L’Italia è stata per secoli la culla del diritto e oggi ne è, con l’allegro consenso generale, la bara infiorata. Nostra specialità da un po’ di tempo a questa parte è trasformare in legale ciò che è illegittimo e chi abbia qualche idea dei sorprendenti CIP6 che ci sono costati qualche decina di miliardi di Euro avendone in cambio il mancato sfruttamento delle fonti rinnovabili d’energia, o pone mente alla legge elettorale non potrà nutrire dubbi. Giovedì 5 luglio la Corte europea di giustizia ha emesso l’ennesima condanna a carico di questo spensierato paese perché la gaia combriccola dell’inceneritore di Brescia ha commesso qualche marachella come, ad esempio, non interpellare la popolazione sull’opportunità di fare qualche lavoretto d’ampliamento per il gioiello che sfida la scienza e compete con il mago Casanova, facendo scomparire l’immondizia per trasformarla addirittura in energia. Un piano splendido: la combriccola guadagna e Pantalone paga le spese, ineludibile multa compresa. E poi, a sorpresa, la condanna. Però, siamo sinceri: che noia questa popolazione! Non potrebbe limitarsi a pagare e starsene buona e zitta da bravo popol bue? In fondo, a Brescia l’hanno sempre bevuta e addirittura c’è chi resta orgoglioso di quel monumento all’italica idiozia che è l’inceneritore, e non si vede perché questi rompiscatole
di Bruxelles debbano impicciarsi di affari non loro. E poi, sempre loro, quelli della Corte di giustizia, hanno avuto a che dire per una mancata valutazione d’impatto ambientale. Evidentemente a Bruxelles non sanno che in quel di Brescia queste cose non servono, perché tutto ciò che costituisce scienza e natura altrove lì è stato bocciato da un’amministrazione illuminata che di scienza e natura non sa che farsene. Non troppo lontano, a Modena, c’è un sindaco che raddoppia l’inceneritore, ma, per farlo, lui interpella non il popolo ma gli “esperti”. Peccato lo abbia fatto tre mesi dopo aver già deciso il raddoppio e che qualcuno degli “esperti” convocati non fosse proprio esperto del tutto. Anzi, non sapesse un bel nulla, almeno di che cosa significhi un’impresa del genere per la salute. Più a sud, a Salerno, c’è un sindaco che ha edotto la popolazione su come tutta la comunità scientifica sia ormai d’accordo circa l’innocuità dell’incenerimento dei rifiuti. Con le tecnologie moderne… Che importa se la notizia è solo frutto di fantasia? L’importante è il risultato. E nel Lazio abbiamo a governare la regione un ex divo minore TV il quale, avvalendosi del parere di uno scienziato come tale Mario Di Carlo, noto, tra l’altro, per la sua illuminante teoria su come il petrolio si sia formato da rifiuti di origine umana, si scrolla di dosso tutte le pastoie con cui Bruxelles vorrebbe fermare il progresso. Così, mette sul suo Monopoli tanti begli inceneritori chiamati con nomi diversi, oltre ad una splendida centrale elettrica destinata a funzionare con il romantico carbone che tanto entusiasmava nella prima metà dell’Ottocento. Ha chiesto il parere della popolazione? No, ma perché perdere tempo con sciocchezze simili? D’altra parte non lo fa nessuno: il presepio della gente serve solo a portare voti e soldi. Ma di situazioni del genere l’Italia pullula e questo pullulare esiste grazie ad un’opera minuziosa e, stavolta, davvero scientifica messa in piedi da una classe politica molto disinvolta che si serve della “consulenza” di una classe accademica che disinvolta lo è ancor di più e di un ente come l’ARPA. La scientificità dell’operazione sta nel confezionare informazioni fasulle, non importa quanto spropositatamente assurde, e renderle pubbliche come fa, magari un po’ sul genere della commedia dell’arte, il sindaco di Salerno (e pure deputato; ma le due cariche non erano incompatibili?), noto un tempo come “Vicienz 'a funtana” e ora come “Vicienz 'a rotatoria”. Il Nostro, pur nella sua sgangherata eloquenza, applica rigorosamente la scienza della comunicazione, facendo passare le sue esternazioni attraverso giornali, radio e TV, e, se l’ha detto la TV, bisogna crederci. È così che s’infinocchia la gente e questa gente sarà addirittura la prima e più accesa paladina di chi l’ha infinocchiata. Ma vediamo che cosa è successo a Brindisi. Qualche giorno fa il sindaco ha emesso un’ordinanza secondo cui “fa assoluto divieto, in via cautelativa, a tutti i conduttori di aree agricole situate del sito industriale e, in particolare, nei pressi del nastro trasportatore di carbone, di coltivare l’area detenuta in possesso a qualsiasi titolo e ordina di provvedere alla distruzione delle colture erbacee e delle produzioni di impianti arborei.” Il testo integrale si trova in http://www.brundisium.net/notizie/shownotiziaonline.asp?id=15431. La cosa è del tutto ineccepibile dal punto di vista della salute: quella roba non può che essere piena di ogni porcheria e mangiarla significa mandar giù veleno. Dunque, il sindaco Domenico Mennitti ha fatto il suo dovere, che è quello della massima autorità sanitaria del comune. Ma perché si è dovuti arrivare a tanto? Perché nessuno ha informato correttamente la gente della situazione? E chi glie lo va a raccontare a chi ormai quella roba se l’è mangiata per anni? Poi, chi pagherà per il danno arrecato a chi su quelle coltivazioni lavora? Finirà come a Treviso dove i guai che la De Longhi ha provocato con il suo falò saranno silenziosamente pagati non da chi il danno l’ha provocato ma da chi il danno lo ha subito? Ma i politici non temano: non succederà assolutamente niente. Nessuno li porterà davanti ad un giudice come si avrebbe diritto, ma meglio sarebbe dire il dovere, di fare. Qui da noi, in questo paese dove la campagna acquisti del calcio, le vicende delle veline con foto proibite e cocaina, e le imminenti vacanze sono gl’interessi predominanti e dove, in fondo, si balla in letizia mentre nel transatlantico dove ognuno si è ricavato il suo posticino comodo l’acqua è arrivata al ginocchio e continua a salire, i politici resteranno tranquillamente impuniti al loro posto, magari riciclandosi tra cariche e partiti diversi, e continuando a rovistare nelle tasche di coloro che dovrebbero amministrare, per annegare anche loro, sì, ma loro con le tasche piene. Magari c’è qualcuno che mugugna un po’, ma i politici non temano: quelli sono pochi e non succederà assolutamente niente.