Quella portata avanti dai Comitati che si oppongono al TAV in Val di Susa e non sono mai stati sfiorati dall’idea di pentirsi, è un’idea geniale di quelle destinate a lasciare il segno.
Lo si è potuto evincere fin da subito constatando come la Valle NO TAV che molti avrebbero voluto ormai “addomesticata” sia tornata a fare parlare di sé sulle prime pagine dei giornali e sui “telebugia” nazionali, per approdare perfino alla TV francese, lasciando basita buona parte della classe politica italiana che non brilla certo in quanto a fantasia.
La proposta fatta ai 32.000 cittadini della Valle di Susa che la scorsa estate hanno firmato il documento di contrarietà al TAV, ma anche a tutti coloro, valsusini e non, che quel documento non hanno potuto firmarlo, è quella di acquistare ciascuno, versando 15 euro, 1 mq di quel territorio che dovrebbe diventare oggetto dei cantieri per la costruzione dell’opera.
Quando arriveranno le ruspe migliaia di proprietari potranno così concretamente esercitare il diritto legale di opposizione a qualunque decreto di esproprio o di occupazione temporanea che dovrà essere notificato, stando alla legislazione attuale, ad
ogni singolo proprietario, dilatando in questa maniera a dismisura i tempi di costruzione dell’opera. La genialità dell’operazione come si può ben comprendere va però molto al di là dell’aspetto meramente burocratico, in quanto dischiude nuovi orizzonti di lotta legale e non violenta che sono in grado di mettere in crisi l’arroganza dei poteri finanziari e politici che prevaricano sistematicamente i cittadini. Cittadini che difendono la propria terra ed il proprio futuro con i denti diventando simbolicamente proprietari di una parte infinitesimale di quel territorio che la mafia del cemento e del tondino intende cementificare, inquinare, violentare e distruggere.
Provate ad immaginare cosa accadrebbe se tutte le centinaia di realtà che in Italia stanno lottando contro le nocività decidessero di fare la stessa cosa. Se tutti coloro che lottano contro il TAV, gli inceneritori, le discariche, le centrali a carbone e turbogas, le nuove autostrade, i rigassificatori ed ogni altra grande opera attraverso la quale verrà devastato il territorio in cui vivono, decidessero nei prossimi mesi di acquistare collettivamente porzioni dei terreni sui quali dovrebbero sorgere questi mostri.
Il 30 marzo oltre 1400 persone si sono ritrovate a Chiomonte, dove alla presenza di un notaio hanno
sottoscritto l’atto di acquisto formale dei terreni nel corso di una “maratona” che dalle 9 del mattino è terminata solo a sera. La giornata è stata vissuta in maniera conviviale e si è trattato di una vera e propria festa con la presenza di gruppi musicali, l’esposizione delle oltre 250 tele d’autore NO TAV, pranzo a base di polenta e visite ai siti archeologici e ai vigneti locali che dovrebbero essere distrutti dalla costruzione dell’alta velocità.
Il 15 giugno a Venaus si replicherà e durante una nuova giornata di festa altre 1500 persone parteciperanno all’acquisto di un nuovo lotto di terreni, dimostrando in maniera incontrovertibile come l’opposizione dei valsusini nei confronti dell’alta velocità sia rimasta la stessa manifestata nell’inverno 2005, a dispetto di tutte le mistificazioni messe in atto da coloro che nei mesi passati avevano cercato di “vendere” in Italia e in Europa l’immagine di una Val di Susa ormai “normalizzata” e disposta ad accettare supinamente la costruzione dell’opera, al fine di ottenere in maniera fraudolenta da Bruxelles il finanziamento di 671 milioni di euro.
Nonostante le minacce e l’arroganza messe in campo dalla politica e la disinformazione dispensata a piene mani dai media compiacenti, in Valle di Susa il numero delle persone in prima fila continua ad aumentare, così come aumenta il numero di coloro che iniziano a pensare si tratterà di un “film” molto diverso da quello che era stato programmato nelle stanze del potere.
Altre informazini sono reperibili direttamente sul blog di Marco Cedolin http://marcocedolin.blogspot.com/