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Déjà vu a Fiumicino

Da leggere

http://www.lastampa.it/2015/06/02/blogs/nanopatologie/tutta-la-verit-sullincendio-a-fiumicino-Wt0YY0kPOi0XtICcEVGLxN/pagina.html

Di che cosa contenesse il capitolato d’appalto secondo cui fu costruito il Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino non ho idea. Penso, però, che non sarebbe tempo sprecato riesumarlo, leggerlo con attenzione e confrontarne il contenuto con quanto effettivamente risulta dalla composizione dei materiali che, da ignifughi come ragionevolmente si presumerebbe dovessero essere, hanno preso fuoco con una facilità sorprendente.

Ora, a guaio fatto, piove sul bagnato.

Lavoratori impegnati nel terminal incriminato e passeggeri sono stati riammessi nell’area in un battibaleno. Una ditta specializzata ha rassicurato tutti e il solito Istituto superiore di sanità ci ha messo del suo mostrandosi ancora una volta per quello che è. Personalmente ricordo, tra le altre, le figure non proprio brillanti rimediate da quell’ente a proposito dei vaccini e a proposito delle nanoparticelle prodotte in ambiente militare, e, in fondo, l’intervento da burocrati a Fiumicino è un esempio di coerenza.

 

Ormai le persone ricoverate all’ospedale dopo avere per qualunque motivo soggiornato in quella zona dell’aeroporto sono centinaia, e della loro presumibile sorte di qui a un po’ di tempo non abbiamo alcun cenno da parte delle cosiddette autorità. Per parte mia penso che sarebbe stato interessante analizzarne il sangue immediatamente per valutare non i pure importantissimi parametri che si valutano di routine negli ospedali, ma i nostri. Va da sé che la cosa non è stata possibile e va altrettanto da sé che la burocrazia di regime abbia prevalso su scienza e buon senso.

A volte le mie conferenze sono intitolate “Morire a norma di legge” e credo che il titolo ci possa stare anche per questa vicenda, magari, ottimisticamente e incrociando le dita, sostituendo morire con ammalarsi. Aggiungo solo che le leggi sono fatte in modo da essere plasmabili come la plastilina e interpretabili secondo l’“artista” più di una musica jazz. Quando, poi, si è alle strette, si fa finta di niente e tutti vissero(?) felici e contenti.

Di seguito riporto una mail che ho ricevuto da poco. Ometto solo la firma per ragioni che credo siano comprensibili.

Gentilissimo Dott. Montanari,

Le scrivo per segnalare la preoccupante vicenda del nostro principale aeroporto nazionale, il Leonardo da Vinci. Come sicuramente sapra’,una vasta parte della vecchia struttura dell’aerostazione ha subito danni ingenti a causa di un incendio, la notte del 7 maggio. La preoccupazione di chi lavora a Fiumicino nasce dal fatto che l’area non è stata mai dichiarata inagibile, de facto, ma dopo un paio di giorni l’azienda contattata da Adr ha dichiarato che i livelli di polveri varie erano subito rientrati nella norma. Velocità insolita, specie in una struttura chiusa, verrebbe da dire. Le varie società aeroportuali hanno, da subito,iniziato a fare pressioni sui dipendenti affinché tornassero al lavoro nella zona del terminal 3, paventando, in alcuni casi, anche sanzioni disciplinari. Nei giorni successivi alla riapertura di alcune aree ck-in, parecchi dipendenti hanno manifestato sintomi più o meno gravi ed importanti; le compagnie aeree, difatti, dopo le pressioni suddette, si sono premurate di consigliare al personale di uscire ogni 15/20 minuti al di fuori dell’edificio e di bere molta acqua. Il tutto mentre una cartellonistica onnipresente raccontava( e racconta) che l’aria e’ più salubre che sulle Dolomiti( verrebbe da dire scherzando, se a situazione non fosse così preoccupante ed instabile). Da notare, anche, che nei primi giorni il pronto soccorso aeroportuale segnalava casi di intossicazione, a vari livelli ovviamente, mentre dopo l’intervento dell’asl di competenza, magicamente tali diagnosi si trasformavano in irritazioni ma in nulla che potesse richiedere l’allontanamento dalla struttura danneggiata( come invece avveniva poche ore prima). La notizia di qualche giorno fa,le indagini aperte dalla procura di Civitavecchia circa la presenza di diossina, furani e pcb, sostanze non rilevate nei controlli di questi giorni( i quali si erano interessati sulla presenza di formaldeide e toluene), l’iscrizione di un dirigente asl e di uno adr nel registro degli indagati, sempre da parte della procura, hanno rinfocolato e rinforzato i dubbi e le legittime paure da parte di chi trascorre intere giornate in quei locali. Per tacere del flusso di passeggeri esposto a tali condizioni.

Di qualche giorno fa la pubblicazione del rapporto del Istituto Superiore della Sanità  in cui viene riconosciuta la compromissione dell’area, in termini di qualita dell’aria. La stessa societa’ aeroportuale, Adr, ha deciso di ridurre, nuovamente, l’operativo al 60 per cento, dopo che per giorni e giorni era stata divulgata la sostanziale salubrita’ dell’ambiente. Stimatissimo dottor Montanari,apprezzandola da anni per la perseverenza( sua e di sua moglie)nel portare avanti ” “questioni scomode” e conoscendo la vostra sensibilità verso le tematiche connesse alla salute pubblica, le chiedo e la prego di vegliare e vigilare su tutta la vicenda, affinché non ci si trovi ad affrontare nuovi casi di malaffare, disprezzo per la salute e negligenza da parte di chi dovrebbe tutelarci.

 

Io non ho elementi per sottoscrivere, per confermare o per smentire il testo. Lo riporto come l’ho ricevuto e ognuno si faccia la sua opinione. È del tutto ovvio che io non ho alcun potere e, se mai fossi coinvolto nella faccenda, so già che si farebbe di tutto per ostacolarmi. È tutto un déjà vu.