Certo, chiunque può leggere questo post, ma la dedica è agl’imbecilli, una categoria feconda e prospera ad ogni latitudine. Mi scuso con tutti gli altri: non leggete oltre.

Ieri sera mi trovavo presso la sede di Telecolor, una TV privata di Cremona, in veste di partecipante ad un dibattito sugli eccessi, o presunti eccessi, di leucemie nelle zone del Cremonese e del Mantovano.

Dibattito ben orchestrato e sereno per la concordanza delle opinioni e, dunque, senza gli schiamazzi che tanto paiono eccitare i conduttori RAI e Mediaset.

Ad un certo punto, a sorpresa, in un fuorionda, uno dei partecipanti vuol sapere da me del microscopio “comprato da Beppe Grillo”. Ora, se qualche decennio fa qualcuno mi avesse predetto che, invecchiando, sarei diventato un uomo paziente, gli avrei riso in faccia, in questo modo rendendone improbabile la previsione. Invece ieri, con la pazienza miracolosamente acquisita, ho cercato di spiegare come stanno le cose a questo signore il quale, con ogni evidenza, non solo non ha capito gran che delle nostre ricerche, ma non ne conosce i risultati né, d’altra parte, la cosa gl’interessa. Ciò che costui vuole è che noi la piantiamo con queste fastidiosissime ricerche. I motivi? Potrebbero essercene tanti, ma non riesco a trovarne nemmeno uno solo di qualche nobiltà o anche sorretto da un barlume di lungimirante intelligenza.

Comunque sia, ripeto per l’ennesima volta: Beppe Grillo,

cui va tutta la mia gratitudine e cui deve andare quella di coloro che beneficiano e beneficeranno delle ricerche (cioè tutti), donò ciò che restò (36.000 Euro), detratte le spese, da uno spettacolo tenuto a Modena e fece partire la sottoscrizione che condusse, poi, a pagare l’ormai fin troppo famoso microscopio. Per parte mia, io, oltre a partecipare a diversi spettacoli di Beppe Grillo (alcuni organizzati ad hoc) al termine dei quali si raccolsero donazioni, tenni oltre duecento conferenze in giro per l’Italia (viaggi a mie spese) e in quelle occasioni questuai denaro che, invece di finire nelle mie tasche (si trattava di lavoro), finì nel fondo della Onlus Bortolani che comprò l’apparecchio che ancora le appartiene. Ci fu pure chi, come la ditta LA220, regalò cifre ingenti. Nella fattispecie, 50.000 Euro. Il tutto è stato spiegato decine di volte in decine di occasioni ed è descritto nei particolari nelle pagine del mio libro Il Girone delle Polveri Sottili. Con tutta la pazienza del mondo, proprio non ce la faccio as andare a casa di tutti a spiegare la vicenda. Spero che questa inadeguatezza mi sia perdonata.

Ma, al di là di tutto ciò, esiste qualcuno al mondo capace di spiegare anche a me che diavolo interessi la modalità con cui noi abbiamo acquisito l’uso del microscopio? Perché non ci si tirano su le maniche e si lavora un po’ invece di spettegolare? Qui di una mano abbiamo sempre bisogno e le condizioni sono identiche a quelle in cui lavoriamo mia moglie ed io.

Credetemi, sono esausto. Spero solo che le prossime feste natalizie mi regalino un po’ di tregua e che gl’imbecilli si godano una bella vacanza lontano lontano. E, magari, non tornino.

Immagine da: http://data4.blog.de/media/600/1918600_c4f0e3c9fd_m.jpg