– l’illusione della libertà –a cura di Paolo De Gregorio, 11 maggio 2008 Se parlando ossessivamente “delle libertà” si arriva a fare il presidente del consiglio, vuol dire che la cosa funziona e queste libertà attirano moltissimo, ma è vero o falso che nella nostra democrazia esse sono solo apparenti, non fruibili dalla maggior parte dei cittadini?Se escludiamo la libertà religiosa che non costa niente e può essere vissuta anche nel chiuso di una cella, tutte le altre hanno un prezzo, e chi non ha il denaro per pagare questo prezzo semplicemente non ne usufruisce, e qualche volta si tratta di vita o di morte, ad esempio se devi metterti in lista di attesa per avere indagini mediche con la prospettiva di attendere molti mesi, per molti questa attesa è una condanna a morte.E che dire delle costosissime cure dentistiche, che non vengono offerte gratuitamente a tutti, come esigerebbe il fatto che i denti trascurati provocano gravissime malattie, soprattutto cardiache, e quindi chi ha la libertà del denaro campa meglio, con un bel sorriso e più a lungo.E quando sostengono che il lavoro ce lo scegliamo liberamente, ciò certamente è vero per chi può essere mantenuto in famiglia per prepararsi culturalmente ed attendere un lavoro di suo gradimento, ma quanti sono coloro che devono prendere quello che capita, anche se gli fa schifo, se è un lavoro pericoloso, nocivo, alienato, precario, senza alcuna prospettiva di carriera o di miglioramento? E i soldati, gli eroi che vanno in giro per il mondo a sostenere le guerre americane, se andate a cercare, sono tutti firmaioli del Sud. Della pace e della guerra non gliene frega niente, tanto meno della patria, sono solo dei mercenari che tentano di sopravvivere con l’unica possibilità di lavoro che hanno trovato, altro che volontari patriottici, provate a non pagarli e spariscono tutti.E la rappresentanza politica? Più del 50% del popolo italiano non è rappresentato in Parlamento: operai, pensionati, disoccupati, precari, casalinghe, lavoratori della terra, non figurano nel Parlamento italiano se non per lo 0,53% (operai), 1,58% (pensionati), 0,74% (agricoltori), 27 rappresentanti su 952. Quale libertà di contare è concessa a queste categorie? E oggi non abbiamo nemmeno quella di esprimere le preferenze.E le informazioni e le immagini che circolano, chi ha la “libertà” o meglio il potere di farle circolare?Semplicemente i pochi che posseggono i mezzi di informazione, tutti privati o dei partiti (vedi la RAI). Chiunque è fuori da questo giro non ha voce, la ”libertà di informazione” riguarda solo i proprietari di questi mezzi che sono così potenti da conseguire il potere politico e creare il “pensiero unico”.L’imbroglio di aver chiamato un partito “popolo della libertà” risiede nel fatto che il popolo, o meglio le classi subalterne, non dispongono di alcuna libertà, associare il nome del popolo con la libertà è un crudele cinismo.Solo ricchi, benestanti, professionisti, industriali, commercianti, editori, manager hanno tutte le libertà che vogliono, perché tutto si compra. Anche lo sport si sono comprati, e hanno portato mercato, droga, violenza, affari, il popolo fa solo lo spettatore pagante.Questa metà abbondante del popolo italiano non ha nemmeno un partito decente a cui iscriversi, è stata tradita e imbrogliata da tutti, ha alle costole una forza potente, organizzata e pagata dallo Stato, la Chiesa cattolica, che spinge verso la rassegnazione, il perdono, la prospettiva di una meravigliosa vita eterna.Quelli delle “libertà”, gli altri, sono associati, potenti, hanno tutto in mano, la Confindustria, la massoneria, i “media”,se la godono e guardano tutto dall’alto.Magari dà un po’ fastidio che i poveracci li votino pure.Paolo De Gregorio