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Gli scienziati e gli “scienziati”

Di 27 Settembre 2019 10 commenti

Φάρμακον: farmacon per chi non legge il greco. Quella parola ha un’origine curiosa: φαρμακός, farmacos, più o meno traducibile come “da cacciare perché maledetto.”

In greco antico farmacon significava sia medicinale sia veleno, il che, per chi ha nozioni di farmacologia, non desta alcuno stupore. Di fatto non esiste nessun farmaco che non sia anche un veleno e un po’ più di mezzo secolo fa mi s’insegnò che prima di somministrare un medicinale è indispensabile mettere in atto una serie di controlli su più fronti e poi occorre sempre farsi una domanda semplicissima: se metto su un piatto della bilancia gli effetti benefici che mi auguro di ottenere e sull’altro quelli che non si vorrebbero avere, da che parte pende la bilancia? Come sempre bisogna essere onesti, onestamente rispondersi e altrettanto onestamente comportarsi.

Che la medicina non possa essere davvero una scienza qualunque epistemologo rigoroso lo può illustrare e, anche per questo, la sperimentazione dei farmaci non potrà mai essere ineccepibile. Almeno, però, qualcosa bisognerebbe fare, ma farlo costa caro e, allora, con una strizzatina d’occhio o qualcosa di più, lo si fa poco e male o, in certi casi, non lo si fa per niente come è per i vaccini. La sperimentazione si fa sulle cavie paganti, vale a dire sui pazienti. “Prenda questo medicinale appena uscito,” dice il dottore al paziente felice di godere della novità. Poi vedremo di nascosto l’effetto che fa.

Non è affatto raro che i medicinali, specie se assunti a lungo, producano nel tempo effetti deleteri e non sempre questi sono denunciati tempestivamente, se mai lo sono. “Aspettiamo: qualche caso non basta…” Quasi mai, poi, le contromisure, non fosse che per quelle ovvie di precauzione, vengono adottate nei tempi e nei modi augurabili.

Il popolo ne è spesso ignaro, ma di farmaci ritirati dalla distribuzione, magari dopo aver goduto di un mercato fiorente, ce n’è un’infinità. Volendo vedere a tutti i costi il bicchiere mezzo pieno, è consolante.

Capita pure che non sia il principio attivo ad essere incolpato ma siano i controlli che dovrebbero sempre e comunque essere eseguiti sui componenti e sui prodotti finiti ad essere in fallo.

Ora sta facendo qualche rumore il ritiro di un po’ di lotti di un farmaco che i signori medici hanno prescritto con gran lena per i tanti sofferenti di stomaco, e il problema starebbe nella presenza di nitrosammine, composti organici che in alcune loro formule sono cancerogene. Non tantissimo: un po’.

Per quanto mi riguarda la cosa mi ha lasciato abbastanza indifferente, e questo da una parte perché non c’è novità e dall’altra, egoisticamente, perché non ne sono toccato, visto che d’abitudine i medicinali li lascio prendere ad altri.

A divertirmi, invece, è stata l’intervista rilasciata dal professor Silvio Garattini, ultranovantenne in gran forma, portabandiera della farmacologia “che conta” e unanimemente definito scienziato.

Riassumendone il pensiero, questo signore si mostra stupito e pure vagamente scandalizzato e, a proposito dei controlli così palesemente tardivi su prodotti diffusissimi, dice: “…desta anche un po’ di sorpresa che questo tipo di test non venga fatto a priori, in modo regolare, su tutte le materie prime che vengono utilizzate e sui prodotti finiti.” (Adnkronos Salute.)

Il mio divertimento ha origine nel mio “non incontro” con il personaggio.

Anni fa Luigi Pelazza (trasmissione Le Iene) mi chiese di accompagnarlo dal prof. Garattini per mostrargli le fotografie al microscopio elettronico delle porcherie che trovavamo nei vaccini. Detto per inciso, da allora la nostra casistica è aumentata di parecchio e i risultati restano coerenti con quelli di quel tempo. Questo senza che nessuno smentisca i risultati come si fa secondo le regole della scienza, senza che ci sia chi si presta ad un confronto e senza che le istituzioni muovano un dito.

Io andai e, con l’educazione che gli va riconosciuta, Garattini fece entrare nel suo studio Pelazza e mi lasciò un’ora abbondante nel corridoio con le mie fotografie e i miei spettri chimici nella borsa. A Pelazza disse che “Montanari è contrario ai vaccini,” il che, nella logica del personaggio, equivaleva al fatto che i risultati che gli portavo non erano da prendere in considerazione e ne giustificavano un giudizio a priori su cui gli scienziati (quelli senza virgolette) non potrebbero che storcere il naso.

A questo punto, inevitabilmente, l’etichetta di scienziato si fa di nebbia, essendo una tra le caratteristiche della categoria quella di essere curiosi, sempre felici di vedere e sempre pronti a confrontarsi. Insomma, onesti.

Ecco, allora, il mio divertimento. Il Garattini-pensiero invoca, giustamente, che la produzione del farmaco sia controllata ab ovo ad malum, dai componenti ai passaggi di lavorazione fino al prodotto finito.

E i vaccini?

Facendo appello alla sua onestà della cui esistenza non dubito, che cosa dice lo “scienziato” Garattini di un prodotto che non viene sperimentato (vogliamo confrontarci?), che contiene sostanze del tutto indebite (vogliamo confrontarci?), che non viene controllato (vogliamo confrontarci?) e che viene somministrato a persone sane facendolo addirittura sotto costrizione? Vogliamo, poi, dare insieme un’occhiata ai risultati statistici tenendo conto solo dei fatti? O, alla Totò, vogliamo dire allo “scienziato” “ma mi faccia il piacere!”?

 

10 Commenti
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paride
5 anni fa

Dott. Montanari, lei forse si ricorda di chi è la frase: “E difficile che una persona capisca una certa cosa se il suo stipendio dipende precisamente dal non capirla”.
https://www.rainews.it/tgr/toscana/video/2019/09/tos-vaccini-accordo-regione-medici-1057dd93-24dc-4219-9cb5-b9a489f202be.html

Carlo
5 anni fa
Reply to  paride

“It is difficult to get a man to understand something, when his salary depends upon his not understanding it” (Upton Sinclair) Si potrebbe tradurre la frase con “fare orecchi da mercante”. … Un dipendente salariale del servizio pubblico della RAI, l’astrofisico, nonché valente e rinomato scopritore di bufale, Luca Perri, di fatto nemmeno in sogno cerca di capire e di far capire al pubblico, che “cornuto e mazziato” gli paga anche lo stipendio. Uno stralcio del polpettone avvelenato a seguire è confezionato dalla RAI, un servizio pubblico, a quanto pare anche di diffamazione, oltre che di disinformazione… al servizio di… Leggi il resto »

Carlo
5 anni fa

Meglio, molto meglio la soluzione finale, alla Totò. Fosse anche persona onesta, di un’onestà che poi non costa nulla, il luminare non brilla davvero per coerenza e professionalità, e questa sua insostenibile leggerezza dell’essere “scienziato” (non saprei come altro definirla) a seconda dell’umore e di come gli va è riprovevole. Per deontologia, e anche per curiosità, il prof. Garattini doveva limitarsi ad esaminare esclusivamente le “fotografie” e gli “spettri chimici” e non giudicare la persona che quelle analisi aveva effettuate, e in base a questo giudizio inficiarne così i risultati ottenuti, a detrimento della ricerca scientifica e della salute delle… Leggi il resto »

Carlo
5 anni fa

Un caso Wakefield all’italiana. Un esempio di sanità come mala che, anche se datato, credo sia più che mai attuale. In studio sono presenti, oltre al conduttore, il dott. Massimo Montinari e l’avv. Roberto Mastalia. https://www.youtube.com/watch?v=zUvxmnBjKQo&feature=youtu.be La vicenda ricorda in tono minore, ma di certo non meno significativa, quella di Andrew Moulden, sia per la macchina del fango pronta a muoversi allorché si toccano gli enormi interessi delle industrie farmaceutiche sia per il fatto che il dott. Montinari accenna ai danni vaccinali causati alla microcircolazione. Questo medico, non certo votato al “giuramento di Ipocrita” come fanno tanti, si trovò implicato… Leggi il resto »