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Mal comune…

Di 19 Maggio 2010 4 commenti

Per ragioni puramente didattiche e come spunto di meditazione, consiglio la lettura del breve articolo che si trova all’indirizzo http://www.corriere.it/cronache/10_maggio_18/sindaco-smog-colpe_a23dce9e-623d-11df-92fd-00144f02aabe.shtml e, a completamento, dell’ancor più sintetico comunicato ANSA http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/regioni/20100517140935080880.html.

In breve, la Giustizia c’insegna che, se le polveri ci stanno accoppando – sempre che lo facciano, dato che mica tutti sono d’accordo sull’assunto ( e allora si spieghi perché la legge pone dei limiti) – non è colpa di nessuno, perché chissà mai da dove viene quella roba. Ci sono i vulcani, c’è l’erosione delle rocce, ci sono i cattivacci che ce le mandano dall’estero… E allora, come dice il giudice, togliendo queste che sono in parte inevitabili e in parte abusive, non è affatto detto che il limite, calcolato solo su quelle autoctone, sia stato superato. “Sentenza pilota” l’ha definita con ovvia soddisfazione l’avvocato difensore.

A me vengono in mente alcune considerazioni di cui,

naturalmente, tutti si faranno il classico baffo.

Per prima cosa, io ho sempre creduto che un limite sia un limite e basta ma, evidentemente, sbagliavo. Insomma, stando allo spirito della sentenza, se io viaggio a 100 chilometri all’ora in automobile laddove vige il limite dei 50 ma riesco a dimostrare che la strada pende in senso gravitazionale, nessuno potrà multarmi perché l’accelerazione di gravità è newtonianamente inevitabile.

Continuando, se i nostri organi di controllo, e mi riferisco soprattutto all’ARPA, fossero capaci di caratterizzare le polveri – cosa che noi facciamo da anni – magari potrebbero fornire qualche indicazione utile a distinguere quelle da vulcano o da erosione da quelle, per esempio, da traffico o da inceneritore. Per chi sa di che cosa sto parlando e, dunque, l’ARPA è automaticamente esclusa, le differenze sono enormi. Così, pretendere che queste particelle siano indistinguibili testimonia solo dell’inadeguatezza culturale e tecnica di chi controlla e di chi giudica.

Al di là del fatto, credo, indiscutibile che il nostro organismo s’infischia della burocrazia e si ammala senza chiedere il permesso, non mi pare che esistano leggi del tipo: ci sia pure il limite codificato da timbri, firme e ceralacca –  un limite peraltro privo di significato scientifico – di  40 microgrammi di PM10 per normal metro cubo, però, visto che le PM10 possono avere origine dai vulcani (notoriamente a due passi da Firenze, sede della luminosa sentenza), si spari tranquillamente in atmosfera ciò che si vuole. Tanto, la colpa sarà sempre dell’ineluttabile o, chissà, di Balotelli.

Ora, io sono d’accordo sul fatto che, se un vulcano erutta, il sindaco non c’entra, e così il presidente della regione o qualunque altro politico, però costoro hanno il remunerato dovere, comunque sia, di far sì che in atmosfera non entri porcheria ulteriore e quel limite di legge, per ingiustificato scientificamente che sia, venga rispettato.

Ma, dice il giudice, queste polveri viaggiano senza posa e senza conoscere confini e, allora, ecco che Firenze è vittima dell’inquinamento di chissà quale città, per lontana che questa sia, addirittura fuori d’Italia.

A questo proposito, se le cose stanno come dice il giudice, viene da chiedersi come si possano prendere per buoni i modelli che ci propina l’ARPA secondo i quali le polveri degl’inceneritori non ce la fanno ad arrivare più in là di un tiro di sputo dal camino e, per questo, si dia pure il via alla fungaia di quegl’impianti che, nei sogni dei politici diversamente onesti, dovrà punteggiare la Penisola. Insomma, andate e moltiplicateli.

Di fatto, la realtà delle cose è un po’ diversa. I modelli di diffusione dell’ARPA sono fasulli, se non altro quando si parla di polveri sottili ed ultrasottili e non delle grossolane come sono quelle preponderanti in massa nelle PM10. In effetti ha ragione il giudice a dire che le polveri viaggiano per distanze enormi, ma queste non migrano in stormo come le oche selvatiche e, spostandosi e diffondendosi, si diluiscono. Per questo, a Firenze – ma la cosa vale per qualunque altro luogo – la maggioranza soverchiante delle polveri è di origine locale.

Stanti così le cose, al cospetto di una sentenza emessa in nome del popolo italiano che revoca in punto di diritto le leggi della Natura, ogni amministratore si sentirà ora sollevato: perché darsi da fare per limitare l’immissione di poveri nell’ambiente? In fondo, il male, se male c’è, è dell’intero pianeta e, se il male è comune, il gaudio lo sarà altrettanto, almeno per metà, come recita il proverbio. Così quello stucchevole buon senso, quella fastidiosa diligenza del buon padre di famiglia di cui ha cianciato per duemila anni il diritto romano, la scienza e la Natura stessa  cedano finalmente il passo al Diritto di oggi con tanto di maiuscola e alla modernità.

Ma la sentenza potrebbe anche condurre ad una conclusione inaspettata. Se non ci dobbiamo preoccupare dei limiti di legge perché le polveri sono naturali o d’importazione e, dunque, nessuno è punibile per la loro presenza un tempo giudicata eccessiva, allora potremo fare a meno dei filtri antiparticolato da montare sui motori Diesel. Come noto, quei filtri trasformano le polveri grossolane in gas (3,6 volte più pesanti delle polveri), liberando come effetto collaterale il particolato ultrafine non combustibile contenuto in quelle. Il tutto escogitato semplicemente per eludere le regole del passato che, grazie a Dio e al giudice, oggi non esistono più.

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4 Commenti
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efione92
14 anni fa

Ulteriore commento sulla sentenza
C’è da dire una cosa: è in parte vero che i sindaci da soli non possono risolvere il problema dell’inquinamento delle polveri sottili..ma [b]questo non toglie che debbono fare TUTTO quello che è in loro potere per migliorare l’aria che respiriamo[/b]. I sindaci dovrebbero fare TUTTO quello che possono: se alla fine la città risulta inquinata lo stesso allora si DEVONO rivolgere al loro presidente delle REGIONE che DEVE per legge aver predisposto un PIANO DI RISANAMENTO DELL’ARIA.(continua..)

efione92
14 anni fa

..sempre su sentenza
(continua)…[b]Se i presidenti di regione non si muovono i sindaci dovrebbero denunciarli[/b]. A livello regionale DI SICURO si può incidere fortemente.
Per cui [b]se il sindaco è stato zitto con il suo presidente della regione significa che non ha fatto tutto quanto era in suo potere per salvare i suoi cittadini[/b] e per questo è responsabile (sappiamo che le sentenze vanno male anche solo se la linea seguita dagli avvocati non è stata posta nel modo giusto..[b]non necessariamente perché non si aveva ragione[/b]!!).

efione92
14 anni fa

..comunque si, c’è da dire che è veramente sconfortante
..c’è da dire che la sentenza ci fa cadere le braccia: purtroppo le nostre leggi sono fatte per tutelare chi non rispetta le regole e soprattutto per tutelare la casta politica.

Spero che il Codacons non si fermi qui e che si rivolga alla Commissione Europea o alla Corte di Giustizia Europea..almeno per ottenere ragione in linea di principio. Immagino che all’estero il processo non sarebbe finito in questo modo.

Qualcuno conosce un buon paese dove emigrare?

pasquale_a
14 anni fa

profonda tristezza!!!
guardate la PERSISTENTE IGNORANZA dei nostri amministratori nell’adozione dell’applicazione delle “misure antismog” -si fa per dire!-:

http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=102390