Egregio signor ministro, non ce n’era bisogno e forse neanche ce lo meritavamo. Che l’Italia sia il Paese di Bengodi per i costruttori d’inceneritori è fatto conosciuto. Parlo di quei dinosauri spacciati per l’ultimo grido della scienza che lei e tutti i componenti della compagnia di giro che “governa” (scusi le virgolette) l’Italia avete battezzato “termovalorizzatori” (Wanna, ci manchi tanto!). Che chi può ci ficchi le mani dentro e da quell’orgia d’immondizia di fatto incentivata da una politica corsara ritiri le mani piene di quattrini è un fatto altrettanto noto. Che quei quattrini costituiscano un ghiotto bottino che è sfilato a velocità crescente dalle tasche dei contribuenti, non pochi dei quali perfino consenzienti grazie ai vari pifferai di Hamelin le cui note echeggiano nei vari media, è fatto impossibile da contestare. Addirittura il magico Silvio Berlusconi (in questo frangente suo roccioso alleato) ha firmato la prefazione ad un libro che tale Franco Battaglia, ahimé professore all’università della mia città, ha scritto contro l’uso dell’energia solare, trovando, pensi un po’, un editore disposto a pubblicare una simile apologia della stupidità. Che non si sia mai esitato ad infrangere le leggi scritte e non scritte per mantenere e far moltiplicare questa gallina dalle uova d’oro lo sappiamo tutti, Comunità Europea compresa. Né oggi la regione Emilia Romagna esita ad allestire una (costosa, ma paghiamo noi) ricerca epidemiologica che nasce abbondantemente taroccata fin dalle fondamenta ed escogitata per scopi di uno squallore disarmante. Però quella roba, quella roba che esce incessante dai camini fioriti e colorati di celeste, al di là dell’ovvia rapina, fa male alla salute. E tanto, caro signor ministro, anche se lei non ha la cultura per comprenderlo, e qui le regalo il beneficio
della buonafede anche se non quello dell’idoneità a ricoprire il ruolo che sconsideratamente le hanno affidato. Io, nel mio piccolo, di queste cose mi ero già accorto da un pezzo e non ho mai mancato di far sentire la mia pur flebile voce al proposito, e questo non in modo indolore, almeno per me e per chi mi affianca nel lavoro. Poi, piano piano, chiunque avesse contatti con la scienza o, meglio, chiunque la scienza la praticasse come si dovrebbe praticare, non ha potuto esimersi dal constatare l’ovvietà. Se si fossero ordinati l’uno di seguito all’altro concetti che la scienza conosce da secoli o, limitatamente a certi argomenti, da decenni, nessuno si sarebbe permesso di dubitare che da un inceneritore, comunque lo vogliano chiamare gl’imbonitori clownescamente truccati da politici o da scienziati, escano porcherie molto più pericolose per la salute di quelle che ci entrano. E nessuno avrebbe avuto la faccia tosta d’ignorare che non un grammo d’immondizia svanisce. Perché tutto questo emergere dell’evidenza sta avvenendo con tanto ritardo e quando ormai tanti, troppi, guai irreversibili sono stati combinati? È qui che entra in scena lei, caro signor ministro Bersani, a braccetto dei suoi compagnucci d’avventura. In una trasversalità assoluta, i vari personaggi che si sono succeduti dal parlamento alle regioni alle province ai comuni, passando per istituzioni di controllo dell’ambiente e di ricerca e didattica di cui personalmente provo vergogna in qualità d’italiano, si sono trovati tutti in ecumenico accordo per spartirsi la torta dolce e grassa dell’immondizia. E chiunque fosse d’intralcio all’assalto alla diligenza doveva essere annientato. Così, ora è stato il turno suo ad entrare alla ribalta, caro signor ministro, e il turno suo prevedeva d’insultare i medici i quali, glielo ricordo, hanno prestato un giuramento secondo cui ogni loro azione deve essere improntata alla salvaguardia della salute. È per fedeltà a quel giuramento che vari Ordini stanno denunciando lo scempio che voi state perpetrando ai danni della comunità, solo per onesta fedeltà, visto che loro non sono coinvolti nella spartizione del bottino. Ma lei non si limita ad insultarli: li minaccia pure e, mendicando la complicità della Turco e di Mastella, li vuole dovutamente imbavagliati, così come qualche suo onorevole compagno di merende vuole imbavagliato qualche fastidioso e imbarazzante magistrato. Procurano allarme quei medici, lei strilla. Certo, ai ladri che entrano in casa non può far piacere che lì ci sia un allarme in funzione. Se poi i ladri non hanno scrupoli a trasformarsi in assassini, la faccenda si fa più delicata. Vuole vedere, signor ministro, di che cosa parlo? Si faccia forza: venga a trovarmi in laboratorio e le mostrerò qualche foto scelta fra quelle che provocano svenimenti ai suoi colleghi e scandalo agli “scienziati” in vendita di cui tutta la vostra casta si serve, una casta diventata una cappa dal peso insostenibile. Ma una ricetta c’è: intanto liberarci di lei, un personaggio di cui non abbiamo di sicuro bisogno, e relegare la sua figura ai ricordi di qualche compilatore di almanacchi. Ma con lei non possono non essere prepensionati tutti i politicanti che, da un certo punto di vista senza sbagliare, hanno preso l’Italia per una terra di conquista, un prepensionamento che ci costerebbe denaro, ma certo una bazzecola se paragonata a quanto ci costano ora. E chiudiamo anche, magari senza clamore per non esporle ad un pur meritato ludibrio, istituzioni ormai al di là di ogni limite di follia come certe cattedre universitarie, spesso ereditarie o rogitate, che sono solo funzionali al mantenimento e, anzi, al rafforzamento dello stato di corruzione in cui versiamo. E via pure l’ARPA, quella che ci canta la ninna nanna con il solito “va tutto bene” di regime taroccando addirittura dati inesistenti, e si veda l’episodio nerissimo di Treviso a proposito dell’incendio De Longhi a seguito del quale è successo ciò che di solito succede da noi come conseguenza di episodi così rivoltanti: nulla. I Carabinieri sono capacissimi di svolgere i compiti di controllo dell’ambiente, forse ad una frazione dei costi e, cosa fondamentale, magari raccontandoci la verità, cosa cui abbiamo perso l’abitudine. Nessun repulisti rivoluzionario: semplicemente un avvicendamento che ci permetta di godere di una conduzione dello stato fatta per sessanta milioni d’italiani e non per una cricca di faccendieri comunque abbigliati. In conclusione, caro signor ministro Bersani, dopo questa penosa esibizione di nudità culturale, intellettuale e morale, dia per primo il buon esempio e tolga il disturbo prima che la commissione d’inchiesta che lei, ignorante dei principi fondamentali della conduzione di un paese civile, pretende per i medici sia istituita per la sua persona. E se non se ne andrà volontariamente, cosa del tutto improbabile, almeno avvenga che il nostro presidente del consiglio, in un attimo di veglia e in un guizzo di dignità, le dia il benservito se non altro per il rispetto che deve a chi, in mancanza d’altro, gli ha affidato il compito di governarli.