Due amici, indipendentemente l’uno dall’altro, mi hanno mandato l’articolo di Repubblica che si trova anche su Internet all’indirizzo http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/ambiente/amburgo-verde/amburgo-verde/amburgo-verde.html
Che le pagine definite scientifiche dei quotidiani non siano gran che è fatto noto, così come certe trasmissioni TV di divulgatori che trattano con uguale competenza (zero) di qualunque argomento dello scibile umano. Insomma, dal punto di vista scientifico ci ammanniscono idiozie a tutto spiano, ma io non sono del tutto certo che si tratti di semplice ignoranza. Per scrivere le enormità riportate nell’articolo di cui sopra occorre altro e, per pubblicarle, altro ancora. Ci vogliono motivazioni precise, così come ci volevano un po’ di decenni fa per giustificare altri inceneritori.
Mi scuso preventivamente se qualche ipocrita troverà di cattivo gusto il mio pensiero, ma leggendo il parto di tale
Andrea Tarquini, ché a costui è attribuito lo scritto menzionato, mi è venuta in mente la canzone Auschwitz di Francesco Guccini. Anche da quei camini, così come da quelli di Dachau e di chissà quanti altri campi di sterminio nazisti sparsi in una bella fetta d’Europa, passava un fumo perfettamente innocuo . Anzi, benefico, perché così si faceva piazza pulita di altra immondizia. E a riprova dell’innocuità c’erano gli abitanti del luogo che non erano nemmeno al corrente di che cosa accadesse oltre quei muri e lungo quei camini e non soffrivano affatto.
E mi sono venute in mente alcune lettere di scienziati che svolgevano le loro ricerche in quei campi di concentramento. Chi avrà lo stomaco di visitare il Museo Ebraico di Vienna e di leggere quella roba capirà che cosa intendo. L’Uomo, nella sua immensa intelligenza, è capace di giustificare qualsiasi crimine, per efferato che sia, e, addirittura, di cantarli, quei crimini.
Oggi nelle pagine dei nostri giornali si cantano altre imprese gloriose: si canta il trionfo dell’Uomo sulle leggi della Natura, l’immondizia che scompare e si trasforma in energia a dispetto del principio di conservazione della massa, del secondo principio della termodinamica, del fatto che i tossicologi sanno ma i giornalisti, i politici e i faccendieri no: bruciare significa trasformare nella maggior parte dei casi materiale di scarsa nocività in veleni micidiali.
Non starò qui ad elencare le “sviste” contenute nell’articolo, alcune davvero bizzarre. Mi limito a costatare con tristezza che davanti allo strapotere dei media, quello strapotere pronto a sparare nell’etere un oncologo che arriva ad affermare che gl’inceneritori (i “termovalorizzatori”, secondo il gergo delle televendite) hanno effetto zero sulla salute, quello strapotere affascinante da pifferaio magico che fa correre i topolini, la lotta è durissima. La moneta cattiva, quella che scaccia quella buona, ha ormai invaso il mercato.
Giovedì terrò l’ennesima conferenza. Avrò sì e no cento spettatori. Un giornale ha lettori a decine di migliaia. Una trasmissione TV di spettatori ne ha milioni.