ch’io non ritrovi nella mia verzura
del cuculo ozioso i piccolini
Così finisce la penultima quartina di una splendida poesia di Giovanni Pascoli in cui si allude al comportamento del cuculo che depone le sue uova nel nido altrui e, alla schiusa, caccia via chi ha faticato per costruire quel nido.
Nel mio caso i cuculi sono quelli oziosissimi che stanno all’Università di Urbino e a cui noi paghiamo lo stipendio.
Il 22 marzo scorso si sarebbe dovuta celebrare la terza udienza del processo che io ho intentato per oppormi allo scempio che si sta facendo del nostro microscopio elettronico e dell’irrisione nei confronti del nostro diritto ad usare l’apparecchio “almeno una volta la settimana” come sancito da un atto notarile ormai diventato un copioncino comico. Pretendere di scervellarsi per scovare chi abbia ragione mi pare un po’ tirato per i capelli, ma così vuole la “giustizia” del XXI secolo.
Arrivati al 22 marzo, alla soglia della terza udienza (tre o quattro minuti per le due sedute precedenti), ce ne siamo tornati a casa. Causa: agitazione sindacale.
Oggi, 13 aprile, era la giornata di recupero. Niente nemmeno oggi. Causa: malattia del giudice.
La prossima sarà il 10 maggio.
Intanto, noi stiamo perdendo. Ogni giorno che passa, e ne sono passati 446, i delinquenti che c’imbavagliano guadagnano qualcosa. Se mai giustizia senza virgolette sarà fatta, sarà sempre troppo tardi: quelli avranno comunque portato a casa il risultato che volevano.
un’idea che mi frulla spesso…Mi chiedo: ma, indipendentemente dal fatto che sia lecito o meno aver donato all’università di Urbino il microscopio, come ha potuto pensare la sig. Bortolani di non dover restituire il contributo (ingente, tra l’altro) da lei versato per poter raggiungere la somma necessaria a comprare il microscopio? Non le ha mai chiesto se desiderava riaverlo indietro? A meno che la signora non lo ritenesse opportuno, visto che tra le vari accuse c’era anche quella di lucro; ma, allora, come sono stati fatti i conti per trattenere un eventuale risarcimento e perché, come sarebbe più corretto, non… Leggi il resto »