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Polvere di Stelle

Di 29 Novembre 2010 5 commenti

Io non sono mai entrato in Facebook perché non sono iscritto né intendo iscrivermi. L’altro ieri un amico mi ha trasmesso il testo preso da quel “social network” e lo pubblico integralmente di seguito. In fondo, il mio commento.

 

 

* * *

Alle scorse elezioni comunali di Bologna e alle regionali ho votato il Movimento 5 Stelle. Leggo i post di Grillo da anni, e ho visto nel Movimento una “speranza” per il nostro Paese. La scorsa primavera ho deciso di partecipare attivamente alle riunioni dello stesso.  Avevo ovviamente letto il programma nazionale  e ne condividevo i contenuti. Sono insegnante e mi interessano molto quelli inerenti alla scuola. Ci lavoro da quasi 30 anni e la demolizione della  scuola pubblica portata avanti dalla Gelmini, la circolare Limina in Emilia Romagna che invitava i dirigenti scolastici ad assumere provvedimenti disciplinari nei confronti degli insegnanti che avessero preso posizioni pubbliche critiche nei confronti della Riforma, la situazione sempre più drammatica del nostro Paese con la crisi economica affrontata con i tagli allo Stato sociale, hanno suscitato in me la necessità di assumere un impegno civile diretto .

Entrata nel Movimento ho organizzato il gruppo scuola, ho partecipato alle manifestazioni di protesta contro la riforma, convinta che il Movimento ne condividesse i contenuti. Come gruppo scuola, del quale ero la coordinatrice, abbiamo presentato un documento nel quale è stata analizzata l’attuale situazione della scuola pubblica e si chiedeva al Movimento di assumere una posizione chiara rispetto alla politica scolastica del Governo. Pochi e chiari principi: difesa della Scuola pubblica e conseguente NO alla riforma, laicità dello Stato e conseguente richiesta di abolire i finanziamenti alla scuola privata. Abbiamo chiesto  al Movimento di approvarlo. Non è stato possibile.  La risposta del Movimento è stata l’ostracismo.  Di scuola non se ne parla o, se si è costretti a farlo, comunque non si assume una posizione,  perchè all’interno del Movimento le posizioni sono diverse, inconciliabili e, per non allontanare nessuno, meglio far “finta di niente”, meglio discutere di cose più semplici. Il Movimento nei fatti non assume alcuna posizione sulla riforma della scuola, come non   ne assume su moltissimi argomenti che riguardano il “sociale” e le politiche economiche di chi ci governa.

Poco per volta mi sono resa conto che il Movimento non è ciò che viene descritto da Beppe Grillo: il programma nazionale e lo stesso nome di Beppe servono  solo come “specchietto per le allodole”, per attirare i voti di chi non ne può più dell’attuale classe politica, dei suoi privilegi e della sua incapacità di dare risposte credibili ai problemi del Paese. Il Movimento è eterogeneo, composto da persone che cavalcano la tigre della protesta e che affrontano solo  argomenti “facili” sui quali convergere. Quando si parla di piste ciclabili, o di spazi verdi nella città, o di diminuzione dei costi della politica, di raccolta differenziata, di nucleare …. è facile trovare una convergenza di idee e di proposte. Diverso invece è assumere posizioni politiche rispetto alla riforma Gelmini, al finanziamento alla scuola privata, alla laicità dello Stato, ai diritti delle coppie di fatto, alla legge 194 sull’aborto, al problema ormai drammatico della casa, del precariato, all’accordo di Pomigliano, che non è un fatto isolato nel Paese, ma rappresenta il tentativo di togliere sempre più tutele ai lavoratori in tutto il Paese.  Su queste e altre problematiche il Movimento non è in grado di prendere una posizione, perché al suo interno ci sono persone con idee  spesso contrapposte: vi sono conservatori e “orfani della sinistra”, laici e cattolici integralisti,  uniti nella “protesta”, nei facili luoghi comuni, ma incapaci di avere un progetto realistico e coerente di più ampio respiro.  Uno dei loro motti preferiti è che non sono un partito, non sono una casta. A mio modo di vedere sono molto peggio: “uno vale uno” è in realtà solo uno slogan. Nelle assemblee si decidono solo alcuni aspetti, per lo più organizzativi, per il resto c’è un’oligarchia che decide per tutti: sono gli eletti e i loro stretti collaboratori.  In questi mesi trascorsi nel gruppo  l’assemblea non ha deciso nulla di rilevante dal punto di vista politico. Sono gli eletti Favia e De Franceschi che assumono in totale autonomia qualsiasi decisione politica a nome del Movimento.  Quando ho chiesto di discutere in assemblea di alcune problematiche, come il finanziamento dato alla fine di luglio dalla Commissaria Cancellieri alle scuole private a Bologna,  l’adesione alla manifestazione in difesa della scuola pubblica indetta a Reggio Emilia il nove ottobre scorso, la discussione sull’eventuale nomina alla presidenza della Commissione Pari Opportunità in Regione di Silvia Noè, l’accordo di Pomigliano e la necessità di assumere una posizione politica in difesa dei lavoratori, non ho mai ricevuto risposta. Formalmente non rispondono, lasciano decadere, non ne parlano, così possono fingere di essere tutti d’accordo, così possono coesistere nel movimento posizioni spesso contrapposte, intanto gli “eletti” decidono per tutti, perché  loro sono i “portavoce” del Movimento.  Bell’esempio di democrazia!  Ieri sera l’ultima “farsa”: i Consiglieri Regionali in assemblea pubblica hanno presentato un bilancio politico ed economico dei primi sei mesi  in Regione, hanno “rimesso il proprio mandato nelle mani dei cittadini”, quindi c’è stata una votazione  al fine di confermare o meno la “fiducia” a Favia e a De Franceschi.  Nessuna possibilità di porre domande ai Consiglieri, di discutere veramente su ciò che è stato o non è stato fatto. Una votazione plebiscitaria, ad alzata di mano, nella peggiore tradizione dei   peggiori partiti. Uno “spot di propaganda”, non uno strumento di democrazia, una “trasparenza” di facciata.  Un’autoesaltazione del proprio operato e una continua denigrazione di ciò che fanno “tutti gli altri”, questo è stato, in una povertà di contenuti  e progetti  reali davvero impressionante.  Stupefacente scoprire, tra l’altro, che  il denaro proveniente dagli stipendi regionali dei Consiglieri ( l’Assemblea ha deciso per loro un compenso di 2500 euro mensili )  non viene gestito dal Movimento stesso, ma dai Consiglieri che trattengono l’importo dovuto nei loro conti correnti personali!  E questo sarebbe un approccio nuovo alla politica?

Per non parlare della chiusura totale che mostrano rispetto a tutte le altre realtà culturali presenti a Bologna.  Nessun confronto e nessuna alleanza, questo a prescindere da possibili convergenze, perché solo loro sono portatori della “verità” grillina.  Intanto, per le prossime comunali questo Movimento così aperto alla società civile, così diverso dagli altri partiti avrà un candidato sindaco alle prossime amministrative  autocandidatosi e scelto da chi? Dagli elettori che lo indicano in base ad un programma? No, scelto nel chiuso dell’assemblea degli attivi, e solo da chi risulta essere attivo  alla data del 30 settembre 2010, scelto quindi da poche persone nella peggior tradizione dei partiti. Criticano i partiti, non accorgendosi però di essere ancor peggio degli stessi, perché non vi è  alcuna reale democrazia all’interno. E chi “osa” far presente certe incoerenze viene visto immediatamente come un “nemico”, qualcuno da isolare. E così vanno avanti senza prendere mai alcuna posizione chiara, convinti come sono che tanto saranno premiati elettoralmente in ogni caso: gli elettori voteranno sulla base di quello che dice a livello nazionale Grillo, il voto di protesta continuerà ad esserci e solo questo conta.  Lo stesso atteggiamento in fondo che ha la Lega: parlare facile, per slogan comprensibili ed efficaci,nient’altro.  Far credere che vi sia un programma nazionale condiviso, far credere che il movimento rappresenti una novità, una possibilità di riscatto del Paese,parlare alla “pancia” delle persone, glissare su tematiche qualificanti perché una posizione chiara allontanerebbe qualcuno: l’importante è prendere voti da tutti, da destra e da sinistra perché loro sono “sopra”  volano “alti”. Parole prive di un reale significato, solo vuoti slogan di propaganda: come la Lega appunto.

Povertà culturale, intellettuale, politica.  Inaccettabile quando da movimento di protesta si decide di entrare nelle Istituzioni, si decide di proporsi come forza che deve amministrare le città, le regioni e forse domani il Paese.  Per farlo bisogna avere delle idee, occorre avere il coraggio di assumere posizioni politiche, di fare scelte chiare, condivise non solo dagli “eletti” ma dal Movimento intero e soprattutto uscire dalla facile ottica della protesta e degli slogan ad effetto, occorre  occuparsi dei problemi reali dei cittadini e prendere posizioni chiare esponendo le proprie idee e cercando di aumentare il consenso per questo  più’ che per le invettive contro gli altri. 

Per questi motivi lascio il Movimento, per la mancanza totale di democrazia all’interno, per la povertà di contenuti. Lascio il Movimento perché non voglio rendermi complice dell’inganno che stanno perpetuando  verso gli elettori : a parole sostengono il programma nazionale di Grillo, nei fatti approfittano del suo carisma per ottenere facili voti di protesta ed iniziare la propria personale “scalata” alle Istituzioni. Non ci sto. I partiti non mi piacciono, ma il Movimento non è ciò che appare: non c’è democrazia all’interno, non ci sono idee che non siano quelle “facili” e scontate che la stragrande maggioranza delle persone può condividere, non c’è un progetto serio di società, solo slogan.

Un Movimento a parole di tutti, nei fatti solo di pochi.

Monica Fontanelli

 

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Il mio commento.

Tutto il “grillismo” si fonda e, per ora, prospera su una serie di malintesi.

È fin troppo evidente a chi ha qualche nozione di politica e, magari, ne ha pure qualche esperienza, che il comico non è in grado di condurre veramente un partito o movimento che sia. Questo per vari motivi, da quello essenzialmente culturale fino al fatto più che ovvio che di far politica a lui interessa meno di niente. E, di fatto, politica non fa. Come, molto sinceramente, lui stesso ha affermato mille volte, il suo mestiere è quello del comico e da quel mestiere non si è mai allontanato. L’attrazione per le genovesissime palanche, poi, completa il quadro specifico: riempire i palasport, vendere paccottiglia e incassare. Il fine giustifica i mezzi.

Naturalmente io non sono mai entrato nelle Cinque Stelle e, anzi, il mio essere stato candidato di punta con Per il Bene Comune, un concorrente del movimento di Grillo allora in gestazione che rischiava di pescare negli stessi ambiti, rappresentò una delle fonti dei guai causatimi dal comico. Però mi è capitato di parlare o di ricevere testimonianze scritte da chi in quel movimento era stato e ne era fuggito dopo averne costatato l’ipocrisia. Ipocrisia, si badi bene, che non è propria delle Cinque Stelle ma caratteristica comune di tanti movimenti rivoluzionari o autoproclamatisi tali, qualunque ne sia il livello. Purtroppo la storia non ha insegnato niente, un po’ per l’ignoranza di chi aderisce a quei gruppi, un po’ perché la mente dell’uomo è fatta così. È un topos più che ricorrente, peraltro rappresentato in modo facile dalla famosa Fattoria degli Animali di Orwell, che in seno a quei gruppi si formi in un lampo un’oligarchia non di rado più bieca della dittatura o presunta tale che ci si proponeva di rovesciare. Inutile compilare elenchi perché credo che chiunque ne abbia almeno parziale conoscenza. Comunque, chi vuole può informarsi sulle vicende a dir poco grottesche della rappresentanza in regione Emilia-Romagna dei “grillini” e tirare le sue conclusioni.

L’impossibilità in seno alle Cinque Stelle di affrontare argomenti complessi (in realtà l’ecologia, definita come “semplice”, è infinitamente più difficile ma viene gaiamente affrontata da “esperti” formati su Internet) è un’ovvietà. Le Cinque Stelle non fanno politica nel senso che dovrebbe competere al termine, vale a dire la conduzione virtuosa della casa comune, ma nascono solo come espediente per conservare un pubblico pagante, e questo peccato originale è un marchio indelebile. Da qui la necessità di spacciare solo roba apparentemente comprensibile a chiunque, dove il consenso generale sia facile, slogan partoriti con la tecnica della pubblicità per entrare anche nei cervelli meno attrezzati, e la sicurezza del branco. Mai, per nessun motivo, una presa di posizione che da quelle banalità esuli. A ben guardare, nulla di essenzialmente diverso dalle tecniche per lanciare e mantenere in vita la miriade di sette pseudo-filosofiche o pseudo-religiose di origine statunitense.

Dunque, da una parte Grillo che ha trovato una maniera geniale – geniale com’è Gianroberto Casaleggio, l’uomo pensante che tiene i fili – per mantenere acceso un lume altrimenti sempre più fioco, e dall’altra un manipolo di ragazzotti raffazzonati, impreparati e ubriachi per quel bicchierino di potere che è cascato loro addosso o che si fa loro credere potranno ottenere. Per un po’ la macedonia reggerà. Per un po’: fino a quando, uno dopo l’altro, sarà inevitabile che i fallimenti vengano a galla, gli occhi non si apriranno, magari con dolore, e resteranno solo i ciechi dalla nascita. Dall’altra parte, Grillo avrà già appeso il microfono al chiodo e farà quello che faceva il ricco delle Satire oraziane, applaudendosi da solo in casa al cospetto della sua cassaforte piena di quattrini mentre fuori la gente lo fischia.

 

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5 Commenti
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giotto69
14 anni fa

sembrerebbe invidiaMi sembra che le idee di fondo del movimento di Grillo siano per lo più condivisibili, insieme all’approccio alla politica non come professione ma come impegno sociale.Certo nel momento in cui ci si impegna si incontrano difficoltà alle quali magari non si è preparati, ma dal suo commento si respira un atteggiamento che, se non la conoscessi per altri post, identificherei con l’invidia: insomma che senso ha prevedere o sperare la fine e/o il fallimento di un movimento che si impegna nel sociale? Non so, non lo capisco.Saluti RISPOSTA Caro Giorgio, Mi pare che non abbia letto con attenzione… Leggi il resto »

edimattioli
14 anni fa

e … c’è dell’altro …si, c’è dell’altro … ma di certo avrò il “mondo contro” se lo dico : ad esempio,il programma “vieni via con me” è un’altro chiaro esempio: [i]”è funzionale al sistema, coinvolge le forze che a questo potrebbero essere d’intralcio e le distrae al momento giusto dirottandole altrove.”[/i]Sul web in queste ore ci sono migliaia di persone entusiaste di questo “spettacolo” che stanno freneticamente promuovendo l’ultima puntata di questa sera!!! si invitano amici e parenti e tutti coloro … che si son perduti le altre puntate!!! ma … è ancora una volta la POLITICA che festeggia!!! …… Leggi il resto »

sofiaastori
14 anni fa

io noIo no, cara Edi, non ti salto addosso perché sono della tua stessa opinione, per quello che riguarda Fazio, naturalmente e non per il movimento :-).Un bel programma, certo, ben confezionato, con contenuti nettamente diversi dai soliti squallidi intrattenimenti della tv odierna.Proprio per questo più pericoloso, più efficace di tanti discutibili talk-show smaccatamente propagandistici.Attira le persone perbene, stanche se non disgustate; diffonde un sentimento di speranza, di un rinnovamento possibile. E mentre lo spettatore si rilassa fiducioso, ecco comparire il vecchio politico sorridente dal ritrovato vigore retorico; ecco risuonare il nome del grande uomo di scienze entusiasta divulgatore delle… Leggi il resto »

russano giuseppe
14 anni fa

EDI, CHAPEAU !!!
SAVIANO DEVE RITRATTARE LE OSCENITA’ DETTE SUI “TERMOVALORIZZATORI”, ALTRIMENTI SUI RIFIUTI HA LO STESSO PIANO DELLA CAMORRA, INDISTINGUIBILE…

sauro
14 anni fa

Veicolo di energie positiveCaro Montanarileggo sempre con piacere il suo blog, perché credo che lei abbia il dono sia di scrivere bene, sia di essere pungente e tosto.Riguardo al rapporto fra lei e Beppe Grillo, da un po’ di tempo sto sempre piú propendendo verso di lei, visto che Beppe non risponde alle domande, prima fra tutte “Che fine ha fatto il microscopio?????”Leggo con interesse i suoi commenti nei riguardi di Grillo, sicuramente astiosi per una vicenda che non è terminata e non è né chiara né piacevole. Fatto sta che comunque non riesco a farmi un’idea ben precisa perché… Leggi il resto »