“Poi il Signore Dio prese l’essere umano e lo pose nel giardino dell’Eden, perché lo lavorasse e lo custodisse” (Genesi 2,15)
1.0 Premessa: Mi chiamo Fratel Natale Brescianini, sono un monaco benedettino camaldolese e risiedo presso l’Eremo di Monte Giove a Fano (PU). Negli scorsi anni ho seguito con interesse le ricerche del dott. Montanari e poi ho avuto il piacere di conoscere di persona lui e la sua moglie. Il dott. Montanari mi ha quindi chiesto di scrivere alcune riflessioni su tematiche ambientali ed eccomi qui… Non sono un teologo, un biblista, o un fine pensatore, ma solo un povero monaco che cerca di ragionare su ciò che vede attorno a sé.
2.0 Introduzione: Basterebbe la frase che ho riportato nel sottotitolo, tratta dal Libro della Genesi (il primo libro della Bibbia), per far capire che nella ricerca spirituale, in un cammino di fede, la questione ambientale è di primissimo piano. In queste poche righe farò riferimento alla prospettiva della Bibbia, poi alla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica e infine trarrò alcune conclusioni.
3.0 Siamo fatti per il giardino: 3.1.1 All’inizio della Bibbia ci sono due racconti di creazione: – il primo narra che Dio crea l’universo in sei giorni e il settimo giorno si riposa. L’uomo, maschio e femmina, è posto alla fine, come completamento e apice della creazione. – Nel secondo racconto Dio crea l’essere umano, poi tutte le cose ed infine, con la famosa costola, crea la dualità nell’essere umano, maschio e femmina. 3.1.2 Cosa ha fatto, allora, Dio? Ai racconti biblici non interessa fare una cronologia degli inizi, ma vogliono offrire una prospettiva dalla quale guardare se stessi, gli altri, il mondo, la storia. Alla Bibbia interessa mostrare che la condizione ottimale dell’uomo è la perfetta armonia che deve regnare tra l’uomo e se stesso (Adamo ed Eva erano nudi e non si vergognavano), tra l’uomo e l’altro (questa e carne della mia carne ed ossa delle mie ossa), tra l’uomo e la natura ed infine tra l’uomo e Dio. 3.1.3 E Dio pose l’uomo, e lo pone ogni giorno, in questo giardino, perché attraverso il lavoro, ricercasse e continuasse l’armonia per cui è stato creato. Rompere l’armonia anche con uno solo degli elementi, significa tradire il progetto iniziale di Dio. Quindi credo che, in una prospettiva di fede, distruggere l’ambiente in cui si vive, nuoce non solo alla salute fisica, ma anche al rapporto con Dio, ad una ricerca spirituale seria!!!
4.0 La Dottrina sociale della Chiesa Cattolica: Nel capitolo decimo del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, dedicato alla salvaguardia dell’ambiente, ci sono due idee che vorrei sottolineare: 4.1 Viviamo in un sistema: non si scappa, siamo collegati (in armonia, per dirlo con la bibbia), con tutto ciò che ci circonda; ed ogni nostra azione ha ripercussioni su tutto il sistema. 4.2 l’ambiente come casa: al numero 461 del Compendio si legge: « L'epoca moderna ha registrato una crescente capacità d'intervento trasformativo da parte dell'uomo. L'aspetto di conquista e di sfruttamento delle risorse è diventato predominante e invasivo, ed è giunto oggi a minacciare la stessa capacità ospitale dell'ambiente: l'ambiente come “risorsa” rischia di minacciare l'ambiente come “casa”. A causa dei potenti mezzi di trasformazione offerti dalla civiltà tecnologica, sembra talora che l'equilibrio uomo-ambiente abbia raggiunto un punto critico ». Ritornare alla visione dell’ambiente come la casa che abitiamo, che custodiamo, che curiamo, che abbelliamo diviene il segreto per una corretta armonia con la natura. 4.3 Inoltre non dimentichiamoci che, nella prospettiva cristiana, è il mettersi al servizio degli altri e delle cose che determina il criterio di utilizzo; non si può spadroneggiare, sfruttare, ma bisogna servire. Mettersi al servizio dell’ambiente non significa diminuire la priorità dell’essere umano, ma inserirlo in una visione più armonica, di ricerca di equilibrio, che ridona la giusta collocazione all’uomo e all’ambiente.
5.0 Considerazioni finali 5.1 Nuovo sguardo sull’ambiente: Mi piace parlare di ecosofia più che di ecologia; con ecologia si rischia sempre di parlare di come consumare meglio o meno, ma è sempre un consumare; con ecosofia (sofia= sapienza, quindi una sapienza sul creato) non si fa subito un discorso (ecologia, logos= discorso) ma ci si pone in una prospettiva innanzitutto di rispetto, venerazione del creato, di profonda gratitudine; si diviene contemplativi perché si vede la presenza di Dio anche nel creato: tutto ci parla di Lui e a Lui ci rimanda. 5.2 Essere positivi: La fiducia in Dio e nell’essere umano deve essere la cornice che guida ogni nostra azione; agire scegliendo la positività, proponendo e non solo criticando, dando valore ai Sì (ad un nuovo concetto di mobilità, alla decrescita felice, ad una gestione porta a porta dei rifiuti, ecc…) e non solo ai No (altrimenti invecchiamo da arrabbiati e rompiamo l’armonia…), senza pretesa di andare contro qualcuno o qualcosa, ma proponendo azioni e atteggiamenti buoni. 5.3 Partire dalle piccole cose: Sembra paradossale, ma di fronte ai rischi della globalizzazione, agli enormi squilibri che noi abbiamo creato ultimamente in campo ambientale, non ci resta che partire dalla nostra quotidianità, dai nostri stili di vita.
6.0 Appendice: Nella mia piccola comunità stiamo portando avanti alcune riflessioni: – Come restaurare l’eremo secondo le nuove tecnologie e l’utilizzo delle fonti rinnovabili. – Aiutati da Bilanci di Giustizia (www.bilancidigiustizia.it) cerchiamo di riflettere sui nostri stili di vita. Non è facile, ma con pazienza e perseveranza, ci riusciremo!!!!
Grazie alla vostra pazienza, se siete riusciti ad arrivare fino alla fine.
Fratel Natale