Le vostre domande

Combustibili da biomasse

Spett.le Dott.Montanari, ho appena finito di apprezzare il suo intervento su FanoTV in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria a Lei e al prof.Paul Connett, a Montemaggiore al Metauro lo scorso 28 maggio. Avrei qualche domanda da porle: Cosa pensa dei combustibili ottenuti dalle sostanza vegetali, quali, olio di colza, etanolo, ecc? Cosa pensa dell'esperienza del Brasile, dei motori FlexFuel prodotti dalla Fiat per quei mercati e quei combustibili? Sono stati fatti degli studi sull'impatto di queste tecnologie (sia nei processi di produzione dei carburanti, sia nei processi di combustione) in termini di particelle? La ringrazio in anticipo per il suo impegno e le sue risposte.

 

Risposta

Gentile sig.Giovanni,

il dr.Montanari, in questo momento si trova all'estero ma sarà sua premura risponderle esaurientemente al suo ritorno fra qualche giorno. Grazie a lei per l'interessamento mostrato.

Sonia Toni

RISPOSTA

Caro sig. Giovanni,

Ormai ho fatto una lunga e dolorosa abitudine alle sorprese e, dunque, non riesco a rispondere a priori alle Sue domande, dato che non ho mai avuto la possibilità di analizzare i combustibili di cui Lei accenna, né i metodi di preparazione né le scorie che inevitabilmente producono sia le preparazioni sia i carburanti stessi. Lasciando da parte tutte le considerazioni sull'opportunità di modificare sia la tipologia delle coltivazioni sia la loro destinazione e restando strettamente nell'ambito che mi compete, temo che non esista alcun tipo di combustione "amico dell'ambiente". Bruciare significa inevitabilmente produrre gas con effetto serra e bruciare derivati vegetali significa aggiungere alla scoria composti di cui sappiamo poco o nulla. Pensi che nelle foglie di tabacco (una solanacea come la patata) sono state isolate circa 4.000 sostanze diverse e non ci sono ragioni per le quali le cosiddette "biomasse" siano più semplici. Quando si valutano gl'impatti di questi materiali bruciati, si finge sempre che si tratti di carbonio, ossigeno, idrogeno e basta ma, purtroppo, la realtà è ben diversa. Restando solo nell'ambito inorganico, in maggiore o minor misura, tutte le piante contengono elementi inorganici e, dunque, metalli pesanti, zolfo e cloro. La sola presenza di cloro insieme con molecole organiche è potenziale fonte di diossine, e questo per non fare che un esempio. Comunque, a quanto so, nessuna indagine sul nanoparticolato è stata fatta su questi carburanti e sui loro metodi di preparazione.

 

Articolo successivo