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La Repubblica delle Banane (marce)

Brevemente, due argomenti che, almeno in apparenza, non hanno nulla a che spartire reciprocamente. Ma, si sa, l’apparenza inganna.

Il primo è qualcosa di cui, nell’indifferenza generale, noi, nel nostro laboratorio svillaneggiato da chi conta, stiamo parlando da anni perché lo vediamo rovistando con il microscopio elettronico nei tessuti malati in cui sono lampanti le impronte digitali: quando aumenta l’inquinamento, aumentano le malformazioni fetali.  Questo accade nell’ Iraq (post?) bellico, come fuggevolmente ha annunciato ieri la BBC e come scrive il Corriere della Sera (http://www.corriere.it/esteri/10_marzo_04/iraq-aumento-malformazioni-infantili_8d0313ee-27ab-11df-badf-00144f02aabe.shtml). Questo accade in Italia, per esempio a Mantova, dove si assiste pari pari alla stessa cosa: secondo la ASL n. 9, 420,4 neonati malformati per 10.000, il che rappresenta una percentuale da brividi. Per gli amanti dei numeri, tra il 2002 e il 2006 i malformati mantovani sono così suddivisi: 606 nati vivi, 3 nati morti, 1 abortito spontaneamente e 128 il cui aborto è stato indotto. In tutto 738 tragedie. Il sospetto è che dal 2006 si sia andati peggio.

Che cosa accade altrove, in questa enorme discarica che sta diventando il nostro pianeta? E, in particolare, in questo gironcino infernale in cui stiamo trasformando la Penisola? Meglio non sapere. Anzi, meglio che non s’indaghi neppure. Almeno, questa è l’opinione e questo è l’atteggiamento dei più.

Secondo argomento che, se ci si pensa bene, non è per niente disgiunto dal primo.

La Repubblica delle Banane, uno stato in cui le leggi esistono e sono tante, più di qualsiasi altro paese che si autodefinisca civile, ha sentenziato ancora una volta che queste leggi valgono solo per i fessi e per chi non ha santi in paradiso.

Un grande schieramento politico non presenta la documentazione necessaria per partecipare al voto? Le firme non paiono proprio genuine? Ma che importa! Le regole ci sono, ma abbiamo scherzato.

Inutile ricordare l’inflessibilità di quando, peraltro del tutto pretestuosamente, s’impedì ai signori Nessuno di Per il Bene Comune di presentarsi in mezza Sicilia o quando la TV e la radio di stato si fecero un baffo delle regole, di fatto ignorando l’esistenza di quel gruppo che sarà stato sì piccolo, ma che era certo fastidioso per chi fa del potere un business, magari anche di famiglia. Per non dire delle reti Mediaset che, pur trasmettendo su licenza pubblica, aprirono le porte al candidato premier (che ero io) una sola volta, in una sola delle tre reti, però lo fecero quando le elezioni erano state celebrate da oltre un mese.

Dopotutto dobbiamo ammettere, tuttavia, che la Repubblica delle Banane è coerente non solo tra i cosiddetti politici ma anche a livello popolare. Non esiste forse un comico che presta la sua voce ad interessi altrui come fa il pupazzo di un ventriloquo e che gode di una robusta patente di credibilità? Forse non abbiamo altro, ma la pezza pare essere ben peggiore del buco. Eppure…

Da ultimo, in questa Helzapoppin vicina agli ultimi valzer del Titanic, sarebbe interessante vedere come reagirebbe la cosiddetta Sinistra se l’“incidente” della presentazione delle liste fosse capitato a lei. Il sospetto è che avrebbe recitato il copione che oggi recita occasionalmente la cosiddetta Destra, e questo senza un rossore.

Le banane della Repubblica stanno marcendo, ma non è proprio ciò che si vuole?