Non mi stupiscono le reazioni “scientifiche” del gruppo Arvedi, proprietario di quello splendido esempio di industria ottocentesca che è la Ferriera di Trieste. È chiaro che, se ti pagano per dire certe cose e tu non hai un’anima rocciosa, tu dici e scrivi quello che ti hanno detto di dire e di scrivere. Del resto, anni fa un professore di politecnico disse ad un amico giornalista: “Noi siamo come un juke box: metti la monetina
e noi cantiamo la canzone che vuoi tu.” A nulla vale dire che in campo scientifico, naturalmente parlo di quello vero e non di certe farse italiote, non è così che funzionano le cose e a nulla vale offrire al gruppo Arvedi la nostra disponibilità ad un confronto scientifico, un confronto dove le chiacchiere stiano a zero e dove conti solo ciò che è scientificamente provato su dati e rilievi locali. So per esperienza tristissima che quel confronto non sarà mai accettato e vorrei tanto sbagliarmi. Comunque, resto in attesa di ricevere dal gruppo Arvedi le contestazioni sulle analisi che abbiamo condotto, sempre pronto ad imparare cose nuove.
Se non mi stupiscono quelle reazioni, ancor meno mi stupiscono i teppisti che a stravaganze pubblicate su improbabili siti Internet o a suon di spintoni e grida fanno da pretoriani a politici e ad imprenditori di cui non do aggettivi.
In fondo, tutto quello è il gioco delle parti.
Ciò che mi stupisce è come i triestini possano riporre la loro fiducia, votandoli, su personaggi come il sindaco Cosolini o la presidentessa della regione Serracchiani. (http://www.iene.mediaset.it/puntate/2015/10/12/toffa-l%E2%80%99altra-ilva-sempre-peggio_9652.shtml) Lasciando da un canto la loro maleducazione e la loro arroganza, se non altro perché è il possibile frutto di un’educazione sotto media di cui, magari, sono responsabili le mamme e i papà rispettivi, è la loro incompetenza a renderli totalmente inadatti al ruolo che, con presunzione ma anche con una certa lungimiranza personale, hanno chiesto e ottenuto di ricoprire. Da quanto risulta evidente, i due personaggi non hanno idea di che cosa realmente accade a Trieste ma, se l’idea ce l’hanno, allora c’è davvero di che rizzare le antenne.
A Trieste, quartiere Servola in particolare, siamo di fronte ad un caso d’inquinamento di una gravità assoluta, paragonabile a quello ben più famoso di Taranto. Chiunque abbia fatto una passeggiata nei dintorni della Ferriera non può non avere visto adagiate dovunque (verza ed insalata comprese) quantità enormi di polveri nerastre, ma è necessario sapere che quella roba ben visibile all’occhio è solo la frazione meno aggressiva, seppure la più evidente, di ciò che esce dalla Ferriera del gruppo Arvedi. Sono le polveri più sottili, quelle ben al di sotto del micron di dimensione, ad essere particolarmente pericolose per la salute, e di quelle polveri noi ne abbiamo trovate in quantità.
Certo, se si hanno interessi robusti a farlo e non si ha paura del ridicolo, tutto questo si può negare. Così, a questo punto, non resta che rifarsi la passeggiata, raccogliere di nuovo i campioni (in zona ce ne sono a tonnellate e le forniture sono continue) e rianalizzarli insieme, magari alla presenza non solo dei luminari del gruppo Arvedi ma insieme con gli scienziati Serracchiani e Tosolini i quali, grazie alla loro preparazione scientifica, potranno guidarci tutti nella comprensione di ciò che il microscopio rivela.
Intanto, mentre si traccheggia e si sfarfalla, a furia di deroghe la Ferriera continua a scaricare tonnellate su tonnellate di veleni (si veda che ne dice lo IARC). Gli sforamenti dai pur generosissimi limiti sugl’inquinanti? Ma a noi che c’importa? Noi siamo Serracchiani e Cosolini e scusate se è poco.
Intanto, mentre si traccheggia e si sfarfalla, le pratiche per ottenere il via libera per altri 10 anni e ottenere così 100 milioni di finanziamento per la Ferriera vanno avanti perché tanto valgono qualche firma e qualche timbro.
Mi chiedo che cosa facciano i triestini.
Non sanno e non fannoPurtroppo i triestini probabilmente non sanno il rischio a cui vanno incontro, come tantissimi altri italiani che hanno sotto casa o nelle vicinanze, situazioni analoghe senza fare niente…Vuoi per ignoranza, vuoi perché non si sa a chi rivolgersi e se si sa, prendono la pratica e la mettono insieme ai documenti ammuffiti, non prima di aver promesso che verranno inviati a chi di dovere…. Chi dovrebbe sapere fa finta di non sapere e continua a fare i propri interessi, l’importante è avere garantito un buon stipendio, se poi costa la vita di qualcuno, specialmente se bambino,… Leggi il resto »
l’ignoranza non è una giustificazioneIl problema è che il triestino medio pensa solo al suo orticello e si preoccupa degli altri solo quando quel problema coinvolge anche lui. Il peggio è che ragiona con una mentalità superata e continua a votare gli stessi personaggi credendo a tutte le bugie possibili ed immaginabili RISPOSTA Fare un’antropologia differenziale dell’ottusità è impossibile. Girando il mondo ci si accorge per forza che l’atteggiamento dei triestini presi non in toto ma come maggioranza di elettori si ritrova pari pari dovunque. Comunque, questo non può essere preso a giustificazione. Il mio parere, basato solo su quello… Leggi il resto »
Trieste come tante città italianeNell’attesa che il gruppo Arvedi comunichi le macroscopiche inesattezze dei vostri studi, le istituzioni inizino a tutelare la salute della popolazione nel pieno rispetto delle norme vigenti (che diamine!!), sarebbe auspicabile iniziare ad analizzare campioni di tessuti malati, ed agire con maggior autorevolezza unendo le migliori competenze sul campo, prima che qualcuno autorizzi un nuovo inferno. E per ultimo, ma non da ultimo, l’onestà, la trasparenza così come la nostra salute e le vostre ricerche scientifiche, tutte hanno un prezzo,a cui dobbiamo solo dare delle priorità ed un valore. RISPOSTA C’è qualche problema. Per prima cosa… Leggi il resto »