Stamattina, di ritorno da Roma, sono arrivato presto in laboratorio e ho riacceso il computer dopo una settimana. Da oltre mezz'ora sta scaricando mail. Ce n'è a migliaia e non so come riuscirò a rispondere a tutti. Ho letto i commenti arrivati direttamente al post che ho messo stanotte e, forse sarà la stanchezza, mi sono venute le lacrime agli occhi. L'Italia dello sfacelo è fatta di brave persone. Banale, banalissimo, persino sdolcinato. Eppure terribilmente vero. Gli squallidi personaggi di quella che si fa chiamare politica, i servi viscidi di quella che si fa chiamare informazione diventano nanetti deformi davanti alle brave persone che stanno a capo chino, in silenzio, e sopportano. Con tutto questo, in tutta la loro repellente nudità, infima minoranza in tutti i sensi che sono, quelli continuano a dominarci tenendoci in una morsa che ogni giorno si stringe impercettibilmente di più.

Noi non siamo gente che scende in piazza con i forconi, ma la rivoluzione la possiamo fare ugualmente. Con la punta di una matita su una scheda elettorale. Abbiamo un'arma potentissima che i nostri padroni ci fanno credere sia inefficace, e ce lo fanno credere perché ne sono terrorizzati. Spariamo tutti con quella e vedrete i risultati, brogli o non brogli che di certo ci saranno.

Grazie a tutti. Incontrarvi, conoscervi di persona, spartire con voi tragedie inflitte per lo squallore di mettersi in tasca quattro soldi e di cui non sospettavo l'esistenza è stata un'esperienza faticosa, dolorosa, eppure straordinariamente feconda. Con voi mi sono arricchito come nessuno di chi sta dall'altra parte potrà mai fare.

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