E così il regime ha colpito ancora, e lo ha fatto nella maniera che gli è ormai peculiare. Senza nemmeno un tocco di classe.
Trovandomi occasionalmente dall’altra parte del mondo, dopo qualche giorno di vani tentativi, sollecitato da non pochi lettori, sono riuscito a vedere il lungo spot che la RAI ha inscenato (http://videobam.com/ZVydK) perché chi può – e parliamo di politicanti, imprenditori con il pelo sullo stomaco e criminali comuni – riesca ad ottenere o, meglio, a consolidare, il consenso popolare per uno dei business più interessanti che prosperano nel nostro Stivale: il “termovalorizzatore”. Uso questa parola, genialmente inventata dai nostri esperti spacciatori di pacchi, perché è – inutile sottolinearlo – quella prediletta dal mezzobusto di turno che noi manteniamo a spese comuni, nell’occasione tale Corrado Augias che non ha esitato a prestare faccia e capelli bianchi all’operazione. Del resto, lo ha affermato il mezzobusto stesso, perché usare la parola giusta, cioè inceneritore, quando ce n’è una così lubrificata come la pur inesistente “termovalorizzatore” che non “evoca immagini sinistre”?
Veniamo a noi: la RAI prende questo tale Corrado Augias, tuttologo di lungo corso e di crassa ignoranza, almeno nell’argomento specifico (condizione in genere utile per essere un bravo sicario), e gli affianca un tale professor Antonio Massarutto, economista dell’Università di Udine, ente sconosciuto alle classifiche mondiali ma noi appetiamo tutto, purché ce lo confezionino bene.
Lo spot si apre proiettando un film LUCE anteguerra in cui si mostra che già allora Mussolini (lo stiamo rimpiangendo?) aveva capito come i rifiuti fossero un problema da affrontare e lui, a quanto pare, lo faceva senza piromanie. Ma su quest’ultimo particolare si è glissato. Poi entra in scena quel tale Massarutto che viene subito premiato facendo pubblicità al suo libro sui rifiuti per ciò che si è d’accordo dirà.
La domanda che sorge per forza è: perché un economista come unica fonte d’informazione, e una fonte che si fa subito capire (il tale Augias gli ha dato la sua solenne benedizione) essere oro colato? Mistero. Comunque, ora io mi aspetto di essere invitato per fare una mezz’oretta in RAI durante la quale spiegherò al popolo come si fa una denuncia dei redditi, argomento di cui non so un accidente e, quindi, ho tutto il diritto di essere presentato come “l’esperto”.
Tra sorrisietti di commiserazione per i beoti che rifiutano – beoti che sono, appunto – le opulenze della termovalorizzazione, la coppietta di personaggi, ambedue etichettati da un patriottico tricolore sul bavero della giacchetta, ti presenta l’immancabile bidone di Brescia che “trasforma i problemi in risorse”, ti sparacchia a casaccio dell’inceneritore di Zurigo, ti giura che bruciare significa produrre ricchezza (lo sappiamo bene, anche se non è stato specificato chi ne siano i beneficiari) e, finalmente, dopo tante idiozie “di studio”, come si dice nel pugilato, il colpo da KO: le nanoparticelle.
Il megaragioniere incoraggiato dal tuttologo tira il rigore e non fallisce: sui danni alla salute delle nanoparticelle non ci sono certezzee che se le certezze vengono “contrabbandate”. E, al proposito, per dare forza all’a bizzarria palese che sta sostenendo, il Massarutto cita uno degli studi più comici tra quelli che noi contribuenti abbiamo pagato: quello emiliano-romagnolo sugl’inceneritori, la farsetta chiamata Moniter le cui conclusioni si possono leggere già sul mio libro Il Girone delle Polveri Sottili scritto quando la buffonata non era ancora iniziata.
Insomma, il fatto che le polveri sottili (PM10 e ora PM2,5) vengano regolamentate dall’Unione Europea come da tutti i paesi civili, le centinaia di studi completati, i progetti europei e di tante altre nazioni con risultati che ormai nessuno discute, i rilievi compiuti intorno agl’inceneritori sono tutta merce di contrabbando per questo curioso personaggio che insegna economia ad Udine. Di fronte a lui il venditore di regime Augias gongolava soddisfatto: si erano dati ragione l’uno con l’altro su di un argomento di cui nessuno dei due sapeva nulla, esattamente come due vecchietti all’osteria.
Ma ora verrebbe da chiedersi anche, entrando nel campo proprio del professore, se costui abbia fatto davvero i conti di quanto costa fare tutte le cose meravigliose che ci sta vendendo. Certo, è bellissimo considerare solo un arco di cerchio senza chiudere la figura, ma, ahimè, lo vogliamo o no, la figura si chiude da sola. Dunque, anche se non piace a qualcuno, da quei camini e da quelle ceneri tossiche avanzate dai falò che non sono state menzionate scaturiscono, ahinoi, costosissimi danni ambientali senza possibilità di ritorno e malattie che, comunque, costano quattrini. Tutto questo sia detto tralasciando lo schifo di un ambiente sozzo (ma sozzo in modo invisibile e, dunque, vendibile a chi ci casca) e del dolore che ogni malattia procura, ma facendo solo un conto di quattrini.
Finalmente, dopo 25 minuti di tragicomica agonia agonia, la trasmissione si è conclusa con una leccatina per il professore e il suo testo sui rifiuti, di certo illuminante, e parlando di criminalità legata ai rifiuti. Appunto.
DA STRONGOLI…
CARO DOTT. MONTANARI, SCUSI SE NON C’ENTRA NULLA DI SCIENZA, LE VOGLIO BENE…