Il British Medical Journal è uno dei grandi giornali di medicina.
Come c’era da aspettarsi, gli enti di “controllo” dei farmaci reagirono in modo scomposto fino all’isteria all’articolo che riuscimmo a pubblicare in un giornale non certo prestigioso come il BMJ in cui descrivevamo i risultati di 15 anni di analisi sui vaccini.
Per disonesta e squallidamente mortificante che sia, la reazione è comprensibile: enti di controllo che costano cifre inimmaginabili per un comune mortale non sono mai riusciti a vedere ciò che è lampante, e a vederlo, invece, sono stati due meschinelli senza un centesimo e senza un santo in paradiso. Ho detto che non ci sono riusciti e non che non hanno voluto vedere. Quindi, non sto accusando nessuno di quegli enti di disonestà, limitandomi a prendere atto del loro livello tecnico. Non ho detto scientifico, perché la scienza abita altrove.
Chiaramente un fatto del genere è imbarazzante per loro e per i loro mecenati, vale a dire le case farmaceutiche che prudentemente tacciono e, dunque, ecco l’unica reazione possibile: la macchina del fango. E qui burocrati, scienziati di plastica, pennivendoli, zucche parlanti e politicuzzi si scatenano senza requie.
Come sempre, lasciando da un canto i volatili da cortile, a me non resta che invitare tutti coloro che si autoproclamano scienziati e tutti coloro che sono pagati a spese pubbliche per proteggere la salute di chi li paga a ripetere le nostre analisi e a rendere pubblici i risultati. Ad oggi qualcuno ha goffamente tentato di spacciare indagini eseguite con una metodologia inadatta con cui, come è ovvio, non si è trovato nulla. Nessuna sorpresa se i professorini, davanti a quei risultati, hanno gridato al trionfo, con ciò sprofondando ancora di più nel ridicolo della loro presuntuosa ignoranza.
Proprio l’altro ieri il ministero della salute neozelandese reagiva dicendo che non c’è bisogno di rifare le nostre analisi perché le quantità di particelle sono piccine picciò e, dunque, quei gingillini sono perfettamente innocui. Tristemente, essere in ritardo di qualche lustro sul progresso scientifico e crogiolarsi nella presunzione porta a questi risultati. L’ignoranza uccide più della febbre spagnola, diceva mio nonno (classe 1894).
Comunque, il BMJ ha pubblicato la nostra breve risposta http://www.bmj.com/content/356/bmj.j596/rr-3 anche se occorrerebbe aggiungere che un bagno di onestà e di umiltà sarebbe salutare per le sorti del mondo intero.