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Ma davvero i vaccini…?

Di 18 Aprile 2012 4 commenti

Con un P.S. del 19 aprile

 

Tribunale di Rimini, sentenza n. 2010\148, Ruolo n°2010\0474; Cron. N° 2012\886. In questi giorni ne hanno scritto i giornali.

Con questa sentenza lo stato è condannato a pagare i danni, in termini rozzamente monetari perché altro non si può fare, ad un bambino diventato autistico in seguito – stabilisce il tribunale – alla somministrazione del vaccino

trivalente morbillo-parotite-rosolia.

 

L’ho ripetuto ormai all’infinito: io non sono un tuttologo e, anzi, ho sempre nutrito un fiero disprezzo per quella categoria. Dunque, come faccio ogni volta che ricevo domande che esulano dalle mie competenze, dico chiaramente che non è affar mio. Così anche questa volta.

Qualcosa che mi compete, però, posso rispondere a chi tra ieri sera e stamattina mi ha subissato di mail.

Per prima cosa i miei antichi studi universitari mi ricordano che fino a due o tre anni (mi scuso per l’eventuale imprecisione sull’età) i bambini non hanno un sistema immunitario capace di rispondere in modo soddisfacente ad una vaccinazione. Dunque, vaccinare un bambino di età inferiore, addirittura vaccinare dei neonati, è un atto scientificamente discutibile.

Ricordo, poi, che un organismo non può non avere grandi difficoltà ad essere immunizzato contemporaneamente per diverse malattie, tre per la famosa vaccinazione trivalente, sei per l’esavalente (poliomielite, difterite, tetano, pertosse, epatite B e meningite da emofilo). La difficoltà interviene a maggior ragione nei bambini molto piccoli.

Occorre pure specificare come le immunità da vaccino non siano solo molto meno sicure di quelle da malattia contratta naturalmente, ma la protezione acquisita, piccola o grande che sia, non superi i pochi anni di durata.

E occorre pure l’onestà di dichiarare che la diminuzione d’incidenza di determinate malattie era già in atto ben prima dell’introduzione del vaccino. Un esempio: il morbillo. Negli Stati Uniti la malattia era già in calo evidentissimo, e da anni, quando nel 1963 fu introdotta la vaccinazione, pratica che non ha modificato per nulla l’andamento visto con gli occhi di un banale statistico. Del tutto sovrapponibile il ragionamento per Inghilterra e Galles dove il vaccino entrò nel 1968. Degno di attenzione, un’attenzione, temo, negata, è il fatto che il morbillo aumenti d’incidenza nei bambini fino ad un anno d’età dopo l’introduzione della vaccinazione. La spiegazione risiederebbe nel fatto che le madri vaccinate non trasmettono alcuna forma di protezione ai figli a differenza di quanto avveniva in passato quando le madri si erano fatte il loro morbillo ed erano naturalmente immuni.

Accade non di rado che una stessa malattia infettiva possa avere più di un’origine e il vaccino svolga la sua azione, più o meno efficace, solo su una frazione di queste origini. Sopravviene così l’illusione di essere corazzati verso una determinata patologia, mentre non è affatto il caso. Questo comporta un eccesso di fiducia che, a sua volta, fa trascurare precauzioni utili. Tanto per non fare che un esempio, la vaccinazione anti HPV, un virus multiforme responsabile di tumori al collo del’utero. Al di là della sua effettiva efficacia e della necessità di sottoporsi a questa vaccinazione, due punti che mi trovano a dir poco pesantemente dubbioso, il vaccino è rivolto solo ad una piccolissima varietà di quei virus, lasciando campo libero a tutte le altre origini che possono tranquillamente essere anche non virali. Dunque, ritenersi immuni nei riguardi della malattia è del tutto illusorio e la convinzione potrebbe essere controproducente perché fa abbassare la guardia. E la pubblicità di quel vaccino anti-HPV in cui si vede una mammina ammiccante che consiglia la figlia appena adolescente e presumibilmente vergine a vaccinarsi prima di accoppiamenti d’igiene incerta travalica il limite del demenziale.

Tanto per non citare che un esempio di questo atteggiamento illusorio, prendo, tra gli altri possibili, l’esempio del tetano. Si tratta di una malattia che era già in recessione nel 1963 quando la vaccinazione diventò obbligatoria per i lavoratori. A sorpresa, ma forse poi non troppo, immediatamente dopo che la pratica ebbe inizio, i casi aumentarono immediatamente e continuarono a farlo per qualche anno, fino a che non ripresero il loro calo “fisiologico” in una società che diventava più attenta alla pulizia.

A somiglianza di quanto avviene per tutti i prodotti farmaceutici, i fabbricanti svolgono un’azione pesantissima per spingerne l’uso. Tra i vari sistemi di convincimento usati, molti dei quali oltre il limite della legalità e moltissimi dei quali oltre quello della moralità, ci sta la “cultura medica”. Ormai da decenni, e ora in modo soffocante, la preparazione scientifica del medico è in mano alle multinazionali farmaceutiche. Queste imprese sono tra le poche a conservare un immenso potere economico, tanto grande da poter influenzare politiche nazionali, e un esempio ne potrebbe essere l’acquisto massiccio a cura dello stato di dosi vaccinali contro ceppi d’influenza di fatto innocui. Oggi, con la ricerca indipendente ormai in coma profondo e con le poche scintille ancora vitali abbondantemente annacquate, tenere in vita un laboratorio istituzionale significa, si abbia o no l’onestà di ammetterlo, essere asserviti a chi paga le fatture e, magari, anche quelle non propriamente legate alla ricerca. Ecco, allora, che i risultati sono pedissequamente quelli ordinati da chi paga.

Davo recentemente un’occhiata ad un lavoro sul morbillo e, in corpo piccolo, molto discretamente, ci stava stampato: “Questa pubblicazione è stata realizzata grazie al supporto di…” e seguiva l’elenco di sei colossi dell’industria farmaceutica. Poiché la dignità scientifica viene spesso misurata non a carati di pietra preziosa ma a chili di carta, gli autori di tanta produzione “scientifica” ritengono di avere interesse a che i loro nomi siano accoppiati a pesi e solo chi può permettersi di pagare le pubblicazioni può assicurare l’incremento ponderale. Ecco, allora, che sull’efficacia di un vaccino si trovano mille lavori “scientifici” a favore, uno che solleva dubbi e uno contrario, quest’ultimo spesso pubblicato da un giornale senza impact factor, un sistema di valutazione ottimo per i salotti buoni che si vale proprio dei chili e non dei carati.

E, a proposito di chi paga il cantante e non gradisce altre voci, ci stanno i nostri studi, studi che, purtroppo, a causa dell’azione di Beppe Grillo non siamo riusciti a completare o a rimpolpare come avremmo voluto. Quando ancora disponevamo del microscopio elettronico, cioè prima che il comico Beppe Grillo ce lo facesse sottrarre il 22 gennaio 2010 per imbavagliarci, abbiamo analizzato una ventina di vaccini diversi per produttore e per malattia-bersaglio. In ogni caso vi abbiamo trovato la presenza di particolato inorganico inquinante non biodegradabile, non biocompatibile e, naturalmente, non dichiarato in etichetta. Ogni contatto con le aziende produttrici è stata una zuccata contro un muro di gomma: “Interessante: ne parleremo con…”  Ciò che io posso dichiarare in scienza e coscienza è che quella roba, della cui origine non ho contezza perché le indagini mi sono state precluse, non deve stare dov’è e non deve essere somministrata a nessuno.

Scienza e salute non possono essere oggetto di opinione e l’informazione non può essere lasciata nella responsabilità di persone impreparate (troppo spesso tuttologi tuttofare che infestano TV e giornali) né, ancor più evidentemente, nelle mani di chi lucra sulla malattia o sulla percezione che viene indotta artificialmente per una certa malattia. Questa, però, è la situazione.

 

P.S. del 19 aprile – Ieri sera la trasmissione Le Iene ha trasmesso un servizio a firma di Giulio Golia che tutti dovrebbero guardare e su cui tutti dovrebbero meditare (http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/297447/golia-padre-figlio-e-autismo.html). Il ragazzo affetto da autismo protagonista del filmato è un caso, tutto sommato, di modesta gravità. Eppure rappresenta una tragedia. Fate attenzione a due momenti: uno quando Franco, il padre, accenna al futuro di Andrea, il figlio, e uno quando avanza il sospetto che la malattia sia derivata da una vaccinazione. Come ho già scritto, io non ho alcun titolo per stabilire se i vaccini siano o no responsabili di questa o di quella malattia, ma ho titolo per affermare che né l’accademia né la politica fanno nulla per arrivare alla verità. Il giro vorticoso di denaro che ruota intorno ai farmaci e da cui troppo spesso attinge chi dovrebbe vigilare impedisce qualsiasi azione efficace. Anzi, chiunque avanzi sospetti è deriso o tacciato di “terrorismo”. Io non voglio prendere nessuna posizione preconcetta: voglio solo sapere, e voler sapere non è né ridicolo né terrorista. Ma, se osservo serenamente i fatti, non posso non accorgermi che le risposte alle domande, quando ci sono, sono molto traballanti e, allora, nessuno può impedirmi di acuire i miei sospetti.

4 Commenti
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edimattioli
12 anni fa

off topic … ma vale la pena !
Paolo Barnard scrive
[i]Ok, collaboro con Beppe Grillo… [/i]
http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=366

RISPOSTA

Ho letto l’articolo con un certo divertimento. Grillo ha fatto infinitamente di peggio.

RISPOSTA ALLA RISPOSTA
sono certa che Barnard si diverte un po’ meno!
anche se è ovvio che, consapevolmente o no, Grillo sta facendo mooolto di peggio …

Fabbri A.
12 anni fa

GRILLO NON E’ PIU’ UOMO LIBERO
Anche io mi sono divertito a leggere la paginetta indicata nel link di EDI e come ho detto nel post precedente, Grillo associandosi a Casaleggio non è più un uomo libero.

gelu
12 anni fa

VACCINI
Io non so molto di vaccini, ma mi sono venuti subito in mente i vaccini comprati in massa per l’H1N1, la Sars ecc (magari l’antrace?), tutte malattie che a detta di molti vengono diffuse dalle Entità massoniche a sfoltire la popolazione e arricchire le case farmaceutiche. Comunque…[url]http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3658[/url], oppure [url]http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3945[/url]

edimattioli
12 anni fa

alla fine degli anni ’50 …
[i]Alla fine degli anni ’50, un virus delle scimmie, denominato SV40, fu involontariamente trasmesso a milioni di persone attraverso i vaccini antipolio di prima generazione. Fortunatamente questo virus non sembra avere conseguenze nell’uomo, ma solo per caso fu sfiorato un disastro sanitario di vaste proporzioni.[/i]
http://biasco.ch/originedelmale/
video da vedere assolutamente !!!
http://biasco.ch/originedelmale/video

questa NON è la storia degli adiuvanti , ma dei vaccini ed anche in questo caso è da brividi!!!