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Chi vuole aiuto ci aiuti

Di 14 Aprile 2010 4 commenti

È attivo il sito dell’Associazione Onlus Ricerca è Vita (www.ricercaevita.it)

Anche quest’anno sarà possibile devolvere il 5 per mille, così come effettuare donazioni (http://www.ricercaevita.it/ita/sostienici.php) per sostenere quella ricerca sulle micro e nanopolveri che tanto infastidisce politici, industriali e tutto il mondo non proprio onorevole che a queste due caste ruota intorno.

Ora il nostro microscopio, quello con cui s’infastidivano i sullodati, sta prendendo da mesi polvere all’Università di Urbino

dove non è mai stato acceso, rivelando così in pieno – anche se non ce n’era certo bisogno – il motivo per cui ci è stato tolto. Per parte nostra, noi non molliamo, ma chi vuole una mano da noi ci dia la sua perché per noi non esiste Telethon né esistono le raccolte di denaro in piazza. Per noi esistono invece persone che pretendono analisi, consulenze, conferenze, addirittura correzioni di tesi di laurea o dei testi più vari e quant’altro, tutto rigorosamente gratis come se il nostro laboratorio vivesse d’arte ed amore e come se chiunque potesse vantare diritti. Curiosamente, invece, nessuno si rivolge ai luminari dell’Università di Urbino dai quali, impossessatisi del nostro microscopio, dovevano uscire ricerche epocali. Né c’è chi si rivolga all’avvocatessa Bortolani, al ragionier Grillo o ad altri personaggi che tanto eroicamente si sono spesi perché noi restassimo senza strumento di ricerca e, di conseguenza, imbavagliati.

Insomma, se avete bisogno di noi, metteteci in condizione di sopravvivere.

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4 Commenti
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edimattioli
15 anni fa

Ricerche epocali: dunque … 22 gennaio ->22 febbraio ->22 marzo ->22 aprile … manca veramente poco e conosceremo le ricerche epocali!!!
copio-incollo dal sito della Bortolani http://www.bortolanionlus.it/2009/06/30/donato-il-microscopio-all%E2%80%99universita-di-urbino/ [i]”Il Prof. Rodolfo Coccioni sarà il responsabile scientifico del microscopio. Sarà premura del Prof. Coccioni informare ogni tre mesi l’Associazione sull’utilizzo del microscopio, sulle ricerche effettuate dai diversi scienziati e ricercatori che utilizzeranno questo strumento e sui risultati delle loro ricerche pubblicati su specifiche riviste scientifiche.
L’Associazione Carlo Bortolani Onlus si impegna a divulgare tempestivamente tali aggiornamenti.”[/i]

RISPOSTA

Sarebbe interessante avere l’opinione del ragionier Grillo e, magari, quella dell’avvocatessa Bortolani.

A.G.
15 anni fa

Caro Stefano, stimo sia lei che il prof. Bardi, perchè non risponde a questo post? Mi pare che la scienza funzioni proprio in questo modo. Salutoni http://www.aspoitalia.it/blog/nte/2010/04/11/filtro-antiparticolato-funziona-davvero/ RISPOSTA Ho letto e non sono stupito più di tanto.Ahimè, temo che il prof. Bardi, oltre a non aver mai avuto occasione di esaminare un filtro, non abbia informazioni complete su ciò che sia mia moglie sia io abbiamo detto. Per esempio, c’è una generalizzazione sull’ossido di cerio che non ci appartiene e poi, a proposito di quell’additivo, se si volesse dare un’occhiata a qualche foto di microscopia elettronica eseguita da noi in… Leggi il resto »

bosco
15 anni fa

Non per essere noioso ma…anche se producessero ricerche (dubito fortemente EPOCALI) queste non legittimerebbero in alcun modo il furto legalizzato dello stesso e il tradimento vero la gente che ha donato per uno scopo ben preciso:le nanopatologie,studiate dal Dr. Montanari e dalla Dr.ssa Gatti.
Quindi FORSE ci hanno presi per scemi insistendo con questa FARSA…devo comunque dire che SE fosse perlomeno usato per ricerche SERIE avrei il conforto disaperlo almeno sfruttato per il bene del prossimo.

edimattioli
15 anni fa

[b]Ultimissime notizie dal TG1[/b]:
150 famiglie felici, si riscaldano con l’acqua(sporca) del Lambro!
http://www.youtube.com/watch?v=YMwcYas_9CE

[i]”Segavano i rami sui quali erano seduti. E si scambiavano a gran voce le loro esperienze, di come segare più in fretta. E precipitarono con uno schianto. E quelli che li videro, scossero la testa e continuarono a segare.”[/i] Bertolt Brecht