http://www.youtube.com/watch?v=MX6L7zXXOMc&feature=subtivity
Quest'anno è morta una delle persone a me più care e, come e più del solito, ho dovuto lottare contro uno stuolo grottesco di cretini, incompetenti o semplicemente malvagi. Ma anche i dolori e le delusioni più grandi svaniscono al confronto con la gioia che mi hanno dato tutti coloro che hanno creduto nei miei progetti e mi hanno aiutato, anche persone che a tutta prima si direbbero lontanissime da me. A conti fatti, grazie a tutti. Ecco quindi il mio augurio natalizio. Non salute, fortuna o simili, ma che tu (o lei) possa sempre trovare il coraggio e la forza per fare quello che vuoi (/vuole) fare, per cambiare ciò che non va, per proteggere ciò che è bello, per non rimandare a domani, per ignorare tutti coloro che dicono che è impossibile e, se è necessario, per fare dei nemici sgabello dei tuoi (/suoi) piedi.
Buon Natale e felice 2010!
Quelle che avete letto non sono parole mie:
sono prese dal messaggio di auguri scritto da mio figlio Paolo, lui, a differenza mia, un artista, che, come tutti i “diversi” (e badate bene alle virgolette) è osteggiato e discriminato. Osteggiato e discriminato perché chi non s’intruppa, chi non si spalma addosso uno strato impermeabile d’ipocrisia, chi non accetta il piattume e la pigrizia, chi ha genio, capacità e voglia di fare costituisce un imbarazzante elemento di confronto.
Paolo, come sua madre e come me, non ha mai pensato di arrendersi e, anzi, ha la sicurezza interiore non di conseguire una vittoria domani ma di avere già vinto.
Buon Natale e felice 2010 anche da parte mia, soprattutto alla schiera degli “uguali” per natura, per vocazione o anche solo per viltà, a coloro, cioè, che non hanno avuto dalla sorte il fardello o il premio dell’essere “diversi” per averlo barattato con il grigiore della loro povertà. Per gli altri, per chi si deve sobbarcare la salita, non c’è bisogno di auguri.