Egregio dott. Montanari
nel rinnovarle tutta la mia stima per il suo lavoro e per l'opera di informazione che svolge,
le chiedo di conoscere il suo parere sulla seguente vicenda ?
RISPOSTA
E' curioso come tanta gente sia disposta a cadere in ovvie fregature del genere. Non basta la presenza di Legambiente per mettersi in sospetto? Come non accorgersi che si tratta dell'albero degli zecchini del Gatto e della Volpe di Pinocchio? La sola pretese di non produrre diossine dovrebbe far capire a chiunque che siamo di fronte ad una bestialità. Chi ha voglia di leggerlo, in questo blog c'è il post "A caccia di biomasse".
Il dibattito sulla centrale a biomasse da realizzare nella zona industriale potrebbe approdare presto in Consiglio. L’amministratore delegato di Italgest, Paride De Masi, ha infatti confermato la sua disponibilità ad un incontro con il consiglio comunale, un confronto al quale prenderanno parte anche gli «advisor» tecnologici, quali l’Università del Salento e l’Enea.
La conferma dell’imprenditore salentino fa seguito al dibattito che negli ultimi giorni ha preso vita negli ambienti politici e istituzionali.
Sia esponenti del centrodestra che del centrosinistra hanno rilevato l’opportunità di un coinvolgimento dei cittadini, anche sul piano informativo, nel percorso progettuale che porterà alla costruzione della centrale di energia da alimentare con l’olio combustibile prodotto dai semi di girasole.
Il progetto – ha spiegato lo stesso De Masi – nasce da un accordo di programma a livello regionale che prevede la riconversione di 20mila ettari di terreno agricolo che erano un tempo destinati alla coltivazione del tabacco. I vantaggi sarebbero molteplici: nuovo impulso al comparto agricolo, produzione di energia pulita ed incentivi economici anche per la città di Lecce. Grazie ad una convenzione ventennale, infatti, nelle casse del Comune dovrebbero entrare circa 500mila euro all’anno, che in un arco di venti anni significano dieci milioni di euro complessivi.
Un’opportunità, dunque, per guardare concretamente all’opzione delle fonti rinnovabili in una prospettiva di auspicabile, graduale affrancamento dalle tradizionali centrali di energia a combustibile fossile (vedi Cerano), altamente inquinanti.
Sul tema dell’energia da fonti rinnovabili interviene anche Legambiente. Maurizio Manna, responsabile provinciale, conferma che l’associazione mantiene salda la sua posizione favorevole all’impiego delle energie alternative (eolico, solare termico, fotovoltaico) ma premette alcune condizioni perché, nel caso specifico di Lecce, la centrale a biomasse possa rivelarsi effettivamente un’occasione «pulita» di sviluppo.
«Sono d’accordo con i politici – commenta – quando dicono che deve esserci un percorso partecipato. Ma l’aspetto più importante è capire bene quali sono le ricadute positive». In proposito rileva che effettivamente l’impiego di queste centrali permettono una minore dipendenza dal petrolio e dal carbone, l’eliminazione dell’inquinamento da fonti fossili (il più temibile), lo sfruttamento agricolo del proprio ambito territoriale. Ma il punto è proprio questo.
«E’ una questione di equilibri – dice Manna – Da un lato è vero che non si producono diossina né fumi di carbone, ma la Co2 (anidride carbonica) e il consumo di ossigeno per la combustione non si possono eliminare. Un bilanciamento, allora, si ottiene con le nuove coltivazioni che assorbono Co2 ed emettono ossigeno. La condizione essenziale, dunque, è che le coltivazioni ci siano, ma anche che nel tempo l’impianto utilizzi effettivamente i prodotti delle coltivazioni locali senza andare a prendere altrove la materia prima, ad esempio in Albania. Inoltre – conclude – bisogna assicurarsi che vengano destinati alle coltivazioni di girasole solo terreni dismessi senza alcun valore botanico e che a valle della produzione energetica vi sia un costante monitoraggio ambientale per garantire la sicurezza».
Da : La Gazzetta del Mezzogiorno