Di tanto in tanto, quando viaggio in automobile, ascolto una trasmissione radiofonica di RAI3 in cui, a turni settimanali, si succedono dei giornalisti che rispondono alle domande degli ascoltatori. Stamattina mi è capitato di sentire tale Marcello Sorgi,
ora a La Stampa ma un tempo direttore del TG1 RAI, rispondere ad un’ascoltatrice che lo interrogava sull’inquinamento ambientale. Invece di rispondere la verità, cioè un sereno “dell’argomento non so assolutamente nulla,” il dottor Marcello ha ceduto alla tentazione di sparacchiare ex cathedra le sue conoscenze in proposito, conoscenze che potrebbero essere quelle di uno dei quattro pensionati di De Andrè. Va da sé che nessun diritto di replica è stato concesso all’ascoltatrice che avrebbe potuto far notare al giornalista come un rosario di fesserie come quelle appena partorite fosse davvero da record. Del resto Sorgi io l’avevo incontrato in TV qualche anno fa e devo dire che è restato coerente con se stesso.
Evidentemente fare il giornalista in Italia richiede la stessa preparazione e la stessa deontologia necessarie per fare l’uomo politico. A prova di ciò si può leggere quella che la versione on-line de L’Espresso classifica come “inchiesta”. Ci si sono messi in due, tale Martino Villosio e tale Salvatore Ventruto, per comporre “Uranio impoverito, l’ultima beffa” (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/uranio-impoverito-lultima-beffa/2200621) un articolo la cui genesi potrebbe magari essere reperita in una delle peggiori bocciofile de L’Avana. Senza che mi dilunghi troppo, i due investigatori scoprono che mia moglie, la dottoressa Antonietta Gatti, ha lavorato solo apparentemente gratis e per un po’ di anni per la commissione che si è occupata delle malattie cosiddette da uranio impoverito. Altro che gratis! Sotto sotto la dottoressa Gatti, furbetta che è, si è ficcata in tasca la non disprezzabile cifra di 202.000 Euro per una ricerca collegata in qualche modo ai lavori della commissione.
Immediatamente il giornale Sardegna Quotidiano scatena il suo segugio Marcello Zasso che, forte della rivelazione della coppia del prestigioso L’Espresso, ti riprende la clamorosa notizia (http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_56_20130220083752.pdf).
Un vero scoop, non c’è che dire. L’unico neo è che è inventato di sana pianta. Mia moglie ha lavorato per anni in cambio di un non proprio tempestivo e non proprio totale rimborso delle spese di trasferta (treno, seconda classe; alberghi a dir poco modesti) e non ha mai ricevuto un centesimo né per il lavoro svolto che non è stato poco né per eventuali ricerche collegate in qualunque modo all’uranio o ad altre patologie dei militari o degli abitanti dei poligoni.
Non do alcuna definizione dei tre giornalisti perché non ne vale la pena: terranno di sicuro famiglia e se per portare a casa la pagnotta bisogna inventarsi infamie… Mi chiedo, però, quanti altri giornali, blog, radio, e Tv riprenderanno questa ciarlataneria facendola accettare, alla maniera di Goebbels, da tutti come verità. Io, purtroppo, ho ampia esperienza in proposito.
DenunciaLa procura è stata informata di questo scoop? Magari qualche giudice potrebbe pensare che così, a titolo di risarcimento danni, la Dott.ssa Gatti debba ricevere 202.000€ RISPOSTA Ieri mi ha telefonato per quasi un’ora Martino Villosio, uno dei due giornalisti autori dello scoop. Si tratta di un ragazzo di 27 anni (un tempo a quell’età si era uomini fatti, ma oggi…) che non aveva capito ciò che aveva letto. Ha promesso di pubblicare un’intervista con mia moglie per spiegare come stanno veramente le cose. Vedremo che cosa succederà. Abbiamo due mesi per querelare L’Espresso e, se non ci sarà una… Leggi il resto »