Blog

E’ ora di appendere il cervello al chiodo

Di 15 Dicembre 2016 1 commento

Il dente edace del tempo pretende pedaggi sempre più pesanti e io mi accorgo, giorno dopo giorno, di non avere le possibilità di pagare. Insomma, io non capisco il mondo in cui vivo.

Non ho voglia di parlare del Governo lavato con Perlana in cui il conte Gentiloni s’infila mutande e camicia del dottor Renzi.

Né ho voglia di pensare agli “appalti” del comune di Roma. Roba che, come ho apertamente confessato, è troppo difficile per il mio povero cervello. Ma c’è un paio di cose che mi competono da vicino per l’orrendo mestiere che la sorte mi ha tirato addosso e di questo non posso non fare almeno un accenno.

 

Qualche giorno fa una pediatra (dunque, laurea e diploma di specialità) scrive in un documento ufficiale che le particelle inquinanti che da tanti anni fotografiamo e analizziamo nei vaccini sono “teorie”. Se qualcuno, magari un cultore di Kafka o di Calderon de la Barca o di Pirandello, ha la pazienza di spiegarmi il perché, sia buono e si faccia avanti.

Poi apprendo che il velodromo romano costruito rigorosamente in cemento e amianto per le Olimpiadi del 1960 è stato smantellato. Questo è quanto prevede la legge, una legge entrata in vigore ben oltre vent’anni fa ma, come accadeva per le grida di manzoniana memoria, rispettata solo dai fessi, tanto che innumerevoli edifici, spesso pubblici, totalmente fuori legge resistono eroicamente. Ma, grazie al Cielo, a Roma sono persone serie e quel particolare monumento all’umana follia ora non esiste più.

Vuole il caso, però, che per smantellare le costruzioni contenenti amianto sia d’obbligo seguire determinati iter, iter costosi e fastidiosi fin che si vuole, ma davvero il minimo indispensabile per limitare la diffusione di cancerogeni noti come tali da venti secoli ma come tali riconosciuti dai signori legislatori solo nel 1992 con regole recepite (dico tanto per ridere) l’anno dopo.

Ma, si sa, a Roma la chimica, la fisica e la biologia chinano il capo e nel lontano 2008 il velodromo è stato fatto saltare in aria e, così, di fatto è sparito come comanda la legge. Magari il suo ricordo riemergerà tra qualche decennio  nelle membrane sierose dei romani sotto forma di un cancro, ma, come diceva quel tale, del doman non v’è certezza.

Certo ingenuamente, qualcuno si attenne alle noiose regole della Natura e denunciò il fatto, un fatto che finì in tribunale, trascinando davanti al giudice un tale Filippo Russo che, a quanto mi è dato sapere, pare sia il responsabile dello smantellamento.

Ora, dopo anni di tormenti, il povero signor Russo è stato finalmente assolto da ogni accusa. Anzi, il tribunale romano ha stabilito che “il fatto non sussiste” http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/12/13/news/roma_abbattimento_velodromo_dell_eur_assolto_unico_imputato_per_disastro_ambientale-154020414/?rss&refresh_ce

Da persona scarsamente dotata d’intelligenza e sprovvista di cultura come palesemente sono io, non ho capito il significato della non sussistenza. È, vedi mai, il velodromo che è sparito da solo o, piuttosto, le tonnellate di amianto che sono uscite dal processo sono diventate improvvisamente innocue per decisione del tribunale? Sia chiaro: ho già ammesso la mia manifesta inferiorità intellettuale e culturale. Dunque, imploro pietà. Comunque, da quanto mi pare di capire, non si può certo condannare qualcuno se il fatto non è mai esistito. E, allora, tiriamo un sospiro di sollievo perché giustizia è fatta.

Così, per avere chiarezza, non resta che aspettare la motivazione della sentenza. Se l’impianto è scomparso senza interventi, provvederemo ad informare l’illusionista David Copperfield rendendogli noto che è stato surclassato. Se, invece, sarà l’amianto ad essere diventato inoffensivo, la cosa sarà un po’ più impegnativa perché si dovranno riscrivere migliaia di testi medici, a partire dalla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. Aspettiamo in attesa d’imparare.

1 Comment
Inline Feedbacks
View all comments
parideparis
8 anni fa

COME I RIFIUTI
Forse l’affermazione che il fatto non sussiste si basa sullo stesso assunto nichilistico su cui si regge l’incenerimento dei rifiuti: ciò che viene bruciato (o fatto saltare in aria) diventa nulla, con buona pace di Lavoisier.

RISPOSTA

Stante la mia ignoranza, ieri ho interpellato un amico giudice e un’amica avvocatessa. Nessuno dei due è stato capace di spiegarmi e, soprattutto, di spiegarsi, un fatto così apparentemente assurdo. Aspettiamo che escano le motivazioni, e poi sapremo.