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Il classico pacco?

In questo curioso stivale che noi ci ostiniamo con caparbio patriottismo a gabellare per una nazione europea, ognuno pensa di vivere una situazione eccezionale in un proprio ambiente che sarà terribile sì, ma che è, appunto, eccezionale. E invece non è così: l’Italia è un collage di situazioni più o meno in fotocopia dove l’ambiente è insultato giornalmente e con aggressività crescente. Parrà strano ai non addetti ai lavori, ma inquinare rende. Rende perché c’è chi è disposto a bersi che la cosiddetta emergenza rifiuti è risolvibile solo costruendo inceneritori: basta santificarli cambiando loro il nome in “termovalorizzatori” e il gioco è fatto. Rende perché c’è chi è disposto a credere che abbiamo bisogno di energia e, invece di porre rimedio agli sprechi evidentissimi, si costruiscono altri mostri, dal “termovalorizzatore” stesso, che dell’energia è il più improbabile dei produttori, alle grottesche centrali a biomasse, a quelle a turbogas, ai rigassificatori. E questi mostri costano ognuno centinaia di milioni di Euro con tutto ciò che l’uomo di mondo sa quando cifre del genere sono in gioco. Rende perché ammalarsi porta quattrini agli operatori della “salute”, da chi auspica una prevenzione secondaria trascurando la primaria (vedi l’oncologo “scienziato” che c’incoraggia a respirare in letizia i fumi degl’inceneritori a patto che non mangiamo polenta e basilico), a chi fabbrica farmaci anticancro.

 

Ma c’è un altro problema, forse meno vistoso e più sottile. Come in molti paesi europei, anche noi italiani abbiamo un partito verde, un partito, cioè, che fa della protezione dell’ambiente la sua ragione di essere. Noi italiani siamo così fortunati che a Roma ci sta un verde a sedere sulla poltrona del ministro per l’ambiente e, dunque, apparentemente proprio la persona giusta perché l'ambiente trovi il suo paladino. Di fatto, però, il ministro verde ha lasciato che la truffa dei CIP6, quel copione tragicomico secondo cui inceneritoristi e petrolieri si pappano in tutta legalità (solo nostrana) i quattrini che noi versiamo per le energie rinnovabili, resti intatto per chi già ne beneficia, e lascia che a livello locale i vari satrapetti verniciati di verde si facciano beffe del DNA del partito e del patto stretto con gli elettori, comportandosi come i più fieri sostenitori di porcherie come la costruzione o l’ampliamento d’inceneritori, o quello di centrali a turbogas o l’implementazione di ogni follia che ripugnerebbe a chi abbia anche una sola goccia di verde nel proprio sangue.

Un caso tipico e tutt’altro che raro è quello di Ferrara. In quella provincia l’assessore all’ambiente è tale Sergio Golinelli, ex sessantottino virato occasionalmente al verde, che ha fatto e sta facendo fuoco e fiamme (la coincidenza!) per la triplicazione dell’inceneritore locale e per la costruzione ex novo di un impianto a turbogas. Di questa assurdità ho parlato personalmente con il deputato verde Marco Lion, con il senatore verde Marco Pecoraro Scanio (fratello del ministro) e con Fabrizio Fabbri, capo della segreteria tecnica del ministro. Ultimamente, qualche ferrarese ha chiesto l’espulsione dal partito di un personaggio del genere, cosa che sarebbe parsa un atto dovuto a chiunque. Ma la risposta a quella richiesta qual è stata? Non sono fatti nostri, ma sono di pertinenza regionale. Al che, ho scritto a Fabrizio Fabbri di cui ho grande stima e della cui amicizia mi onoro, esternandogli tutto il mio disappunto, e quella comunicazione è finita in copia a varie persone, tra cui un tale Sauro Turroni, ex senatore verde e oggi, bocciato dagli elettori alle ultime consultazioni, riciclato come funzionario di partito. Costui, piccato da non so bene quale mio passaggio, mi ha pregato con la classica gentilezza delle osterie di non interferire più con la sua emotività, informandomi pure come lui resti persuaso che io sia un “pezzo di guano” (cito testualmente).

Indipendentemente dalle rispettabilissime e, peraltro, interessanti convinzioni del sig. Turroni, mi piacerebbe che qualcuno fosse così paziente da spiegarmi a che cosa potrà mai servire un partito verde dove di verde resta appena una macchia nel simbolo e perché un partito simile non dovrebbe essere classificato come dannoso, visto che si propone nelle vesti di paladino dell’ambiente, attira i consensi di chi desidera che l’ambiente sia protetto per poi usare quegli stessi consensi per fare l’esatto opposto. Non è il classico pacco?

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