Bisogna ammetterlo: l’essere umano è dotato di pochissima fantasia e si ripete stucchevole nelle sue manifestazioni.
Da un po’ mi sto interessando di
Trieste e della sua “ferriera” ottocentesca. Metto tra virgolette la parola perché ormai quel termine non si usa più ma, in effetti, non dovrebbe usare più nemmeno un impianto come quello triestino. Eppure, lassù sopravvivono tutte e due: parola e fabbrica.
Venendo alla noia, in modo del tutto aspettato una parte dei triestini è insorta: come ci si permette di dire che le polveri nere che piovono su Trieste non fanno bene alla salute? Inutile far notare che quella roba è classificata come cancerogeno di classe 1, cioè certo, dallo IARC: anche la scienza più ufficiale (e arrivata con molti anni di ritardo sulle scoperte scientifiche) deve cedere il posto a chi “di qualcosa si deve pur morire”, a chi “il lavoro prima di tutto”, a chi “tutte balle”. E cede il posto agl’interessi economici di una nanocasta privilegiata che di quattrini ne ha tanti da non avere la possibilità di spenderli in sette vite.
Al soldo, presumo poca roba, di questa casta ci sta qualche scribacchino di dubbia alfabetizzazione e di indubbia ignoranza che, magari anche solo per uno sguardo benevolo del padrone, scrive stravaganze che non stanno né in cielo né in terra, inventando dati e fatti e citando avvenimenti senza neppure accorgersi che si sta tirando la zappa sui piedi. Evidentemente la nanocasta presume che materiale di questa infima levatura possa essere sufficiente per convincere la popolazione che morire per lei è cosa dolcissima: il dulce et decorum est pro patria mori di oraziana memoria dove la patria è degnamente sostituita dal conto bancario di qualcuno.
Comunque sia, a tutto questo mia moglie ed io abbiamo fatto un robusto callo e continueremo imperterriti a lavorare.
Chi ha voglia di farlo può leggere una mia intervista sul tema concessa a Vitalmicroscopio: http://www.vitalmicroscopio.net/2015/08/05/roberta-doricchi-intervista-il-dott-stefano-montanari/
danni infiniti
Condivido quando Lei afferma che l’ uomo è l’unico essere vivente che fa danni in questo mondo, l’unico che non vive in equilibrio con l’ambiente. Se ne deduce che se ci estinguessimo, flora e fauna ne gioierebbero.
RISPOSTA
E’ quello che ripeto ad ogni mia conferenza.