Ci sono molte maniere per valutare un popolo. Una, e certo tra le meno fallibili, è quella di osservare i suoi rappresentanti.
Ritengo di non sbagliare se affermo che
l’Italia dispone di una rappresentanza non proprio di primo livello, almeno se si fa eccezione dell’aspetto estetico che, per ragioni fuori dei miei intenti di discussione, ha avuto e forse continua ad avere esponenti femminili di spicco, se non altro laddove messi a confronto con le “concorrenti” straniere. Quanto a cultura e, soprattutto a morale, però, giochiamo ancora nelle serie inferiori e le possibilità di promozione sono a dir poco improbabili.
Come insegnano gli etologi, i piccoli gesti sono quanto mai rivelatori e un piccolo gesto è quello della senatrice cosmica Michela Montevecchi, probabilmente sconosciuta alla quasi totalità dei suoi (e, purtroppo, miei) connazionali. Senza che questo costituisca una colpa, anche lei è finita in parlamento, sezione senato nella fattispecie, grazie a modalità elettorali comiche (di fatto non l’ha eletta nessuno) e grazie soprattutto alle garanzie d’innocuità che dava alla Casaleggio Associati. Nessuna eccezione, insomma, rispetto alla “normalità”.
La senatrice in questione interverrà alla conferenza sulle biomasse di San Pietro in Casale nei pressi di Bologna (“intervenite e fate intervenire!” gridavano gli altoparlanti montati sulle Topolino C del Partito Comunista negli Anni Cinquanta), un evento che la costola politica aziendale di Gianroberto Casaleggio ha allestito, senza che questo sia in alcun modo censurabile, per fare un po’ di pubblicità elettorale al partito di cui Gianroberto cura la gestione di pane e companatico.
In origine la star della serata sarei dovuto essere io. Vennero da me in tre e mi chiesero di tenere la conferenza. Per vari motivi io dissi di sì. Gratis. Però c’erano due richieste ulteriori: la prima era che ci dovevano essere altri relatori. Io non gradisco la cosa per due motivi: la prima è che io dico cose che prendono ore (ieri a Genova sono state più di due e mezza) e la seconda è che a volte chi mi affianca dice sciocchezze (la regola è che gli “scienziati” nostrani fanno ricerca su Internet e non in laboratorio e a volte hanno idee nebulose per non definirle altrimenti). Comunque, accetto: saremo almeno in tre. La seconda richiesta era quella che io non menzionassi lo “scherzo” del microscopio, le bugie di cui il loro Beppe e i suoi manutengoli sono non proprio gloriosi produttori e, soprattutto, nessuna menzione ai morti e ai malati che la ricerca imbavagliata da loro stessi continua a partorire. Io non ne avrei parlato comunque perché l’intento della serata doveva essere quello d’illustrare una situazione oggettiva di rischio ma, ad ogni modo, rassicurai i tre grillini preoccupati: non avrei detto niente. Insomma, sarei stato omertoso verso me stesso.
Una condizione, però, la posi io, ed è la condizione che pongo sempre e che, peraltro, è chiaramente riportata alla sezione Conferenze e Consulenze di questo blog: nessuna insegna di partito e nessuna pubblicità politica.
A sorpresa escono i manifesti con i marchietti grilloti. Io chiedo di cancellare quella roba e la reazione è quella che mi sarei dovuto attendere: noi facciamo quello che ci pare. E, allora, pure io e me ne sto a casa.
A questo punto, grida isteriche: Montanari non sta ai patti! Bugie evidenti? E con ciò? I grillini hanno un concetto rivoluzionario dell’onestà.
Comunque sia, escono i manifesti relativi alla serata con tanto d’immagini: tre foto di nostra proprietà usate ovviamente senza nemmeno pensare di chiedere il permesso.
Ecco, allora, che interviene, e lo fa con tutta l’autorità dell’antico laticlavio, la senatrice Michela Montevecchi: “Le ricordo che Lei ha rinunciato a partecipare alla serata solo per il semplice fatto che pretendeva di essere l’unico oratore e di parlare per due ore.” Poco importa se la cosa è falsa come testimoniato anche dallo scambio di mail con l’organizzazione e, quanto alle “due ore” (scandalo!) evidentemente la ghigliottina tanto esecrata dal partito siderale si deve applicare ai dati scientifici.
Ma la rappresentante di tutti noi (è così per diritto di Costituzione) continua: “…io rifletterei sull’opportunità di continuare a tenere una simile condotta arrogante e prepotente nei confronti di persone genuinamente interessate ad aiutarLa.” Giusto: chiedere che almeno si rispettino i patti di minima e io non mi ritrovi a far pubblicità ad un partito che, almeno a mio parere, rappresenta il pericolo più grave per la conduzione della nostra ormai devastata Italia è arrogante e prepotente (sinonimi). Quanto, poi, al fatto che quei personaggi mi vogliano aiutare, beh, temo che ci sia qualche malinteso: becco, bastonato e doverosamente contento. Dopotutto Matteo Incerti, il giornalista (commenti?) ora badante dei parlamentari stellati che testimoniò al processo per il “trasloco” del microscopio, disse al giudice che mia moglie ed io eravamo contenti che ci togliessero quel coso dai piedi: l’aveva letto su Internet.
Ho tralasciato altre perle della “miracolata” (termine strettamente a 5 stelle) per non infierire sul cadavere. Aggiungo solo che la nostra Michela mi toglie il saluto (disperazione!) fino a che mia moglie (che c’entra?) ed io non ci scuseremo con gli organizzatori.
Vabbè: questo è quanto potrebbe servire da pur piccolo elemento di valutazione relativo al nostro paese.
Se i figuranti della vicenda me ne daranno il permesso, sono pronto a pubblicare per intero lo scambio di mail avvenuto e, così, le tenere bugie delle stelline, senatrice in testa, saranno palesi per chiunque. Non dubito, tuttavia, che nessuno ci farà caso: menzogna, arroganza e un’onestà “aziendale” sono le caratteristiche distintive dei grillini affidabili (i grilloti) e, come fu per Pietro, su quella pietra si sta fondando una chiesa.