Le vostre domande

Luigi Bisanti e gli studi sulla nocività degli inceneritori

Buonasera dott. Montanari,

innanzitutto grazie per il suo intervento a Dalmine; Lei ha mostrato una tabella che riportava i 10 studi epidemiologici, svolti in Italia negli ultimi 12 anni,  che dimostrano gli effetti nocivi degli inceneritori.

 Dato che Luigi Bisanti, presidente dell'Associazione Italiana di Epidemiologia, scrive che "non sono disponibili dati sull'esistenza di un rischio legato agli impianti di incenerimento di nuova generazione", Le vorrei chiedere se gli studi che ha mostrato si riferiscono ad inceneritori di vecchia o di nuova generazione, ammesso che si possa fare questa distinzione…

Sempre Bisanti sostiene che "anche i nuovi impianti d’incenerimento emettono sostanze tossiche di riconosciuta pericolosità ma a concentrazioni non dissimili – in alcuni casi inferiori – a quelle di altre fonti emissive della stessa area (traffico, insediamenti industriali). I nuovi problemi, ai quali non sono state date ancora risposte, riguardano la misura della compromissione aggiuntiva del territorio che questi impianti determinano". Lei ha avuto modo di misurare quantitativamente la "compomissione aggiuntiva" di questi nuovi impianti?

Grazie!

Cordialmente

Gianmarco Corbetta

RISPOSTA

Quando non si vogliono mostrare i limiti della propria conoscenza, i quei limiti non ci si deve avvicinare. Temo, purtroppo, che l'Associazione Italiana di Epidemiologia, quei limiti li abbia valicati abbondantemente, addentrandosi dove, per usare iun'espressione medievale, stanno i leoni. Il problema della tossicità relativa delle diossine è stato completamente malinteso e così la tecnica degl'inceneritori, nuovi o vecchi che siano (quelli nuovi sono più aggressivi di quelli vecchi per quanto riguarda le nanopolveri, argomento ignoto ai più, epidemiologi associati compresi). Per terminare, ii dati epidemiologici italiani si riferiscono ad impianti vecchi.