“Brindisi coi bicchieri colmi d’acqua” cantava negli scatoloni delle prime TV in bianco e nero il mitico e vagamente adenoideo Achille Togliani. Chissà se…
Ormai sono passati parecchi anni da quando un alto funzionario di cui non farò il nome di una regione di cui pure non farò il nome, – e non lo farò perché eravamo solo lui ed io e lui negherebbe – mi portò in una stanza dove campeggiava un’enorme, dettagliatissima, carta geografica. Con un dito delineò una zona non piccola e mi disse: “Qui tutta l’acqua dei rubinetti è contaminata da mercurio.” Alla mia domanda su che cosa si facesse per ovviare al problema, la risposta fu lapidaria: “Non diciamo niente a nessuno.”
Cambiamo inquadratura e andiamo nelle auguste stanze romane. Da dieci anni l’Italia chiede deroghe ai burocrati di Bruxelles: in certi territori l’acqua definita potabile contiene arsenico in quantità fuori dai limiti di legge sistemati a 10 microgrammi per litro. Sia chiaro: i limiti di legge non hanno molto a che fare con quelli che la biologia vorrebbe spesso piazzati a zero e sono d’abitudine il risultato di un tira e molla tra chi legifera e chi inquina. Comunque sia, noi sforiamo. L’Europa ci concede una deroga, poi una seconda, poi una terza. Nel frattempo, fedeli a loro stessi, i burocrati nostrani non hanno fatto niente, i media tacciono, la gente ignora. Così, dopo dieci anni di nulla, ecco che la Commissione Ue, persa la pazienza, apre una procedura d’infrazione. Vabbè, a noi che c’importa? Di procedure d’infrazione ne abbiamo una collezione da Guinness e, una più, una meno, la vita non cambia. Pantalone pagherà come ha sempre fatto e, come spesso fa, pagherà pure in termini di salute. Inutile chiedersi se i burocrati nullafacenti vivano su un altro pianeta. Basta leggere Cesare Beccaria per rendersi conto che chi delinque confida sempre nell’impunità e, al limite estremo della stupidità, questo vale anche in tema di salute.
Sistemi tecnici per ovviare al problema ce ne sono e, almeno pare, in alcune circostanze sono anche state messe in pratica, ma poi – viva l’ItaGlia! – sono stati lasciati andare in malora. Molto semplicemente, ma senza che il problema sia risolto, si potrebbe mescolare l’acqua cattiva con acqua buona, in modo da diluire il problema ma, stando almeno ai risultati, forse nemmeno a quella banalità si è ricorso. Tanto per farci una risata, siamo stati definiti “incapaci” da Bruxelles, il che, da certi pulpiti, è tutto dire.
Giusto per informazione, l’arsenico è un noto cancerogeno (di classe 1, cioè certo) ed è pure tossico per il cuore e il cervello. E mi fermo qui, anche se l’elemento ha molte più proprietà patogene.
Rispondo qui a chi mi ha chiesto se far bollire l’acqua prima di consumarla possa servire. La risposta è che non serve assolutamente a nulla: l’arsenico resta tale e, anzi, con l’evaporazione si rischia di concentrarlo ancora di più. Beviamo acqua minerale e con quella cuciniamo pure? Fate voi. Magari, prima controllate quanto arsenico c’è nell’acqua che state per usare (http://news.klikkapromo.it/arsenico-nelle-acque-minerali-tutti-i-valori/). Deve essere chiaro, però, che il problema sanitario dell’acqua non è circoscritto qui. Il già tristemente citato mercurio, il fluoro, il cadmio, il piombo, tanto per non citare che qualcuno degli elementi tossici, vi si trovano abitualmente. In più c’è il problema dell’amianto. In non poche realtà territoriali le tubature degli acquedotti sono fatte di cemento-amianto e, con l’uso e il tempo, le fibre d’amianto si staccano e finiscono nell’acqua. Con disperazione ma senza sorpresa, diversi sindaci hanno dichiarato che l’amianto nell’acqua è del tutto innocuo, il che costituisce l’ennesima, non necessaria conferma dell’ignoranza di chi è per legge la massima autorità sanitaria del comune. Mai sentito parlare di un cancro con il 100% di mortalità chiamato mesotelioma peritoneale?
E, allora, parafrasando una frase falsamente attribuita alla regina Maria Antonietta poi separata dalla testa, se non c’è acqua da bere, gl’ItaGliani bevano champagne!
Osmosi inversaGent. Dr. Montanari, approfitto del suo post per chiedere un parere: a casa mia, a causa di miei problemi di calcolosi e al fatto che abito in un condominio del 1981, ho installato qualche anno fa un apparecchio sotto il lavabo in cucina che funziona con il principio dell’osmosi inversa. Mi è stato detto che riesce a filtrare bene tutti i metalli tossici che possono esserci nell’acqua. Così ora bevo quest’acqua (al gusto è buonissima), la uso per cucinare le verdure, per il caffè, il thè, etc. Volevo chiederle: Il principio dell’osmosi inversa è il più valido come mi… Leggi il resto »