Pubblico la lettera che segue a firma del dott. Antonio Marfella di Napoli, certo sconosciuto all'Oncologo di casta:
Carissimi,
Allego quanto emerso dal convegno a Roma di Cognetti, Direttore Regina Elena di Roma.
Nessuno più di me sa cosa significhi, sia per ammalati che per familiari, convivere con un ammalato di cancro in famiglia e 1 su 2, come appare chiaro dalle pur ottimistiche previsioni, non potrà comunque essere curato le cure sono poi a costi sempre più alti e prevedere che raddoppieremo i tumori ( 2 milioni!) su 58 milioni di residenti e considerando le famiglie tra 3 e 4 componenti l'una, significa che obbligatoriamente ogni 10 famiglie di qualunque età e composizione, avremo un componente ammalato di cancro da accudire.
La sola spesa a carico elle famiglie è calcolata in 3000 euro aggiuntive al mese. Il costo sociale e psicologico sia sugli ammalati che sui loro parenti e sulle loro capacità residue di lavorare, studiare, vivere una serena vita sessuale, sociale, ecc., non viene neanche pensato.
Le ditte farmaceutiche e i grandi signori della Medicina come Veronesi vogliono solo la prevenzione secondaria che fa guadagnare tanto al medico.
Ma anche i medici hanno una famiglia e tra di loro , come so perfettamente, gia tanti soffrono di cancro e hanno familiari con cancro.
Non so quando toccherà a me ,personalmente, ma ritengo che vivere senza fare la buona battaglia della PREVENZIONE PRIMARIA come unico metodo di vera prevenzione e come unica possibilità di salvare il Sistema Sanitario Nazionale pubblico, senza farlo ingoiare dalle ditte private e dai ladri, è per me ormai scelta di vita obbligata.
Cordiali saluti,
Antonio Marfella
In Italia 822 nuove diagnosi di cancro al giorno, in aumento
Roma, 22 lug. (Adnkronos Salute) – Ben 822 nuove diagnosi di cancro ogni giorno, per un totale di 300 mila l'anno. I tumori in Italia "sono in aumento", ma la buona notizia "è che anche la sopravvivenza a questa malattia lo è.
Crescono, in altre parole, i tassi di guarigione", grazie "alle nuove terapie e trattamenti, ma anche a politiche sanitarie migliori".
Di tutti gli italiani colpiti da una diagnosi di cancro, "il 50% ormai sopravvive". Tanto che sono "ormai 1 milione 600 mila gli italiani che hanno avuto a che fare con la malattia o ci stanno facendo i conti". Un numero destinato a raggiungere il tetto di due milioni "nell'arco di appena qualche anno".
A scattare la fotografia dei tumori nel nostro Paese è un 'addetto ai lavori', ovvero Francesco Cognetti, a capo del reparto di oncologia medica all'Ifo Regina Elena di Roma, oggi nel corso di una conferenza stampa a Roma dove è stato presentato il libro 'Cancro, non mi fai paura' di Fabio Salvatore, un 'sopravvissuto' alla malattia.
"Il sistema di prevenzione – riconosce Cognetti – va migliorato, così come vanno superate le differenze territoriali nella cura della malattia. E va affrontato – aggiunge – il problema dell'inserimento sociale, soprattutto dal punto di vista lavorativo, perché queste persone spesso vengono discriminate".
"Nel 2008 – gli fa eco Elisabetta Iannelli, segretario della Federazione italiana delle associazioni di volontariato oncologico (Favo) – non ha alcun senso che chi si ammala al Sud abbia minori chance di guarigione".
Non è un caso, dunque, che la Giornata nazionale del malato oncologico, fissata ogni anno per la prima domenica di giugno, il prossimo anno venga celebrata proprio nel Meridione, a Taranto. Nella cittadina pugliese approderanno i risultati della campagna 'Con i miei occhi', presentata stamani nel corso della conferenza stampa presso il dicastero delle Pari opportunità.
Si tratta di un tavolo di volontari, composto da persone che vivono con questa malattia, che formulerà un questionario con lo scopo di scoprire e individuare, attraverso le risposte, quelle che sono le richieste del malato, per invertire il punto di vista del dolore e comprendere al meglio le difficoltà della malattia.
"E' fondamentale – sottolinea Salvatore, autore del libro presentato questa mattina – modificare l'atteggiamento nei confronti di questa malattia, umanizzarla spazzando via l'omertà che ci induce a non pronunciare la parola cancro".
Nel libro di Salvatore, il tumore diventa uno scarafaggio con cui l'autore impara a convivere, ma soprattutto a combattere per tornare alla vita. "Occorre mettere da parte – sottolinea il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna – l'indifferenza, l'omertà e il silenzio che spesso accompagnano questa malattia. Lo Stato deve dimostrare che con il cancro si può convivere, pertanto deve aiutare le persone colpite da diagnosi a reinserirsi nella società. Come tutte le guerre – aggiunge – quella contro il cancro va combattuta restando uniti. Lo Stato e le istituzioni, pertanto, devono restare accanto ai malati".