solitudine. E, allora, molto più in piccolo, eccomi ad offrire una consolazione ai pur pochissimi che leggono le mie noterelle: gl’italiani non sono soli.
Chi ha la pazienza e il sangue freddo per seguire le italiche vicende legate ai vaccini potrebbe essere indotto a pensare che l’imbecillità luminosa che politici, signori dottori, giornalisti e una folla fatta di decine di milioni di frequentatori di bar virtuali esibiscono sia dote unica nostra. Se ho usato la parola dote è perché l’imbecille è destinato ad ereditare il mondo e, anzi, già ne è padrone seppure con qualche piccola sacca di resistenza.
Se da noi i vaccini obbligatori sono 10, i Francesi ci superano di un’incollatura: 11. Ma ci sono i fuoriclasse: gli argentini. Laggiù, nell’altro emisfero, si gode della saggezza di un ministro della salute(?) affettuosamente soprannominato Dottor Morte il quale, per l’amore che porta alla sua terra e soprattutto ai bambini mai del tutto nati che diventeranno ingredienti dei farmaci, ha reso obbligatoria una lista interminabile di vaccini, e questo senza guardare l’anagrafe: bambini o adulti non fa differenza. Tutti hanno diritto ad essere protetti.
Ma l’imbecillità radiosa ha tanti risvolti, uno dei quali è la proibizione di esprimere dubbi su quei doni salvifici e un altro è lo scandalo se qualcuno, vedi l’Ordine Nazionale dei Biologi, è così spudoratamente blasfemo da chiederne un’analisi di laboratorio.
Ma un altro risvoltino piccino c’è, è fresco fresco e mi riguarda. Non senza incontrare difficoltà, nel settembre del 2017 fu pubblicato in Francia un libro che io scrissi insieme con mia moglie e con l’amico Serge Rader, farmacista che di vaccini sa davvero tutto, giù fino a particolari sinistri. Ricalcando il titolo della versione italiana, una versione che era meno corposa, il libro francese si chiama “Vaccins: Oui ou Non?”
Dalla remota Estonia, piccola repubblica un tempo appartenente all’impero sovietico, ci fu chiesto se acconsentivamo a che il libro fosse tradotto in lingua locale. Nessuna obiezione da parte nostra e il lavoro di traduzione iniziò.
La cosa non fu facilissima, e non solo per motivi tecnici legati al testo. Non solo pareva molto difficile trovare un editore abbastanza coraggioso (?), ma chi era impegnato nel lavoro di traduzione fu “consigliato di stare accorto”. Non confondetevi: non siamo nel regno della Mafia: siamo in Estonia.
Sorvolando su tutte le difficoltà, il libro fu pubblicato, ci fu chi andò in libreria a prenotarne una copia, e qualche giorno fa il libro fu consegnato alle librerie con il titolo “Vaktsineerida või mitte?” (https://www.apollo.ee/vaktsineerida-voi-mitte.html).
Ma, intanto, evidentemente era successo qualcosa: senza spiegazioni le prenotazioni risultarono annullate e chi aveva pagato si vide restituire i soldi.
Se, da una parte, sarebbe interessante sapere non solo chi ha preso l’iniziativa ma perché, dall’altro è meglio non farlo. Anni fa una persona molto più vecchia e saggia di quanto io non fossi allora m’insegnò che non ci si deve mai misurare con gl’imbecilli. Questa classe privilegiata di umanità ha il dono di trascinare l’imprudente che si confronti in un terreno noto solo a lei, terreno in cui valgono regole incomprensibili per chi della classe non fa parte, e il meschino non solo viene surclassato ma, riprendendo i versi sterbiniani di Don Basilio, ne esce calunniato, avvilito, calpestato, e sotto il pubblico flagello per gran sorte ha crepar.
Come si dice in Germania, “nicht zu viel fragen, laufen lassen, flexibel sein.” Insomma, non si facciano troppe domande, si lasci correre e si sia flessibili. E – come insegna l’italico maestro di pensiero – se ci saranno dei morti, li seppelliremo.
L’importante è sapere che non siamo soli.
Purtroppo non credo che le decisioni prese in Estonia siano frutto di imbecillità. Al contrario sono frutto di ragionamenti precisi. E sarebbe bello se qualcuno lassù decidesse di investigare la cosa. Ma, come dicono ai tg, voltiamo decisamente pagina! La prima domanda è se potrebbe prolungare la raccolta fondi anziché interromperla con la fine dell’anno. La seconda riguarda quella certa maratona televisiva che si incarica, ormai dagli anni ’90 di raccogliere fondi per lo studio di malattie rare. Eviterei di nominarla direttamente perché una querela per Natale non è il massimo! 😀 Insomma parlavo con un Teletubby ( sostenitore) che… Leggi il resto »
RISPOSTA a Fax – 1) Si può essere ridicoli anche in Estonia. 2) Sulla continuazione della raccolta fondi io non sono affatto d’accordo ma proprio poco fa ho finito di rilasciare un’intervista in cui smentisco me stesso. Mia moglie e Vita al Microscopio pretendono di continuare la raccolta fino al 28 febbraio, data in cui il comodato d’uso per il microscopio da Urbino a Pesaro scade. Mio malgrado, essendo in minoranza, ho accettato, ma poi, se la situazione continuerà anche dopo quella data, disgustosa ed avvilente com’è, manderò al diavolo un popolo che merita solo calci nel posteriore sferrati con… Leggi il resto »
Adesso aspettiamo con fiducia che la notizia venga data dai principali telegiornali:
https://www.iltempo.it/cronache/2018/12/23/news/vaccini-obbligatori-news-risultati-analisi-choc-esavalente-rosolia-dna-biologi-aifa-1100820/
RISPOSTA a Paride – L’intervista ha un esordio esilarante: sarà mica uno di quegli estremisti no vax?
Beh, giustamente prima di pronunciare il sacro nome dei vaccini, è giusto e doveroso recitare l’atto di fede e ripudiare a priori ogni forma di eresia.
@Paride
La formula attualmente approvata dal Concilio delle Punture Benedette, la quale formula qualsiasi personaggio pubblico deve necessariamente recitare prima di qualsiasi allocuzione è: “Le vaccinazioni hanno salvato milioni di vite ed io naturalmente ho fatto fare tutti i vaccini ai miei figli.”
RISPOSTA ad Autrelio – Salva, tamen, imperatori fidelitate.
Franco Bechis l’ha buttata in ridere all’inizio, almeno per aprire il discorso, forse per non farsi fare una telefonata cattiva da qualche collega; e mi va anche bene se serve per cominciare almeno a parlarne da parte dei direttori di giornali. I signori Maurizio Molinari ( La Stampa ), Massimo Franco ( Corriere della Sera ), Mario Calabresi ( Repubblica ), Marco Damilano ( L’Espresso ), tanto per nominare i più noti, hanno sempre snobbato l’argomento se va bene, altrimenti hanno lasciato che i loro sgherri potessero tacciare di qualsivoglia nefandezza quelli, pochi, che hanno tentato di far luce sulle… Leggi il resto »
RISPOSTA ad Eugenio Cassi – Prima o poi sarà inevitabile: questi faranno la figura che meritano. Naturalmente non sarà una consolazione per nessuno perché un figlio morto o rincretinito non te lo restituisce certo l’emergere di una verità che non si può più nascondere sotto una montagna di menzogne e di denaro. Chi mi fa più arrabbiare, però, non sono i grotteschi frequentatori dei salottini di deficienti televisivi/e con tutta la loro repellente immoralità ma è il signor Mattarella, eletto da un’assemblea illegittima, che si permette di pontificare denudando solo la sua ignoranza e la sua presunzione. Per evitare guai,… Leggi il resto »
Mi sovviene di aver letto da qualche parte che Lacan alla domanda che lui una volta si era o gli era stata posta “qu’est-ce que la mafia?” replicava: “C’est la mafia la societé”. C’è poco da confondersi, la mafia è ormai dappertutto. Onde evitare il virale contagio della corretta informazione sui vaccini si è adottota la misura precauzionale del ritiro dei lotti di “merce” dal mercato. Cu fu cu fu ca lu fici. Nenti sacciu e nenti dicu. E come per mafìa sparisce il corpo del reato e così sia. E già, siamo in un mondo all’incontrario, dott. Montanari, ed… Leggi il resto »
RISPOSTA a Carlo – Pur con tutti gli svarioni botanici che contiene, le consiglio di rileggersi la parabola del seme di senape. La trova nei tre Vangeli sinottici e in quello apocrifo di Tommaso. Un seme piccolissimo può dare origine ad un albero enorme e, dunque, se quell’albero è sgradito, il seme va eliminato subito, fino a che la sua eliminazione non dà problemi.