Ci contiamo con La Calza in Testa

Lo so: noi non abbiamo l’attrattiva fascinosa di chi raccoglie montagne di quattrini per “salvare la democrazia in Italia” né per erigere un monumento al tale che telefonò al comandante Schettino per richiamarlo a bordo né per documentare i non importa se già documentatissimi soprusi subiti dai Palestinesi o, vedi mai che a qualcuno venisse in mente, per comprare il cappottino ai bambini del Burundi. E nemmeno abbiamo dalla nostra le “maratone” TV in cui il popolo catodico si entusiasma a comporre numeri sul telefonino a due Euro al colpo per il gusto di vedere salire il totale in diretta. Poco importa se spesso la stragrande maggioranza di quei quattrini finisce in tanti rivoletti, un po’ alle compagnie telefoniche, un po’ allo stato sotto forma di IVA, un po’ ai rimborsi spese dei personaggi illustri che fanno passerella e molto per mantenere un apparato, e di quello che si propone come obiettivo resta forse appena una traccia. L’importante è sentirsi buoni.

Noi, con le nostre maledette nanopolveri, siamo troppo fastidiosi per le “gare di generosità”. Giusto giusto ci si ricorda di noi quando c’è qualcuno cui stanno costruendo un inceneritore dietro casa, quando dieci persone si ammalano di cancro nel raggio di cento metri, quando “mi suggerisca che cosa possiamo fare per…” o evenienze più o meno simili. Evenienze che non sono poi così rare, visto che ogni giorno mi arriva almeno un paio di messaggi di SOS cui si pretende immediata e, manco a dirlo, gratuita risposta.

Pare non sia chiaro, forse addirittura impensabile, come per fare tutto questo occorra denaro: c’è da pagare l’affitto, le varie bollette, il personale (non mia moglie ed io, visto che lavoriamo gratis), l’acquisto e il mantenimento del materiale di consumo e della strumentazione e, magari, c’è pure da comprare il microscopio elettronico per sostituire quello che Grillo ci sottrasse oltre 26 mesi fa e che ozia a Pesaro dopo aver soggiornato spento per un anno e mezzo ad Urbino.

Senza risultati apprezzabili la raccolta fondi (comunque ancora in corso per chi vuole investire qualche Euro in salute), ora l’associazione Vita al Microscopio pubblica ed ha già disponibile La Calza in Testa, un libro di racconti scritti da me. Non avevo altro da dare, anche perché pare che un mio filmato in cui scendo le scale mostrando una nanoparticella tatuata sull’inguine non riscuota interesse. Chi vuole può offrire qualche Euro all’Associazione e averne una copia in regalo. Può anche averne più copie e coinvolgere qualche amico o qualche persona di buona volontà. Ora vedremo chi è davvero intenzionato a dare una mano al di là delle tante chiacchiere che continuano ad infestare la rete, addirittura con associazioni nate a nome mio, peraltro senza che io ne sapessi nulla (niente a che fare con l’onorevole Scajola), e che, ad oggi, hanno prodotto zero, coerentemente con il valore delle chiacchiere. Di queste fantomatiche associazioni non c’è bisogno e, anzi, gradirei che venissero chiuse.

Riassumendo, il libro La Calza in Testa è un’occasione non solo per vedere di raccattare qualche Euro per non far morire la ricerca ma anche per contarci sul serio.