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Lo scandalo di chi pensa

Con un P.S. delle 16:05

 

Caro Beppe,

Quello del comico è un mestiere serissimo, specie se il comico, alla stregua degli antichi buffoni di corte, è un fustigatore dei costumi correnti ed è capace di passare attraverso le bieche maglie della censura voluta dal tiranno di turno arrivando alle coscienze di tutti, tiranno

compreso. Ma, se il mestiere di comico buffone è serio, guai se cade nel ridicolo, a pena di svilire la funzione e, inevitabilmente, di fare il gioco del tiranno.

Va da sé che per fare il buffone serio ci vuole onestà, intelligenza, dignità, orgoglio, una coscienza pulita e, magari, anche un certo grado di cultura. Se quelle qualità scarseggiano e, soprattutto, se il buffone dipende da qualcuno i cui interessi coincidono con quelli del tiranno, ci si trova di fronte ad un essere spregevole e niente di più.

Lasciando da un canto considerazioni su cui chiunque potrebbe opinare, come tanti italiani sconcertati dalla loro stessa idiozia perpetuatasi nel tempo, ho letto dell’ennesima tua esternazione, stavolta a proposito dei “traditori” che si sono permessi di usare il LORO cervello e la LORO coscienza così come, piaccia o no, non solo permette ma persino impone la NOSTRA costituzione. Parlo, naturalmente, dei senatori che, per un gioco ironico del destino, sono finiti a rappresentarci e che si sono avventurati a pensare, poco o nulla importano i risultati del pensiero.

Io mi rendo perfettamente conto del piccolo labirinto che Casaleggio ha costruito e che ti vede al centro con la testa di oscuro Minotauro (per usare un’immagine di Garcia Lorca), ma renditi conto anche tu che costruire una torre sulla sabbia rischia di essere impresa effimera. E quando una torre cade non è detto che anche il costruttore non ne resti travolto.

Insomma, assemblare un esercito enorme con la rapidità che ha caratterizzato quello stellato, farlo senza dichiararne i fini reali e farlo senza riparare a quelli che si chiamano comunemente scheletri nell’armadio non è cosa che possa garantire sulla resistenza temporale. Quando, poi, si pretende da tutti i soldatini di un esercito fatto solo di soldatini un’obbedienza cieca e incondizionata a scapito della propria onestà, della propria intelligenza, della propria dignità, del proprio orgoglio, della propria coscienza e, magari, anche, per chi ce l’ha, della propria cultura, le probabilità d’insuccesso montano.

Se – lo ammetto e me ne dolgo – assistere al tuo fallimento non mi farebbe dispiacere perché tu non ignori il disprezzo che provo nei tuoi confronti e ne conosci perfettamente la ragione; se la fine di Casaleggio mi farebbe tirare un sospiro di sollievo perché la sua Weltanschauung patologica e il mondo che vorrebbe preparare per i miei figli mi atterrisce, non potrei esimermi dal vedere come un immenso ben di Dio vada sprecato.

Non passa giorno senza che io abbia occasione d’incontrare qualcuno che abbia dato il suo voto alle Cinque Stelle e senza che quel qualcuno resti esterrefatto ascoltando la relazione di ciò che hai combinato imbavagliando una ricerca dopo aver rimbambito la gente promettendo l’opposto di ciò che, poi, hai fatto. È vero: alcuni di loro si aggrappano alla fede integralista e tentano di rimuovere tutto dal cervello e dalla coscienza, ma c’è chi non ce la fa e ricollega il cervello. È insita nella natura umana la facoltà – la tentazione, se vuoi – di ragionare usando il chilo e mezzo molto, molto scarso del proprio (PROPRIO) cervello e può accadere che i giuramenti prestati e le minacce ricevute, così come le eventuali illusioni arrivate con le lusinghe, svaniscano. E allora? E allora tutto quel ben di Dio che ti sei portato via per futili motivi si scioglie come i cadaveri dei morti di Mafia. Il programma che – ma per tutt’altri motivi rispetto a quelli nobili – aveva allestito Casaleggio conteneva parecchi punti inderogabili se vogliamo sopravvivere alla nostra tendenza suicida, ma bisogna impegnarci tutti e sul serio a dirigerci verso gli obiettivi, obiettivi che devono essere reali e non immagini virtuali di un negromante prezzolato.

Vedi, caro Beppe, la sola lettura di quel mortificante documento in cui tu, tuo nipote Enrico (di cui è impossibile non ricordare la raccomandata che scrisse per impedire che i grillini di Firenze raccogliessero qualche soldo per non far morire la ricerca come tu ti adoperi perché avvenga) ed Enrico Maria Nadasi (giustamente un commercialista perché si tratta di business) diventate ancor più padroni assoluti di milioni d’ingenui dovrebbe essere la lettura del tuo epitaffio. Avete fatto tutto nel vostro salotto come è prassi che sia in una dittatura, per farsesca che sia, almeno per ora, la dittatura. Il fatto stesso che tu resti furbescamente (l’avverbio non prevede né intelligenza né coraggio né onestà) al sicuro dalle cariche istituzionali e non lasci eredi (che succederà al marchio quando volerai davanti a San Pietro?) dovrebbe essere il tuo Spoon River.

Io non ho la veggenza di Casaleggio e, come Confucio, aspetto.

In attesa del confronto pubblico che aspetto da anni e al quale tu, con il coraggio che ti è proprio, ti sottrai, ti saluto.

Stefano

P.S. delle ore 16:05. Un amico mi sottopone il comunicato politico numero 45 dell’11 agosto 2011 firmato da te:

Ogni eletto risponderà al Programma del M5S e alla propria coscienza, non a organi direttivi di qualunque tipo (…) La libertà di ogni candidato di potersi esprimere liberamente in Parlamento senza chiedere il permesso a nessun capo bastone sarà la sua vera forza. Il M5S vuole che i cittadini si facciano Stato, non che si sostituiscano ai partiti con un altro partito. I partiti sono morti, organizzazioni del passato, i movimenti sono vivi. Oggi i parlamentari sono soltanto dei peones che schiacciano un pulsante se il capo, che li ha nominati, lo chiede. Non sono nulla, solo pulsante e distintivo. Il M5S vuole far entrare degli uomini e delle donne alla Camera e al Senato che rispondano solo alla Nazione e al proprio mandato.

http://nonleggerlo.blogspot.it/2013/03/ehi-beppe-cosa-dicevi-sulla-liberta-dei.html

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gbracca
11 anni fa

Un commentoIn un mondo d’ipocriti la coerenza è una merce rara. E’ bello (tragicamente bello) vedere l’affanno ad arrampicarsi sugli specchi da parte di tutti “gli organi d’informazione” del partito di plastica pentastellato. Ce ne fosse uno che ammetta quanto su questo blog e in altri contesti si va dicendo da anni, ovvero che l’ondata positiva di “nuova partecipazione” alla politica di cittadini onesti e nuovi sia pesantemente minata alla base da presupposti che solo chi è sordo e cieco non riesce a vedere. Anche se ci sforziamo di non guardare i misfatti del grande capo tribù, perché non conosciuti… Leggi il resto »