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Beppe, perché l’hai fatto?

(In fondo c'è un post post scriptum aggiunto in serata)

Lo so, è triste rinunciare a qualcosa cui si era affezionati. Se, poi, questo qualcosa era una specie di coperta di Linus sotto cui coccolare, caldi e protetti, i segni particolari un po’ meno presentabili della nostra anima, restare nudi e al freddo può fare addirittura male.

Ricordate quando un Savonarola del XXI secolo mi vide dileguarmi con 3.000 Euro dopo una serata con Grillo a Salerno e salì sul pulpito puntando verso di me il dito accusatore? La notizia fece il giro del mondo piccino e tenne banco a lungo.

E quando si materializzò agli onori delle cronache (piccole) un signor dottore fresco di diplomino che smentì clamorosamente la Commissione Europea la quale aveva addirittura aperto un filone di ricerca sulle scoperte di quella cialtrona della dottoressa Gatti, mettendola, al colmo della follia, al vertice di gruppi di ricerca internazionali?

E l’altro che, essendo un impiegato dell’università, sapeva bene come stavano le cose?

Non dimentichiamo, poi, quelli che la sanno lunga, quelli che si erano accorti subito della truffa: se Montanari fa quello che fa, avrò certo il suo interesse monetario, visto che, nel mondo piccino, non esiste altro se non la divina banconota (“E’ morto Baciccia Parodi.” “Avrà avuto il suo interesse!”)

E quelli che sanno quanto costa mantenere un microscopio elettronico FEG-ESEM?

E quelli che sanno benissimo che per fare le nostre ricerche da dilettanti si può benissimo andare di tanto in tanto a noleggiare un microscopio?

E quelli che le stesse ricerche che facciamo noi che strombazziamo di essere unici al mondo se le fanno in casa?

E quelli che vogliono il bilancio della Nanodiagnostics

recapitato direttamente a casa loro perché è seccante andare alla Camera di Commercio a prenderselo?

E quelli che il bilancio lo controlleranno per vedere quanto si portino a casa gli amministratori? (ahimé, trattasi di un tristissimo sottozero, dove per sottozero s’intendono lo stipendio che non c’è mai stato e le centinaia di migliaia di Euro che tutto questo ci è costato e ci costa. Lo dico tanto per risparmiare la fatica a qualcuno, ma, chi vuole, faccia pure.)

E quelli che si sono accorti che di microscopi io ne ho tre?

E quelli che giurano di avermi visto fare a botte con Beppe Grillo perché lui voleva 80.000 Euro che io gli avevo sfilato di tasca e non volevo saperne di restituirgli?

Chissà quante ne dimentico e di questo mi scuso con tutti i creativi che, ne sono certo, hanno faticato per allestire l’affair del cui canovaccio sono autori.

In tema di riciclaggio dei rifiuti, di tanto in tanto qualcuno si sveglia dal suo torpore stuporoso e riesuma una delle vicende di laddove questa, ammuffita dalla noia, riposa in pace. E lo fa intrepidamente incurante del ridicolo in cui cade e dello squallore della sua animuccia di minuscolo aguzzino in cerca di preda. Poi la cosa si riaddormenta per un po’, ma non è mai morta davvero, rinascendo dalle sue ceneri e riproponendo, più o meno attenuata o, a volte, moltiplicata, la sua virulenza.

Così, in questo vichiano microciclo, in mancanza d’altro, finita l’estate, qualcuno ha pensato bene di riproporre tutta una serie di pettegolezzi accuratamente adattati in modo opportuno da una realtà che non è di necessità quella dei fatti, così come deve essere per ogni pettegolezzo che si rispetti. E per questo attrae fatalmente il pubblico di amatori del genere squallor.

Insomma: di nuovo tutta la ormai decrepita palliata del microscopio cui, addirittura, fui a suo tempo costretto a dedicare una parte del mio libro Il Girone delle Polveri Sottili, evidentemente snobbato da chi preferisce frequentazioni diverse.

I protagonisti della riesumazione eravamo, ancora una volta, Grillo ed io l’un contro l’altro armati ad accapigliarci per il microscopio: io che non lo mollavo perché è una cornucopia di quattrini, lui che voleva destinarlo allo studio delle emorroidi dei cammelli di cui – e ci sono tante testimonianze – ebbe più volte a dire.

Beh, una goduria entro la quale sguazzare e sbizzarrirsi ad aggiungere sempre nuovi ingredienti, meglio se mostruosi, come si faceva ai bei tempi con una triaca officinale preparata sulla pubblica piazza.

E adesso, così, d’improvviso, la doccia fredda: salta fuori che non ci sono problemi ora come non ce ne sono mai stati in passato, che quel microscopio sta dove deve stare e fa il lavoro che deve fare. Il brutto è che non lo dico io che l’ho sempre detto: lo dice non solo la Onlus Carlo Bortolani ma proprio Beppe Grillo e lo fa davanti a migliaia di spettatori e proprio a Modena e proprio in presenza della famigerata dottoressa Gatti (io ero altrove ad un convegno).

Questa non ci voleva.

Resta lo zoccolo duro, quello che non si vuole arrendere: qualche politico di quartiere che non sa dove pescare visibilità, qualche ricercatore che non ha idea di che cosa diavolo ricercare, qualche casalinga ad alto grado di acidità, qualcuno che strilla che l’Euro che non ha mai dato credeva fosse per tutt’altro e che non aveva mai letto della sua pur pubblicizzatissima destinazione, qualche ragazzino al corrente di come io non abbia mai fornito prove scientifiche delle “mie” ricerche al contrario di quelle della dottoressa Gatti (ma non sono le stesse?), qualcuno che è in contatto con fonti attendibili che sanno come stanno le cose… Qualche irriducibile del pettegolezzo, insomma, che non vuole rinunciare al veleno che lo tiene vivo. Poca roba, ma la bandiera non si ammaina mai. Però, diciamocelo, quell’uscita di Grillo è davvero una iattura.

Che fare? Ragazzi: inventiamone subito un’altra. Io, lo sapete, sono sempre disposto a darvi una mano. Volete delle foto in cui s’intuisce Montanari con i baffi finti che rapina una vecchietta? Qualcuna in cui io prendo a bastonate un invalido? E se mi avessero visto al supermercato mentre m’infilavo una cioccolata nelle mutande? Volete che paghi un testimone pronto a dire che di notte rigo le carrozzerie delle automobili con un cacciavite? Che mi nutro di carne di bambini? Che scrivo oscenità nei cessi dell’autostrada? Che la Nanodiagnostics è una zecca clandestina? Che da piccolo mettevo la polvere per grattare nel collo della maestra? E che cosa ne dite di un bel video in cui mi si vede taroccare le ricerche? E se qualcuno sostenesse di avermi visto con le dita nel naso? Ragazzi, forza: il limite è la fantasia! 

P.S. Per chiunque, per i miei concittadini in particolare che sono stati così gravemente colpiti dalla delusione, le porte del laboratorio sono sempre aperte. E non solo per portare il pacchettino con i pezzetti di cancro da studiare (gratis).

P.P.S. P.S. della sera: Non credevo di suscitare il piccolo polverone (ahi le nanoparticelle!) che ho suscitato, specie in privato, con un post in fondo pieno di cose certo tutt’altro che nuove. Vediamo di riassumere: a me Di Pietro piace pochino soprattutto per le persone di cui si circonda. La sua incoerenza mascherata da una furbizia contadina è senz’altro efficace per i suoi fini, ma io la trovo sgradevole per non dire altro. Nel caso in cui (ipotetica di terzo grado o dell’irrealtà) Di Pietro rinunciasse alla devastazione dell’ambiente e lo dimostrasse palesemente cacciando subito Misiti e Borghesi (poi ce n’è una sfilza), ci potrei anche ripensare, ma le cose che vedo quotidianamente in laboratorio mi tengono per ora molto lontano da un possibile avvicinamento. Malauguratamente molti accordi saranno già stati presi e non vado oltre. Comunque, come per chi fa il cretino in automobile una settimana di frequentazione di un pronto soccorso ha effetti terapeutici, altrettanto efficace credo potrebbe essere una settimana nel mio laboratorio per un'altra categoria di persone.
Per ciò che concerne il tormentone della diatriba Montanari-Grillo, ridico ciò che ho sempre detto: non è mai esistita ed è un’invenzione dei pettegoli dei vari blog. Differenza di opinioni non significa litigio. Tanto per informazione, noi stiamo continuando a lavorare sulle malformazioni fetali e sul latte materno insieme con un contatto fornitoci da Beppe.
Io ho una grande fortuna: avendo zero da guadagnare ed altrettanto da perdere, mi posso permettere di essere coerente senza sacrificare nulla.

Da ultimo: come va la raccolta fondi? Resta ferma perché esiste la convinzione che con una pacca sulla spalla si possa pagare una ricerca.

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