Nel mondo dello spettacolo le coppie hanno sempre avuto una certa fortuna, dai mitici Ollio e Stanlio a Gianni e Pinotto fino ai ruspanti fratelli De Rege, i due del tormentone “vieni avanti, cretino!” Nel mondo della politica, quella deteriore dei dittatori dove la democrazia è un nemico da soffocare e dove cultura e intelligenza non possono per forza di cose, a pena del crollo del castello, essere coniugate insieme con la libertà, è sempre stato noto come manovrare l’informazione sia uno strumento di potere che soverchia per efficacia qualsiasi altro espediente. La lobotomia dolce sotto ipnosi è un classico: quella del Gatto e della Volpe, per intenderci, tanto per restare alle coppie. “Fai i comodi tuoi: ci siamo noi a tirarti fuori dai guai e, anzi, nemmeno ti accorgerai di esserci, nei guai.” Naturalmente, tenere i fili di un’informazione distorta nella direzione voluta è tutt’altro che facile ed è pure faticoso. Ma se il gioco vale la candela… E il gioco vale la candela, almeno per quanto riguarda il maneggiare rifiuti. "Trase munnezza e esci oro" è un detto che abbiamo sentito ripetere chissà quante volte e che, nella sua rozza essenzialità, è ineccepibile. I nostri politici, a qualsiasi livello si collochino, questo insegnamento lo hanno compreso, digerito e fatto loro. Va da sé che, almeno in un regime dove occorre a tutti i costi continuare a far credere che la democrazia sia salvaguardata, ci vuole il placet dei cittadini, galline che depongono denaro (sempre) e voti (a tempo debito). Galline, dunque, e come tali questi cittadini vanno trattati. Come si fa? Chi s’interessa della questione
lo può testimoniare senza difficoltà: si fa un giretto in qualche università o politecnico e si assolda uno “scienziato” voglioso di null’altro che di prostituirsi. Poi, già che si è in loco, si regala un pacchetto di azioni di multiutility a chi conta, si “sponsorizza” la carriera di qualche figlio, figlioccio, moglie, amante o socio in affari – se sono cretini non fa nulla – e si sovvenziona qualche ricerca, magari epidemiologica, accuratamente mirata al taroccamento dei dati. Gli enti di controllo? Acchiappare quelli è un gioco da ragazzi: vuoi fare carriera? Allora cucinami i numeri come sai che mi fa piacere siano cucinati. Ma di somma importanza sono i media, gl’incantatori di serpenti. Ormai la TV è la fonte di cultura, di saggezza, di opinione e di educazione per un consistente e fedele esercito di sonnacchiosi decerebrati in pantofole che – siamo o no in democrazia? – quando votano e quando pagano le tasse valgono esattamente come quei rompiscatole che del loro cervello hanno rispetto e cura. E allora, ecco i vari intrattenitori spediti in parlamento a Roma o nei non meno lussuosi parlamentini locali, ecco i tuttologi che spaziano sull’universo mondo dello scibile umano, dalle tecniche di caccia dei boscimani alle religioni precolombiane ai buchi neri al colon irritabile fino, perché no?, agl’inceneritori. Ma adesso c’è una ghiottoneria: la coppia del momento. Autori di un libro che dovrebbe essere letto da chiunque stia per compilare il modulo 740, Sergio Rizzo e Gianantonio Stella hanno cominciato a vedersi scivolar via tra le mani il contatto con la realtà e, temo, con loro stessi. Non rendendosi conto del fatto che un bravo violinista non è necessariamente altrettanto bravo quando gli si mette in mano un altro strumento, forse inebriati da un successo senz’altro meritato ma limitato ad un argomento preciso, ora il duo si libra ardito dove osano le aquile e, inevitabilmente, perde quota. Tanta quota. Fino a stramazzare ingloriosamente a terra. Qualche giorno fa Stella ebbe modo di esibirsi in un articolo che solo la pietà che devo ad un essere umano mi trattiene dall’aggettivare. Un contatto epistolare con il personaggio mi valse un paio di risposte stizzite classiche di chi, pescato in tutta la sua nudità e con le mani nella marmellata, non abbia altro argomento per togliersi d’impiccio se non l’insulto personale, peraltro non circostanziato. Tralasciando di commentare il “si vergogni”, piatto forte di chi non sa proprio che dire, vedi, ad esempio, l’ineffabile sindaco di Bolzano quando mi si rivolge, e pregando ancora una volta che mi si indichi di che cosa mai mi dovrei vergognare, mi limito solo riferire una chicca del signor Stella: per il suo sproloquio piromane ha l’appoggio di Legambiente! Guarda un po’, che strano… Ora, però, bisogna rincarare la dose, battere il ferro finché è caldo. Così scende in campo il socio, il signor Rizzo, che ti pubblica, sempre sul Corriere della Sera, un fulgido rosario di slogan che reclamizzano i falò dei rifiuti. Certo, per chi abbia qualche poco di cultura specifica, roba ormai stantia, mille volte sbugiardata senza scampo e priva di qualunque scientificità, ma per lui, come per il compagnuccio, più in là non si sa andare. Ora, è fin troppo evidente che i due dell’argomento che, con tanta spericolata presunzione pretendono di trattare, non sanno altro che quello che si dice in qualche bar, e di questa mia affermazione Stella e Rizzo mi ringrazino perché faccio loro la concessione di credere che non siano prezzolati per firmare assurdità che la decenza m’impedisce di commentare come meriterebbe, è fin troppo ovvio che i due non hanno la cultura, l’informazione e la capacità di discernere tra i dati per trattare un argomento così delicato, è fin troppo ovvio che la coppietta non ha l’umiltà d’informarsi a tutto campo, accontentandosi di strillare sciocchezze con cui sono stati imbeccati, ed è fin troppo ovvio che, sia come sia, qualcuno della Casta avrà più di qualcosa da guadagnare puntando su due cavalli del genere, ronzini fin che si vuole in questo campo, ma trasformati in fonti autorevoli per il semplice motivo di essere noti. Assurdo? Dopotutto, ormai le cose funzionano così: Mario Tozzi docet. E non ci si ferma qui. Ci si mette anche Repubblica che non deve perdere un colpo e fa pubblicare ad un tale Riccardo Staglianò un reportage sull’emergenza rifiuti campana che è tutto un poema. Dando per scontata l’innocenza anche del sig. Staglianò e restando nella presunzione che nemmeno lui sia stato messo al corrente che sta facendo da palo per una rapina multimiliardaria dei soliti noti condita da qualche problemino di salute per oggi e per domani, invito coppia e singolo ad una mia conferenza (ne faccio tante e non sarà difficile trovarne una a due passi da casa), magari ad un bel dibattito, e a rispondere a un po’ delle domande che tutti noi ci poniamo sull’incenerimento e alle quali non riusciamo proprio ad avere risposta. Noi, dati scientifici e documentazione su certe malefatte della Casta e della sua periferia ce li abbiamo. Voi? In alternativa, invito i tre a salire sul camino di uno qualunque di quelli che loro, con tenera ingenuità, chiamano “termovalorizzatori” e a farci vedere, perché no? in una diretta TV che non sarà certo negata, quanto sia salutare gonfiare i polmoni con l’aerosol delle esalazioni del loro giocattolo miracoloso. Del resto, basta leggere un antico articolo di Quattroruote, uno dei testi scientifici cui i nostri giornalisti s’ispirano (temo senza che lo sappiano), per essere rassicurati. E morire contenti. Ne uccide più l'ignoranza della febbre spagnola, diceva mio nonno.