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La fine del mondo su Il Democratico

Di 31 Dicembre 2011 2 commenti

E così, ridendo e scherzando, siamo arrivati alla fine anche di questo 2011. Rimpianti? Gli stessi che si hanno quando si saluta dalla finestra un ospite fastidioso che sta togliendo il disturbo. Sì:

questo svolgersi di 365 giorni non credo potrà vantare grandi crediti di simpatia e vederlo incamminarsi verso il rogo in un crepitare di botti proibiti equivale ad un sospiro di sollievo.

 

Ma, siamo onesti: in fondo, che cosa ha fatto questo vecchio per meritarsi tanto?

Ha semplicemente presentato i conti. Anzi: un’avvisaglia dei conti, perché quelli veri devono ancora arrivare. Ma quando al ristorante arriva il conto è perché prima si è mangiato, e chi ha mangiato siamo stati noi, noi che ora, con la pancia che scoppia, guardiamo increduli la lista dei piatti che abbiamo consumato. Consumato anche nel senso di sprecato, visto che, ad essere obiettivi, di tutto quel ben di Dio finito nell’indifferenziato proprio non c’era bisogno.

Restando alla metafora del ristorante, basta vedere che noi, quelli che abitano il cosiddetto Primo Mondo, buttiamo distrattamente nella pattumiera, quando non in quello strumento di suicidio collettivo che sono gl’inceneritori, quantità di cibo capaci di sfamare senza difficoltà il miliardo di affamati che viaggiano nei posti in piedi di questo Pianeta e perfino d’ingrassarli.

E questo Pianeta lo abbiamo strizzato fino a seccarlo nella crosta e nelle viscere, lasciando ai nostri figli solo il vuoto della devastazione. Non contenti, abbiamo avvelenato aria, acqua e terra, spesso facendolo con il quarto elemento di un tempo: il fuoco.

Perché abbiamo fatto tutto questo? Semplicemente per regalare ad un’infima minoranza di chi per zoologia è identico a noi le ricchezze comuni. Ma anche per loro arriverà la beffa: molto di quella ricchezza è rappresentato da titoli di credito che rappresentano titoli di credito che rappresentano titoli di credito che rappresentano titoli di credito… in coda ai quali non c’è assolutamente nulla. Sì: ora qualcuno si sta svegliando e scopre con raccapriccio che il denaro è di fatto carta straccia e quando la cordicella che tiene sulla faccia la maschera inevitabilmente si romperà non sapremo che cosa fare perché la carta non si mangia. Non lo sapremo perché la nostra società si è costruita addosso una malattia per la quale non esistono anticorpi né medicine che non siano amarissime e la cui efficacia è tutta da dimostrare. Con i fatti.

Di tanto in tanto c’è chi vagheggia cure più o meno miracolose, e noi italioti ne stiamo sperimentando una. Quale sarà il risultato? Non credo occorra un profeta bibilico per prevederlo: sarà la catastrofe, una catastrofe che, comunque, ci sarebbe stata ugualmente. Divertiamoci semplicemente ad osservare come i “sacrifici” sono tutti bizzarramente indirizzati non a combattere la malattia (inguaribile) ma a sostenerne i patogeni, banche in primis cui noi regaliamo denaro (per quel che vale) che poi loro provvederanno a rivenderci subito a carissimo prezzo. Per mettere in scena questa poco originale farsetta abbiamo finto di cacciare il nostro Kim Jong come da anni strillava quella che chiamiamo, chissà perché, sinistra, e, come ampiamente previsto, quella sinistra non ha saputo fare altro che prestare un puntello ad un gruppo di personaggi che nessuno ha mai eletto (del resto, chi aveva eletto il parlamento? Non certo noi) per abborracciare una serie di misure che qualsiasi politicuzzo senza fantasia avrebbe potuto partorire. Buffo il fatto che l’alleato della cosiddetta sinistra sia proprio il dittatore aborrito fino a mezz’ora prima. Perché questa ben poco nobile esibizione? Perché così destra e sinistra si presenteranno ai loro sprovveduti elettori pretendendo una patente d’innocenza: responsabili di tutto sono quei cattivacci dei professori.

Intanto noi popolo bovino continuiamo bovinamente a lasciare che il precipitare continui, mai pretendendo la restituzione delle chiavi di casa.

In fondo, perché non continuare a ballare mentre il transatlantico affonda? E, allora, dedichiamo ampi servizi giornalistici a chi tiene alto il nome del nostro Paese. Per esempio, Carletto Ancelotti che, per i suoi servigi alla Francia, riceverà in cambio non molto meno di sette milioni di Euro l’anno. Tutti, ça va sans dire, esenti da quel fastidio che sono le tasse, parbleu! Come ha avuto occasione di dire il signor Leonardo Nascimento de Araújo (Leonardo e basta come il rottamato da Vinci), sono cifre di mercato. Bene: allora vediamo quanto costa un pompiere, un infermiere, un poliziotto… E uno scienziato. Quanto sarà il valore di mercato di un uomo di scienza? Quella vera, of course.

Ora sta arrivando il successore di questo non rimpianto 2011. Ci porterà davvero la fine del mondo o è solo un’illusione?

Chi ne ha voglia, legga http://ildemocratico.com/2011/12/31/il-pianeta-in-castigo-la-fine-del-mondo/

2 Commenti
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russano giuseppe
13 anni fa

KARL MARX…… fu facile Nostradamus… altro che “ripresa”, solo una favola-litania mediatica che serve ad addormentarci ancora di più (come se ce ne fosse bisogno): il sistema speculativo diventerà un buco nero che inghiottirà tutti, basta fare il più classico dei “2+2”, ma nessuno ha il coraggio di fermarsi; quindi si deve tenere la mandria nell’analfabetismo economico-scientifico, facile quanto folle grazie alle efferate tecniche di neurocontrollo delle masse che usano i “Plusvaloristi dell’Apocalisse”, così potenti grazie soprattutto alla unidirezionalità da permettere ad un Grillo insignificante di amplificare a dismisura il suo sterile, truffaldino frinire, facendolo sembrare un gigante… la sua… Leggi il resto »

gelu
13 anni fa