Di Antonietta Gatti
Gentilissima dottoressa Sammartino,
Credo che sarà finalmente soddisfatta: dopo lungo penare ci hanno tolto il microscopio con cui effettuavamo le ricerche che tanto la scandalizzavano.
Ora, in barba ai donatori gabbati, l’apparecchio sarà a disposizione di chi si occupa di geologia, di archeologia e di fabbricazione di pesticidi. Così, almeno, ci è stato assicurato dall’Università di Urbino beneficiata per motivi tutti da spiegare da parte della Onlus Bortolani che le ha fatto arrivare in dono il microscopio. Delle nanopatologie cui i fondi erano destinati, nemmeno l’ombra. Il che è del tutto coerente con quell’ateneo in cui la nostra disciplina è una perfetta sconosciuta.
La scappatoia c’è, però:
come attestato dalla documentazione comune della Onlus Bortolani e dell’Università, noi potremo accedere al microscopio – pagando, s’intende – “almeno una volta la settimana”. Se a me la cosa appare quanto meno ridicola, sono certa che lei, anche in tanto bizzarre condizioni, saprebbe continuare, ideare e coordinare quelle ricerche per proseguire negli aiuti a tutte le persone che si rivolgono quotidianamente a noi e per progredire nelle conoscenze, ed è per questo che la invitai per iscritto ad assumere quelle responsabilità.
Vero è che non risulta nessun lavoro sul tema da parte sua, che lei non ha al suo attivo nessun coordinamento di progetti di ricerca internazionali e nemmeno, più modestamente, italiani. Vero è che non risulta alcuna scoperta in alcun campo del sapere da parte sua. Vero è, pure, che lei non ha mai mostrato traccia di umana pietà o anche solo d’interesse nei confronti di tutte le persone che continuano a chiederci aiuto. Vero è, inoltre, che certe sue manifestazioni, dalle numerose apparizioni in rete sotto gli pseudonimi più fantasiosi addirittura ai cambiamenti di sesso fino allo spacciarsi a lungo per Daniela, una povera ragazza siciliana invalida folgorata dalla scienza della dottoressa Sammartino, potrebbero destare perplessità nei più e l’interesse di qualche studioso di psichiatria. Ma il fatto stesso che lei, anche se isolata all’interno dell’università in cui dovrebbe prestare la sua opera, si presenti al suo pubblico di Internet come scienziato di primo piano è di per sé una garanzia. Chi meglio di lei può conoscere il suo valore?
Ma, spedito da tempo il messaggio d’invito, ad oggi non ho ricevuto risposta, e la cosa mi stupisce un po’. Chi non avesse la certezza della sua statura scientifica potrebbe a questo punto pensare che lei tema di essere messa alla prova, che qualcuno possa sospettare che lei è un’incompetente millantatrice desiderosa solo di distruggere chi lavora e produce a differenza di chi passa la giornata che dovrebbe essere lavorativa a scrivere stravaganze e cattiverie a carico di chi la disturba perché teme il confronto. Ma stia sicura: nessuno ha intenzione di confrontarsi con lei perché, come lei sa, in campo scientifico i confronti valgono solo per grandezze omogenee.
Ora a me non resta che proseguire le mie ricerche con altri mezzi, sperando che lei non lo scopra, altrimenti potrebbe continuare a tempestare di messaggi i miei editori, i miei collaboratori stranieri, i politici, i media come sta facendo ormai da anni, visto che questo è tutto ciò che finora ha prodotto. E, chissà, qualcuna di quelle missive potrebbe anche essere presa sul serio e non finire nel cestino della carta straccia a volte distrattamente, a volte con fastidio, spesso nell’ilarità del destinatario come è sempre accaduto finora.
Nella speranza di ottenere non solo la sua collaborazione ma la sua direzione illuminata, la saluto distintamente,
dott.ssa Antonietta Gatti