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I pensieri di un’ala destra non convocata

Ora, per il pedaggio preteso dall’età, da molti anni non più agonista ma tutt’ora praticante, io sono sempre stato uno sportivo. Sportivo e tifoso non sono sinonimi, e questo va detto per evitare uno dei tanti malintesi nostrani.

Ieri, facendo eccezione ai miei orari lavorativi, mi sono goduto la partita di calcio tra le rappresentative di Uruguay ed Italia. Beh, goduto è un po’ tanto: facciamo che ho visto la partita e fermiamoci lì.

Qualche settimana fa, all’insaputa della torma dei miei fan, ho giocato nel ruolo di ala desta nella nazionale disc  jockey e dunque, in qualche modo, potrei dire che “sono del mestiere”. In tutta sincerità e lontano da ogni presunzione, mi sentirei di affermare che, sessantacinquenne come sono, ho una condizione atletica e una corsa che pochi dei nostri azzurri hanno mostrato e, per obiettività, mi pare che i sudamericani  non abbiano dato prova migliore. La classica partita tra scapoli e ammogliati non avrebbe fatto grande differenza. Questo a meno che non si entri nella privacy finanziaria.

Per nulla stupito né, tanto meno, scandalizzato dai nostri abatini, mi hanno divertito la costernazione del popolo italiota (c’è chi ha pianto pubblicamente) e la non proprio originale presa di posizione contro, tanto per essere coerenti, chi se non l’arbitro? Al proposito mi chiedo come si sarebbe fatto ad usare quello che, prima della rivoluzione cromatica, era “l’uomo in nero” in qualità di capro espiatorio se il detto signore avesse concesso il rigore solare agli uruguaiani (“rigore è quando arbitro fischia” diceva saggiamente il compianto Vujadin Boskov). Certo, la bua alla spalla del nostro dottor Chiellini (Scienze Economiche) per il terribile morso infertogli dal dentone Suàrez (ricordate Alberto Sordi nel film I Mostri?) è stato un colpo pesantissimo, ma mi avventuro a dire, da canuta ala destra, che qualcuno ce l’avrebbe fatta a scalare quella pur impervia salita. Resta il fatto che il signor Rodriguez (appunto l’arbitro e, per la cronaca, pastore protestante) non ha espulso almeno metà dei celesti e assegnato una mezza dozzina di rigori ai nostri indomiti rappresentanti. Da qui una nazione indignata.

E adesso come faremo ad impegnare le nostre menti? Il Festival di Sanremo è così lontano…