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E adesso, al lavoro!

E così l’allegra combriccola ce l’ha fatta. La signora Bortolani, un manipolo di casalinghe desiderose di partecipare ad un gioco eccitante come le belle lapidazioni di un tempo, una “scienziata” a piede libero grazie alla legge Basaglia, un paio di “giornalisti” tanto coraggiosi da non temere nemmeno le loro stesse bassezze, e il signor Giuseppe Grillo il quale ha benevolmente prestato il suo placet all’operazione hanno portato a compimento una gloriosa missione che li vedeva silenziosamente impegnati da quando io mi sono “messo in politica” all’inizio del 2008.

Oggi, sotto l’attenta supervisione del professor Stefano Papa, preside della facoltà di Scienze dell’Università di Urbino, si è dato l’ultimo colpo di martello sulle casse che contengono quello che fu il nostro microscopio. Così, adesso io sono dovutamente imbavagliato

grazie a qualcuno che ha fatto esattamente il contrario di quanto strepita nelle piazze e nei palasport inebriato dal delirio dei suoi ragazzotti, qualcuno  che mi tirò, a suo tempo, il simpatico scherzetto di farmi lavorare a mie spese per fargli pubblicità come mecenate della scienza e poi, fatta la festa, ha gabbato il santo. Colpa mia: ci sono cascato come un allocco così come prevede ogni scherzo ben congegnato.

La Bortolani? Lasciamo perdere: quando riuscirò finalmente a vedere i movimenti bancari relativi alla famigerata raccolta fondi, quei movimenti che, chissà perché, mi sono tenuti accuratamente nascosti, forse avrò molto da dire. Per ora, mi limito a rifarmi a https://www.stefanomontanari.net/index.php?option=com_content&task=view&id=1856&Itemid=1

Ora la palla passa a loro, a chi mi ha tolto la possibilità di ricerca. Tutti coloro che giornalmente mi chiedono aiuto possono rivolgersi con fiducia a questi degni personaggi, confortati dalla scienza dell’Università di Urbino che, certo per modestia, non ha mai partecipato ad un congresso di nanopatologie, non ha mai partecipato ad un progetto di ricerca, non ha mai scritto una riga. Comunque, lasciate il tempo perché questi scienziati scaldino i motori e vedrete che meraviglia. Intanto, magari qualcuno cominci a chiedere quali programmi abbiano, visto che quel microscopio è stato pagato dai donatori che avevano creduto a tutt’altra destinazione per la loro generosità. La mail del rettore, il professor Stefano Pivato, è [email protected].

Ad oggi nessuno di quell’università si è fatto vivo per avere idea di che diavolo siano queste nanopatologie, forse certi che basti sedere dietro una cattedra per avere la scienza infusa.  Ma, se è vero che la consapevolezza della propria ignoranza è la molla indispensabile della conoscenza, mi pare di non intravvedere gran che nel futuro. Certo, sono in errore.

E un po’ di perplessità mi desta il comportamento del rettore che sarà pure magnifico ma che di creanza ne ha pochina. Se io avessi ricevuto un regalo da 378.000 Euro come è capitato a lui, almeno una telefonata di ringraziamento a chi si è massacrato per mettere insieme quella somma io l’avrei fatta. Ma la spocchia deve far parte del personaggio come lo è l’ermellino che ne adorna le spalle.

Venendo al pratico, noi non abbiamo alcuna convenzione che ci permetta di accedere al nostro microscopio, sia pure secondo l’ignobile farsa allestita dalla signora Bortolani e veicolata dall’immancabile signor Grillo secondo cui noi potremo fare ricerca laggiù utilizzando “almeno una volta la settimana” il nostro apparecchio. Ad oggi, nonostante le mie insistenze con il professor Papa, non abbiamo la possibilità di lavorarci nemmeno alle ridicole condizioni graziosamente concesseci.

E, restando al pratico, adesso avremo bisogno di un altro microscopio, sempre che non si preferisca davvero che la ricerca risulti imbavagliata, nel qual caso, chiudiamo qua per la soddisfazione di tutti.

Però chi non se la sente di cedere all’arroganza di chi difende interessi che non ha nemmeno il coraggio di confessare, può contribuire al finanziamento della ricerca, ricerca che ha bisogno subito di rimpiazzare la voragine acquisendo un altro microscopio. Basterà rinunciare ad una serata in discoteca o al ristorante o, magari, allo spettacolo di qualche comico.

L’associazione Onlus Ricerca è Vita raccoglie donazioni allo scopo, e, se donare qualche Euro non è certo obbligatorio, è, però, un atto di dignità ed un rifiuto ad essere presi in giro. https://www.stefanomontanari.net/index.php?option=com_content&task=view&id=1521&Itemid=1 è il link per avere informazioni in proposito. Si sia avvertiti: stavolta il microscopio sarà intestato a noi e, sa la cosa non piace, non si doni un centesimo.

L’ IBAN dell’Associazione Ricerca è Vita è  IT 38 L 07601 02800 000093844736, mentre il numero di conto corrente postale è 93844736.